Notizie

Notizie

Ci saranno 1,5 miliardi per rilanciare la riforma degli ammortizzatori sociali prevista dal disegno di legge delega sulla Riforma del Mercato del Lavoro. La cifra si aggiunge ai 728 milioni stanziati di recente con il decreto "Sblocca Italia".

Kamsin Per gli ammortizzatori sociali arrivano 1,5 miliardi. La legge di stabilità mette i primi denari sugli strumenti di assistenza al reddito previsti dal disegno di legge delega sul Jobs act in discussione alla Camera. I fondi serviranno a garantire quella "piccola rivoluzione" contenuta nel disegno di legge delega che vuole estendere gli ammortizzatori sociali a chi ancora è privo delle garanzie in caso di perdita del posto di lavoro.  Ad esempio la nuova assicurazione sociale per l'impiego, l'Aspi, sarà rimodulata nei termini di fruizione per tenere in considerazione la storia contributiva del beneficiario.

La sua durata massima, oggi pari a 12 mesi per gli under 55 e 18 per gli over 55, sarà incrementata; senza contare che il nuovo ammortizzatore sociale sarà esteso anche ai co.co.co e saranno modificati i criteri di accreditamento (all'esito però di un biennio di sperimentazione).

La legge delega prevede inoltre, al termine dell'Aspi la possibilità di ricorrere, ulteriormente, ad una nuova prestazione carattere assistenziale, un ammortizzatore universale, a condizione che si trovino in uno stato di disoccupazione ed abbiano un indicatore situazione economica equivalente (ISEE) particolarmente basso.

Con l'approvazione del Jobs Act inoltre scomparirà la cassa integrazione nei casi di cessazione dell'attività dell'azienda o di un ramo d'azienda e la sua fruizione potrà essere garantita solo nel caso in cui non sia possibile ridurre contrattualmente l'orario di lavoro utilizzando i contratti di solidarietà. Proprio questi contratti saranno poi estesi anche alle aziende che attualmente non possono usufruirne (si pensi ad esempio alle pmi che impiegano meno di 15 dipendenti come forza lavoro).

Zedde

La legge di stabilità lascia ancora una volta a bocca asciutta i 4mila insegnanti e personale Ata della Scuola che aveva maturato i requisiti per la pensione durante l'anno scolastico 2011/2012.

Kamsin Niente da fare per il personale scolastico che ha maturato un diritto a pensione entro la fine dell'anno scolastico 2011/2012. I 4 mila docenti e lavoratori del comparto Ata che si riconoscono nel movimento dei cd. Quota 96 della scuola sono stati ancora una volta dimenticati dal Governo in occasione della presentazione della legge di stabilità per il 2015. Si tratta, com'è noto, di quei lavoratori che avevano raggiunto un diritto a pensione, con la vecchia normativa, dopo il 1° gennaio 2012 e che, pertanto, sono rimasti intrappolati nella Riforma Fornero del 2011.

La legge di stabilità doveva essere il veicolo idoneo a risolvere la vicenda dopo tanti tentativi andati a vuoto negli scorsi mesi, da ultimo quello previsto nel decreto legge di Riforma della Pubblica Amministrazione la scorsa estate, ma in loro favore non è stato previsto nulla.

"E' sconcertante l'assenza di misure in favore dei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro. Il Governo ha dimenticato ancora una volta i problemi che da anni interessano centinaia di migliaia di lavoratori nonostante le promesse e le aperture fatte nei mesi scorsi in favore dei quota 96 della scuola, degli esodati e dei lavoratori penalizzati per l'accesso alla pensione anticipata prima dei 62 anni" ricorda un comunicato diffuso ieri dalla Cobas-Cgil. 

Delusione si registra dalla Rete dei Patronati Acli che osservano come, dalla legge di stabilità, sia rimasta fuori un'altra misura che avrebbe potuto temperare le rigidità della Fornero: e cioè l'estensione ai lavoratori del pubblico impiego (compreso il personale della scuola) che hanno raggiunto la quota 96 entro il 31.12.2012 della facoltà di accedere alla pensione al perfezionamento del 64° anno di età, una misura prevista attualmente solo per i lavororatori dipendenti del settore privato (articolo 24, comma 15-bis del Dl 201/2011). 

"Non resta che attendere di vedere se il Parlamento inserirà emendamenti ad hoc al testo presentato dal Governo sulla legge di stabilità" dicono dal Patronato Acli.

Zedde

Via libera all'anticipo della riforma dei regimi semplificati. Dal prossimo anno l'imposta sostitutiva viene portata al 15% ma l'aumento sarà bilanciato del venir meno del vincolo della permanenza nel regime per non più di 5 anni. I ricavi, inoltre, diventeranno differenziati in base al tipo di attività svolta dal contribuente.

Kamsin Con la legge di stabilità cambiano anche i regimi semplificati per artigiani, commercianti, autonomi e professionisti. La misura era attesa con l'attuazione della delega fiscale a metà del prossimo anno, ma il Governo ha preferito giocare d'anticipo e licenziare la misura nella legge di stabilità in modo da far partire il nuovo regime dal prossimo anno. La novità dovrebbe compensare, almeno in parte, la mancata estensione del bonus degli 80 euro alle partita iva.

"Anzichè spendere centinaia di euro di commercialista o decine di euro per altre spese ci sarà un regime forfetario, una riduzione di 800 milioni di euro per 900mila partite Iva" ha detto Renzi Mercoledì nella conferenza stampa in occasione della presentazione della legge di stabilità.

Regime dei minimi 2015: cosa cambia - Diverse le novità previste dal governo. L'articolo 9 del ddl prevede in primo luogo un aumento al 15 per cento dell'imposta sostitutiva (attualmente l'asticella del prelievo è fissata al 5 per cento) a partire dalla anno d'imposta 2015. A parziale compensazione dell'aumento della tassazione si prevede però la possibilità di restare nel regime agevolato senza più vincoli temporali (attualmente la permanenza è infatti condizionata - a meno che non si abbiano piu' di 35 anni - al mancato superamento di 5 anni).

Maggiore flessibilità sarà garantita anche attraverso la previsione di soglie di ricavi differenziate rispetto al tipo di attività svolta dagli interessati. Se attualmente infatti l'asticella è fissata a 30mila euro di ricavi o compensi, soglia standard per tutti i contribuenti, con la modifica in arrivo saranno introdotte soglie comprese tra i 15 e i 40 mila euro, in modo da tenere in considerazione le differenze tra le diverse attività svolte dai contribuenti. Nel nuovo regime ci sarà anche la possibilità di versare i contributi non più sui minimali, bensì sul reddito effettivo dichiarato, con un ulteriore vantaggio per i professionisti con piccoli redditi.

Zedde

La Legge di stabilità introduce una decontribuzione triennale nei limiti di 6200 euro l'anno per le assunzioni a tempo indeterminato avvenute nel 2015.

Kamsin "Al fine di promuovere forme di occupazione stabile ai datori di lavoro privati, con esclusione del settore agricolo, e con riferimento alle nuove assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato decorrenti dal primo gennaio 2015 e stipulati entro il 31 dicembre 2015 viene riconosciuto, per un periodo massimo di 36 mesi, l'esonero del versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro entro un massimo di 6.200 euro annui". È quanto prevede l'articolo 12 della bozza del disegno di legge di stabilità.

Si comincia a delineare dunque l'intervento del Governo sugli sgravi contributivi annunciati nelle scorse settimane per le assunzioni a tempo indeterminato. Gli sgravi saranno riconosciuti in favore dei datori che attiveranno il nuovo contratto (a tempo indeterminato) a tutele crescenti (che dovrebbe entrare in vigore dal prossimo anno). Con una particolarità: i datori di lavoro che assumeranno potranno contare su uno sgravio contributivo sugli oneri previdenziali fino a 3 anni per un massimo di 6.200 euro all'anno.

La norma precisa anche le varie condizioni. Sono prima di tutto esclusi dai benefici i contratti di apprendistato e i contratti di lavoro domestico; il vantaggio inoltre non si estende alla contribuzione e agli oneri INAIL che pertanto dovranno continuare ad essere versati dai datori di lavoro durante il periodo agevolato.

Il beneficio poi spetta solo per i contratti attivati dal 2015 e pertanto non potrà essere esteso nei confronti di coloro che hanno già in essere un contratto a tempo indeterminato con lo stesso datore (o con l'interposta persona comprese le società collegate e controllate dal medesimo soggetto ex articolo 2359 del codice civile) nei tre mesi antecedenti la data di entrata in vigore della legge di stabilità.

La facilitazione si rivolge poi solo per i nuovi assunti e, pertanto, non spetta ai lavoratori che nei sei mesi precedenti siano stati occupati presso un qualsiasi datore di lavoro con un rapporto a tempo indeterminato; naturalmente l'agevolazione non potrà essere concessa due volte per lo stesso lavoratore. 

Da sottolineare anche che per il finanziamento dell'incentivo sono previsti tre miliardi complessivi, uno per ciascuno dei tre anni 2015-2016-2017. Pertanto in caso di massima fruizione della quota annua, pari a 6.200 euro, potranno essere agevolate poco più di 160 mila assunzioni. Da ultimo è utile rilevare che, contestualmente all'entrata in vigore delle incentivo, verranno meno le agevolazioni previste dalla legge 407/1990 e quelle relative all'apprendistato.

Zedde

 

Critiche da parte dell'ex Ministro del Lavoro Pd Cesare Damiano alla stangata prevista dalla legge di stabilità sulla previdenza complementare. La Sinistra Pd: "ci saranno emendamenti in Parlamento".

Kamsin E' duro il commento del Presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano: "Per quanto riguarda il Trattamento di Fine Rapporto in busta paga non abbiamo alcun pregiudizio sul suo utilizzo volontario: non vorremmo che a questa scelta si accompagnasse pero’ l’aumento della tassazione per i Fondi di previdenza complementare".

Si parla di una tassazione che passerebbe dall’attuale 11,5% al 20%. Se cosi’ fosse - sostiene Damiano - sarebbe la fine della previdenza integrativa, quella stessa che dovrebbe consentire soprattutto alle giovani generazioni di aggiungere alla pensione pubblica una pensione di natura privata. Infine, l’eventuale opzione da parte del lavoratore di inserire in busta paga il TFR sarebbe fortemente disincentivata se ad essa si applicasse la tassazione ordinaria. Aspettiamo di vedere i testi” ha concluso Damiano. 

Voci critiche sulla mancata soluzione delle promesse fatte dal governo in materia previdenziale si elevano da piu' parti anche nel mondo politico e sindacale. "Sconcertante l'assenza dell'estensione del bonus degli 80 euro ai pensionati" è il giudizio del sindacato pensionati italiani della Cgil; il dissenso si eleva anche dalla sinistra PD che promette la presentazione di un emendamento al disegno di legge di stabilità "quando verrà presentato in Parlamento" per superare le penalizzazioni attualmente previste per i lavoratori precoci sino 2017.

Zedde

© 2022 Digit Italia Srl - Partita IVA/C.f. 12640411000. Tutti i diritti riservati

Accedi