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- Roma, 7 lug. - "Dopo il modo in cui siamo stati trattati stamattina (il Pd ha disdetto l'incontro poche ore prima) e' assolutamente comprensibile arrabbiarsi e sentirsi presi in giro. Anzi un diritto sacrosanto quello di Beppe. Ma consiglio a giornali e partiti di non sperare nella nostra chiusura del tavolo. La proposta e' sempre aperta". Lo precisa su Facebook il deputato 5 stelle Luigi Di Maio, di fatto il 'capo' della delegazione pentastellata in tema di riforme e legge elettorale. "Il Movimento fa sempre quello che dice - prosegue - e soprattutto non cambia idea su Renzi e i partiti. La nostra opinione negativa su di loro non e' mai cambiata, cerchiamo solo di dargli qualche opportunita' di farne una buona. Per il resto il Pd ci faccia capire cosa voglia per il paese". .

- Roma, 7 lug. - Torna il 'grande freddo' e Pd e M5S non si trovano per quell'incontro sulle riforme che i pentastellati avevano 'spinto' ancora nel corso della mattinata, annunciandone la diretta streaming sui blog di riferimento. Oggetto del contendere, le "risposte formali" che i democrat attendono dai 5 Stelle, che a loro volta rispondono ricordando la pubblica presa di posizione di Di Maio, con un'intervista al Corriere della Sera di domenica. A adare avvio alle ostilita' Roberto Speranza, che ricorda a tutto come il Pd "consideri questo confronto molto serio ed importante per il dibattito democratico nel nostro Paese e per dare piu' forza al percorso delle riforme.

Proprio per queste ragioni - puntualizza - riteniamo imprescindibile che tale confronto possa svolgersi solo dopo che saranno pervenute formali risposte alle questioni indicate nei giorni scorsi dal Partito democratico". "Stiamo rasentando il ridicolo. Ho gia' risposto con un'intervista al Corriere della Sera, il documento scritto non e' un metodo per ottenere una legge elettorale degna di questo nome", ribatte Di Maio. Poi scendono in campo i due pezzi da novamte. Attacca per primo Beppe Grillo, via blog. "E' una dittatura fatta da questo ebetino, che e' un ebetone pericolosissimo, quindi molto sottovalutato anche da me, e questo me ne dispiace. Ma andiamo verso veramente una grande criminalita' organizzata di stampo democratico", tuona. Inutile dire chi sia l'ebtino e chi voglia creare una "dittatura di sgruffoni".

Anche Matteo Renzi,per rispondere, sceglie il social media da lui prediletto. In questo caso twitter. "Pochechiacchiere", ashtagga con senso della sintesi, "Non e' uno scherzo, sono le regole! Chiediamo un documento scritto per sapere se nel M5S prevale chi vuole costruire o solo chi urla". Frase che intenderebbe creare un distinguo all'interno del M5S tra l'ala oltranzista e quella dialogante. Cammino ancora poco appianato, insomma, se e' vero che entra in gioco anche il Mattinale con una presa di posizione che sembra vagamente uno scappellotto.

"Sappiamo bene - scrive - che i rapporti di forza giocano a favore di Renzi. Ma la questione decisiva, su un tema di cosi' importanti implicazioni per la democrazia, non puo' e non deve essere impostato sui rapporti di forza. Nessun ricatto: non ci tireremo indietro, e in ogni caso ci affidiamo alla lungimiranza di Berlusconi. Per questo chiediamo a Renzi di riflettere, di non correre".

- Roma, 7 lug. - Una "evidente e grave interferenza nel delicato equilibrio tra i poteri". Cosi' l'Associazione Nazionale Magistrati interviene in merito alla notizia dell'sms inviato dal sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri, durante le elezioni dei togati per il nuovo Csm a sostegno di alcuni candidati. L'Anm, con una nota diffusa subito dopo la chiusura dei seggi elettorali, rileva che questo episodio "fa emergere ancora una volta la problematicita' dei rapporti tra politica e Magistratura e la necessita' di porre dei limiti per assicurare una netta distinzione di ruoli e funzioni". Secondo il sindacato delle toghe, "appare evidente che, nel caso di specie, il fatto che il sottosegretario alla Giustizia sia un magistrato che al momento della nomina ricopriva la carica di membro del Comitato direttivo centrale dell'Anm, nonche' di segretario nazionale di una delle componenti della Magistratura associata (Magistratura Indipendente, ndr) sia circostanza non trascurabile - si legge nella nota dell'Anm - che ripropone il dibattito sempre aperto, relativo alla partecipazione dei magistrati alla vita politica, dovendosi evitare ogni possibile confusione di ruoli e valutare i casi in cui la stessa sui compatibile, anche solo sul piano dell'opportunita', con la necessaria tutela dell'immagine di autonomia e indipendenza del magistrato, correlata all'esercizio della, sua funzione, pur nel rispetto delle prerogative costituzionali garantite a tutti i cittadini". .

- Roma, 7 lug. - Beppe Grillo chiude con il Pd dopo l'annullamento dell'incontro con i 5 stelle su riforme e legge elettorale. Sul suo blog, il leader M5S attacca il premier Matteo Renzi "le cui palle sono sul tavolo di Verdini e Berlusconi" e accusa: "stiamo scivolando lentamente verso una dittatura". Ma ammonisce: "M5S non restera' a guardare".

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"Si prende atto che un confronto democratico e trasparente in Italia e' oggi impossibile - scrive Grillo sul suo blog - il Pd ha annullato l'incontro con il M5S per la legge elettorale nonostante (o forse proprio per questo) l'apertura dimostrata dal M5S con l'intervista del Corriere della Sera di domenica di Luigi Di Maio. Si prende atto che il Pd preferisce gli incontri al chiuso di cui nessun cittadino sa nulla con un pregiudicato con il quale si appresta a fare la 'riforma' della giustizia". "Si prende atto che Renzi, le cui palle sono sul tavolo di Verdini e Berlusconi, rifiuta con il M5S ogni confronto democratico e che l'Italia dovra' pagarne tutte le conseguenze. Il M5S - prosegue - rappresenta milioni di italiani che non possono essere trattati come dei paria, come dei cani in chiesa da personaggi mai eletti in libere elezioni, da sbruffoni della democrazia. Nessuno potra' piu' imputarci di non aver cercato il dialogo. Stiamo scivolando lentamente verso una dittatura a norma di legge, il M5S non restera' a guardare e spera che i sinceri democratici che esistono negli altri partiti facciano altrettanto".

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