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I Comitati degli Esodati chiedono una ulteriore modifica della normativa che estenda sino al 2018 i termini per maturare il diritto alla pensione per entrare nella salvaguardia.

Kamsin La Rete dei Comitati degli Esodati chiede alle forze politiche e al Governo l'inserimento di una nuova misura in materia di deroghe alla Riforma Fornero del 2011 in occasione dell'inizio della discussione in Parlamento della legge di stabilità per il 2015. La modifica - si legge in un comunicato della Rete - deve andare nel senso di riconoscere l'estensione delle tutele per tutti coloro che, quando la manovra del 2011 è stata varata, erano già privi di occupazione  (perché esodati, contributori volontari, mobilitati, licenziati, ecc.) o avevano sottoscritto accordi che li avrebbero resi tali e si trovavano nella condizione anagrafica e contributiva per conseguire il pensionamento in un tempo ragionevole quale è il periodo 2012-2018.

La Rete chiede che la salvaguardia sia garantita a tutti coloro che abbiano i seguenti 2 semplici requisiti (evitando qualsiasi “paletto” restrittivo e lotteria): 1. Non essere più occupati al 31.12.2011 per avvenuta risoluzione contrattuale a qualsiasi titolo, oppure avere entro quella data sottoscritto accordi collettivi o individuali che come esito finale prevedano il futuro licenziamento. 2. Maturare il requisito pensionistico con le previgenti norme entro il 31.12.2018.

La scorsa settimana la Commissione Lavoro della Camera dei Deputati ha svolto un atto di sindacato ispettivo per conoscere l'esatto numero dei lavoratori che potrebbero essere interessati ad una simile estensione.

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Una norma annidata nella bozza della legge di stabilità prevede un aumento, non ancora definito, dell'Iva e delle accise sui carburanti. L'intervento sostituisce la clausola di salvaguardia inserita dal Governo Letta nella scorsa legge di stabilità.

Kamsin Dal primo gennaio 2016 le aliquote IVA e le accise sulla benzina potrebbero aumentare. E' questo quanto si legge nell'articolo 45 della bozza provvisoria della legge di stabilità approvata dal Consiglio dei Ministri mercoledì scorso. L'entità dell'aumento tuttavia ancora non è nota ma sembra, da come è formulato il testo, che la tagliola sia destinata a scattare indipendentemente dalla circostanza che altri strumenti come la spending review dovessero fallire.

Le aliquote Iva del 10 per cento e del 22 per cento, indica il testo, sono incrementate a decorrere dal 1º gennaio del 2016. Anche le accise su benzina e gasolio subiranno lo stesso trattamento. Le cifre in gioco non sono irrilevanti dato che l'aumento dell'Iva e delle accise sui carburanti assorbe la vecchia clausola di salvaguardia inserita dal governo Letta con la scorsa manovra di stabilità. In origine la norma prevedeva un taglio lineare di 3 miliardi nel 2015, di 7 miliardi nel 2016 e di 10 miliardi nel 2017, che avrebbe interessato tutte le agevolazioni fiscali nel caso in cui la spending review seguita dal commissario Carlo Cottarelli non avesse prodotto i risultati indicati dal governo.

L'insediamento di Renzi ha poi sterilizzato l'aumento di 3 miliardi per il 2015 mentre quello da 7 miliardi è stato ridotto a 4 miliardi. Di conseguenza l'incremento delle accise e dell'Iva dal 2016 potrebbe riguardare solo questa cifra. E dato che ogni punto di IVA vale 4 miliardi di euro è verosimile immaginare che dal 2016, se il governo non troverà risorse da altri capitoli da tagliare, le due aliquote Iva del 10 e del 22 per cento potrebbero essere incrementate di un punto percentuale ciascuna. Ancora peggio se l'incremento fosse interamente concentrato su una di queste due aliquote: in tal caso entrambe potrebbero essere incrementate di due punti percentuali. E il testo dell'articolo apre anche ad ulteriore aumento dell'Iva al 22% nel 2017 e nel 2018.

Nulla però per ora è definitivo e la misura potrebbe anche essere stralciata. Inoltre anche se l'aumento dell'Iva partire dal 2016 dovesse essere confermato nella versione definitiva della legge di stabilità, che sarà approvata nel mese di dicembre, il prossimo anno il governo potrà comunque eliminarla reperendo opportune risorse da altri capitoli di spesa in grado di scongiurare l'aumento dell'imposta.

Il testo della manovra di stabilità contiene inoltre la cosiddetta reverse charge, l'inversione contabile, un meccanismo per cui a versare l'imposta sul valore aggiunto non è il venditore ma il compratore. Il meccanismo sarà esteso per 4 anni ai settori delle pulizie, dell'edilizia, al trasferimento di quote di emissioni di gas serra, al gas e all'energia elettrica. Se ci sarà il disco verde da parte dell'Unione Europea, lo strumento potrebbe essere introdotto anche per la pubblica amministrazione.

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"Rimane insoluto il problema dell’uscita flessibile dal lavoro e quello di molti lavoratori cosiddetti esodati". Uil: "pronti allo sciopero contro il blocco dei contratti nelle Pa".

Kamsin Il presidente della commissione Lavoro alla Camera e relatore del Jobs act, Cesare Damiano (Pd), parlando della legge di stabilita’, definisce ”positivo l’incentivo per le nuove assunzioni”, ma avverte: ”Pensiamo debba essere corretta la sua durata triennale”. Ecco che, aggiunge, ”chiediamo al governo di spalmare l’incentivo su un numero superiore di anni e di vincolarlo al proseguimento dell’attivita’ e al mantenimento dell’occupazione”.

 Infatti secondo Damiano, ”sulla base dell’esperienza passata, c’e’ il rischio che alcune aziende possano utilizzare l’incentivo per fare concorrenza sleale e dopo il triennio di agevolazioni chiudere l’attivita’ con conseguente perdita di occupazione”. Sempre in tema di lavoro, Damiano considera ”positiva la scelta del governo di abbattere l’Irap sulla platea degli attuali occupati a tempo indeterminato”. Comunque, evidenzia, ”con il passare delle ore si precisano meglio i contenuti della legge di stabilita’ ed e’ apprezzabile lo sforzo del governo in direzione della crescita dell’economia”. Anche se, sottolinea, ”appaiono contraddittorie alcune misure di taglio lineare, come per le regioni, imponendo ulteriori restringimenti ai servizi e allo stato sociale”.

Sul fronte pensioni, capitolo non presente nella manovra, per Damiano ”e’ negativo il fatto che, nonostante le promesse del governo, nella legge di stabilita’ non ci sia alcun cenno al tema. Vogliamo ricordare al governo che rimane insoluto il problema dell’uscita flessibile dal lavoro e quello di molti lavoratori cosiddetti esodati.

Statali, Uil: sciopero contro il blocco dei contratti nel pubblico impiego - "I contratti collettivi di lavoro del pubblico impiego sono fermi al 2010. Ebbene, se lo Stato non rispetta gli accordi, anche noi ci sentiamo sciolti dal rispetto di quegli stessi accordi e, dunque, non terremo piu' conto dei limiti previsti per gli scioperi nel settore". Cosi', il Segretario generale aggiunto della Uil, Carmelo Barbagallo, parlando al Congresso nazionale della UIL-FPL, la categoria degli Enti locali e della sanita', ha annunciato la decisione del Sindacato di via Lucullo di disdettare il Protocollo del 2001 in merito alle procedure di raffreddamento e conciliazione relative alle prestazioni indispensabili in caso di sciopero.

La disdetta riguarda anche tutti i successivi accordi in materia, firmati sulla base di quel Protocollo, ed e' stata comunicata formalmente con lettera inviata all'Aran, l'agenzia governativa per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni. "Il blocco dei contratti - ha sottolineato Barbagallo nel suo intervento - e' una decisione di arrogante signoria che trasforma oltre tre milioni di cittadini in sudditi: e' inaccettabile. Se il Governo, dunque, non modifica la legge di stabilita', a partire dallo sblocco dei contratti nel pubblico impiego, se non mantiene le tutele per tutti i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato e non le allarga a chi non ne ha, se non da' un segno chiaro nella direzione degli investimenti e dello sviluppo per tutto il Paese, noi chiederemo a Cgil e Cisl di avviare una lunga stagione di lotte unitarie che proseguira' fino a quando il Governo non avra' cambiato verso".

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Una norma contenuta nella bozza della legge di stabilità prevede l'aumento del prelievo sulla componente finanziaria delle polizze vita.

Kamsin Il disegno di legge di stabilità per il 2015 cambia buona parte delle regole sulla tassazione delle rendite finanziarie. Che saranno soggette ad una stretta. Da un lato infatti il Governo vuole intervenire (si tratta però ancora di una proposta che, come tale, potrà essere modificata in Parlamento) con un incremento della tassazione sui rendimenti finanziari delle Casse di previdenza dei professionisti (con l'asticella del prelievo che salirà dal 20 al 26%) nonchè del prelievo sulla previdenza complementare; dall'altro lo schema di disegno di legge prevede un inasprimento delle tassazione anche per le polizze vita.

Nella bozza si prevede infatti che le polizze vita siano sottoposte ad una tassazione del 26 per cento sulla componente finanziaria.  Attualmente, com'è noto, le somme percepite dai beneficiari di polizze vita in caso di morte dell'assicurato sono esenti dall'Irpef. Il provvedimento stabilisce invece che l'esenzione dall'Irpef venga limitata alla parte di capitale erogato in caso di morte dell'assicurato a copertura del rischio demografico. Dunque, la differenza fra il capitale erogato alla scadenza e il totale dei premi versati sarà esente solo per la parte erogata dalla compagnia in più rispetto al valore della polizza al momento del decesso. La quota residua sarà tassata al 26 cento in capo ai beneficiari.

Resterebbe comunque garantita la non applicabilità delle imposte di successione in quanto il capitale viene percepito dai beneficiari non per causa successoria ma sulla base di un diritto derivante dalla polizza.

Camporese (Adepp): No al rialzo del prelievo sulla previdenza - L'ipotesi di una stretta sulla tassazione delle rendite finanziarie non piace per nulla all'Adepp, l'Associazione degli Enti Previdenziali Privati. "Tassare le rendite finanziarie delle casse di previdenza dei professionisti al 26% così come per qualsiasi investitore privato è un atto di assoluta miopia, soprattutto nei confronti dei giovani" ha dichiarato Andrea Camporese, presidente dell'Associazione.

Se la stretta fosse confermata "sarebbe un atto gravissimo. La tassazione delle rendite finanziarie delle casse, infatti, subirebbe l’ennesimo aumento, dal 20 al 26%, una scelta che smentirebbe quanto più volte dichiarato dal ministro dell'Economia Padoan e dai suoi rappresentanti, che si erano resi disponibili a rivedere la tassazione per arrivare ad una omogenizzazione fiscale in linea con quanto auspicato dalla stessa Ue. Condannare due milioni di professionisti, le loro famiglie e i dipendenti degli studi professionali a un futuro di prestazioni basse, mentre i versamenti previdenziali all’Inps non sono tassati, semplicemente per avere un maggior gettito nell’immediato, significa andare in totale controtendenza rispetto alla linea seguita dagli altri Paesi della Ue, alle indicazioni Ocse e alle risoluzioni della Commissione europea" ha indicato Camporese.

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Confermato per un altro anno il blocco economico dei contratti pubblici con un risparmio stimabile tra i 2,1 e 2,5 miliardi di euro. La bozza prevede anche il mancato ripristino del meccanismo premiale per 5mila dirigenti del Comparto Difesa.

Kamsin Stop agli avanzamenti automatici degli stipendi per la dirigenza del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico. E' quanto prevede una norma inserita nella bozza della legge di stabilità presentata la scorsa settimana dal Consiglio dei Ministri presieduto da Matteo Renzi. 

La legge prevede il mancato ripristino degli avanzamenti legati alle classi e agli scatti a cadenza pluriennale che consentono l'incremento del monte salariale annuale con diritto dunque a retribuzioni più elevate. Interessati dal blocco sono i dirigenti militari, della Polizia di Stato, dei Vigili del Fuoco, della Forestale e della polizia penitenziaria per un totale di circa 5mila persone.

La misura si aggiunge, peraltro, alla conferma del blocco economico dei contratti pubblici per il prossimo anno. Da questa novità il governo stima una minor spesa per il 2015 oscillante tra i 2,1 e 2,5 miliardi di euro. Il blocco riguarda anche l'indennità di vacanza contrattuale, che non sarà più recuperata, e gli automatismi stipendiali del personale non contrattualizzato. Unico temperamento per polizia e forze armate che avranno il promesso sblocco economico degli scatti di carriera a partire dal 1° gennaio 2015; tale apertura è prevista anche per le magistrature e l'Avvocatura dello Stato.

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