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E' sempre piu' in bilico la situazione dei docenti e del personale amministrativo scolastico, penalizzati dalla riforma Fornero, i cd. quota 96 della scuola. Ancora ai primi di agosto non è stato chiarito se questi lavoratori, 4mila persone in tutto, potranno accedere all'agognata pensione dal 1° Settembre come prevede il nuovo articolo 1-bis del decreto legge sulla Pa approvato in prima lettura alla Camera. Kamsin Pesano i rilievi della Ragioneria dello Stato che ha bocciato la misura e che oggi potrebbero essere accolti dalla Commissione Bilancio del Senato con lo stralcio definitivo della deroga.

E' questo quanto ha fatto intendere stamani il Ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia, secondo una nota diffusa dall'Ansa, che ha annunciato che il governo presenterà "4 emendamenti soppressivi" di alcuni punti del dl Pubblica amministrazione tra cui la cosiddetta quota 96 della scuola. Verso la revisione anche dei limiti d'età per il pensionamento d'ufficio, con l'eliminazione del tetto dei 68 anni inserito per professori universitari e primari, ha sottolineato il ministro Madia. Restano invece le soglie previste per il resto dei dipendenti pubblici (62 anni e 65 per i medici).

Dovrebbe saltare anche la norma che elimina le penalizzazioni per chi matura la pensione anticipata prima dei 62 anni (vedi i dettagli), una delle altre importanti innovazioni alla Riforma Fornero approvate alla Camera in prima lettura e il prepensionamento per i giornalisti iscritti all'Inpgi di imprese editoriali in crisi. Insomma gran parte dell'impianto coniato in Commissione Affari Costituzionali alla Camera rischia ora di saltare ed essere archiviato in via definitiva. Una decisione che, se confermata, scatenerà dure reazioni politiche.

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Sono circa 15 milioni pensionati ai quali il premier aveva promesso l'estensione del bonus da 80 euro con la prossima legge di stabilità. Un intervento da attuare a breve, appena dopo la pausa estiva, per centrare l'obiettivo del 2015. Kamsin Ma per loro arriverà probabilmente una delusione. Matteo Renzi ha infatti annunciato che non potrà garantire la promessa fatta nelle scorse settimane, sotto accusa i dati economici deludenti che potrebbero costringere l'esecutivo a rivedere le stime di bilancio per l'anno prossimo. Niente da fare anche per le quasi 2 milioni di partite Iva.

E così, a conti fatti, solo il 9,74% dei contribuenti italiani riceverà nel 2014 più o meno gli 80 euro promessi in busta paga. Si tratta di 3,8 milioni di lavoratori dipendenti che hanno un reddito lordo annuale che oscilla fra 20 e 26mila euro. In media, secondo i calcoli della Cgia di Mestre, avranno 79,49 euro mensili, ma fra loro c'è qualcuno che raggiungerà i 90 euro e qualcuno che starà ben al di sotto. Sono loro però gli unici a vedere realizzata la promessa fatta. Avranno in media 61,79 euro in più in busta paga i lavoratori dipendenti che prendono fra 26 e 29mila euro lordi l'anno: sono 1,3 milioni (il 9,14% di quelli che avranno qualcosina in più).

"Apprendiamo che il premier ha fatto un passo indietro sulla possibilità di estendere il bonus di 80 euro anche ai pensionati. Noi non ci stiamo, non si possono fare delle promesse così grosse e importanti senza poi mantenerle. La pazienza ha un limite ed è per questo che penso che non potremo più stare fermi» dichiara Carla Cantone, segretario della SpiCigl, che ricorda che «i pensionati hanno accettato l'idea di non avere subito gli 80 euro perchè il premier gli ha detto che glieli avrebbe dati dopo». Secondo Cantone «è una questione di giustizia sociale, così milioni di persone vengono del tutto dimenticate e invece avrebbero davvero bisogno di risposte dopo tanti anni in cui si sono fatte carico della crisi pagando di tasca propria».

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Il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, ha firmato il decreto interministeriale che istituisce il Fondo di Garanzia per la prima casa. Kamsin Al decreto sono state attribuite risorse per 200 milioni di euro per il triennio 2014-16. E' quanto si legge in una nota diffusa dal Dicastero dei Trasporti. "La garanzia del Fondo e' stabilita nella misura massima del 50% della quota capitale sui finanziamenti concessi per l'acquisto, la ristrutturazione e accrescimento dell'efficienza energetica, con priorita' per l'accesso al credito da parte delle giovani coppie o dei nuclei famigliari monogenitoriali con figli minori, dei conduttori di alloggi di proprieta' degli Istituti autonomi per le case popolari e dei giovani di eta' inferiore ai 35 anni titolari di un rapporto di lavoro atipico".

"Gli interventi del Fondo di garanzia per la prima casa - spiega la nota - sono assistiti dalla garanzia dello Stato, quale garanzia di ultima istanza. Il decreto, gia' sottoscritto dal Ministro dell'Economia e delle finanze e dal Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, diventa cosi' attuativo".

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- Roma, 4 ago. - "E' vero la ripresa e' debole. Ma non siamo messi male e il prossimo non sara' un autunno caldo. La Troika non arrivera' e se mai ci fosse bisogno di una manovra, non imporremo nuove tasse. E comunque rimarremo sotto il 3% nel rapporto deficit/pil". Lo afferma Matteo Renzi, presidente del Consiglio, in una intervista alla Repubblica. "So bene che la ripresa e' fragile come dice Draghi - ha spiegato -. L'eurozona cresce meno degli altri. L'Italia non ha invertito la marcia e non la invertira' con la bacchetta magica. Ma la narrazione degli autunni caldi e' un noioso deja vu". Renzi ha sottolineato che "non ci sara' manovra correttiva quest'anno. Abbiamo un impegno di ridurre le spese di 16 miliardi, che vuol dire circa il 2% della spesa. Cercheremo di mantenerlo. In ogni caso non toccheremo le tasse: tutti i denari che servono verranno dalla riduzione della spesa. Ecco perche' non mi interessa il nome del commissario alla spending ma la sottolineatura che la spending e' scelta politica che dipende dalla politica". L'Italia non superera' il 3% nel rapporto deficit/pil?. "Assolutamente no - afferma Renzi - E non siamo nemmeno messi male. Ci sono le condizioni per uscire dalla crisi. Come sara' l'Italia a fine anno vedremo. A chi dice che gli 80 euro non hanno rilanciato i consumi dico di aspettare. Di sicuro si tratta di un fatto di giustizia sociale, di un grande aumento salariale. La crescita e' negativa da tempo. Avviandosi verso lo zero darebbe segni di miglioramento. Comunque per me, il metro chiave e' il numero degli occupati. Anche questo mese piu' cinquantamila. Ma non basta". La Toika in Italia non ci sara' assicura Renzi: "la Troika e' la negazione della politica". Quanto ai rapporti con il ministro Padoan, che secondo voci non andrebbe molto bene, Renzi liquida tutto affermando semplicemente: "Non me ne sono accorto. Credo neanche lui". .

- Roma, 4 ago. - "Non ci sono scambi" nel patto del Nazareno. Lo sottolinea il premier Matteo Renzi, in una intervista alla Repubblica. Nessun accordo oscuro con Berlusconi, dunque, nel patto non c'e' nulla che non sia stato trasferito negli atti parlamentari. E soprattutto, si legge nell'intervista, non sono previste "leggi ad personam" per l'ex Cavaliere. Renzi respinge inoltre le critiche sulle riforme: "Sono sempre pronto al dialogo", dice ma basta con "il discussionismo".E basta con i "gufi professori" o con i "gufi indovini". "Il voto? Dopo le riforme duriamo 1000 giorni". "La nostra - afferma Renzi riferendosi alle riforme - non e' una missione compiuta. C'e' ancora una settimana di lavoro e quattro letture parlamentari. Si puo' fare sempre meglio, la controprova non esiste. Ma per me stiamo facendo bene. L'obiettivo di qualcuno non era fermare la riforma ma fermare noi. Non ce l'hanno fatta. E con il referendum, alla fine l'ultima parola sara' dei cittadini". Referendum confermativo che, secondo Renzi, si potrebbe tenere "ragionevolmente fra il 2015 e il 2016".

Il premier rassicura: "Non ci sara' un autunno caldo" (LEGGI)

Tornando alla questione Berlusconi, Renzi ha sottolineato che quanto contenuto nel patto del Nazareno, "e' negli atti parlamentari sulle riforme". E aggiunge: "ma vi pare che io firmi una cosa con Berlusconi e la metta nel cassetto? Questa e' la tipica cultura del sospetto di una parte della sinistra. Io ho declassificato il segreto di stato per le stragi di questo Paese e vado a nascondere un patto di questo tipo? C'e' scritto quello che abbiamo messo negli atti parlamentari". Dopo le riforme, ha aggiunto il premier, "torneremo ad essere divisi. Anzi, facciamo le riforme proprio per evitare in futuro di essere costretti a governare insieme". .

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