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- Roma, 3 lug. - Lunedi', quando il Partito democratico e il Movimento Cinque Stelle si rivedranno per discutere della legge elettorale, "vedremo cosa vorra' fare Renzi. Se ci sara' una presa in giro o atti di supponenza sul 'complicatellum' allora l'opposizione la faremo sul serio". Lo ha detto Beppe Grillo ai giornalisti lasciando Villa Taverna dopo un ricevimento dell'ambasciatore Usa. "La nostra legge elettorale - ha aggiunto Grillo - ha le preferenze che sono alla base della democrazia. La loro invece e' anticostituzionale". Secondo il leader di M5S, il primo incontro tra Pd e Movimento e' stato utile per far vedere, ha sottolineato, "che siamo disposti a dialogare come persone normali, e che non siamo pericolosi nazisti o omofobi. Durante la campagna elettorale - ha concluso - ci hanno detto di tutto". "Non so se Renzi rompera' il patto con Berlusconi sulla legge elettorale. Vedremo. Berlusconi e' un'ombra che cammina". E' quanto dice Beppe Grillo mentre lascia la festa delle celebrazioni del 4 luglio all'ambasciata americana. Il cavaliere, ha aggiunto, "cerca di proteggere le sue aziende. Ha fatto una campagna elettorale contro di noi e ha portato a casa un buon risultato, quello di farci perdere le elezioni. Ma piu' di quello non potra' fare".

- Roma, 3 lug. - A fine giornata il premier Matteo Renzi tira le somme con i suoi sull'incontro di questa mattina con l'ex cavaliere Silvio Berlusconi sulle riforme, "un buon clima: l'accordo al Nazareno tiene" questo il commento positivo del Presidente del Consiglio . L'obiettivo che il premier si pone e' "portare a casa le riforme prima dell'estate " e "le condizioni ci sono".

Quanto alle eventuali modifiche nelle prossime settimane sia sul Senato sia sulla legge elettorale, lo schema resta quello fin qui adottato: "sono possibili solo se condivise".

 

"Noi siamo disponibilissimi a incontrare di nuovo il Movimento Cinque Stelle, ma chiediamo risposte nel merito dei temi che abbiamo posto". Cosi' Matteo Renzi continua a fare il punto del dialogo aperto sulle riforme. C'e' dunque piena disponibilita' ad incontrare la delegazione del Movimento Cinque Stelle sulla riforma della legge elettorale, ma prima dell'incontro devono giungere le risposte alle dieci domande avanzate dal Pd ai grillini. Solo dopo queste risposte ci potra' essere l'incontro che, dunque, nonostante l'annuncio dei pentastellati e' ancora da confermare.

Dal canto suo Silvio Berlusconi incontra i suoi fedelissimi a palazzo Grazioli subito dopo il faccia a faccia di due ore con Matteo Renzi e spiega i morivi per cui, seppur non tutti i contenuti del ddl costituzionale siano condivisibili, Forza Italia non puo' sfilarsi. "Non abbiamo alternative, la riforma del Senato va approvata. Solo cosi' potremo assicurarci che la legge elettorale non venga stravolta e che non si proceda con una riforma giustizialista della giustizia".

Del resto, Berlusconi - quando riferisce ai suoi dell'incontro con il premier e quando incontra i parlamentari - ha gia' garantito a Renzi che il patto non sara' messo in discussione nemmeno quando le riforme approderanno in Aula. Come 'contropartita', viene spiegato, Berlusconi ottiene garanzie su tempi e blindatura dell'Italicum. Noi, e' stato in sintesi il ragionamento fatto al leader Pd, restiamo gli interlocutori principali sull'intero pacchetto riforme - della Costituzione ed elettorale - facendo intendere che il suo partito non potrebbe restare fermo a guardare, senza conseguenze, se il Pd e il governo scegliessero come asse privilegiato quello con i grillini. Soprattutto nella imminente partita sulla giustizia: io voglio voce in capitolo, ha detto in sostanza il Cavaliere al premier. E su questo, riferiscono fonti azzurre, l'ex premier avrebbe ottenuto assicurazioni da Renzi, al quale l'ex premier riserva nuove lodi: e' bravo e simpatico, confessa, manterra' la parola. Certo, ci sono poi da affrontare i forzisti contrari alla riforma, la fronda che vorrebbe una linea meno morbida e piu' di opposizione nei confronti del governo e del presidente del Consiglio. E cosi', Berlusconi acconsente ad ascoltare, per circa 4 ore, le varie posizioni.

E 'accantona' per il momento ogni decisione ufficiale, prende tempo e rimanda tutto a martedi' della prossima settimana. Ma tra i berlusconiani doc c'e' gia' chi e' pronto a scommettere che martedi' non ci sara' nessun secondo round dell'assemblea dei parlamentari azzurri: Berlusconi ha gia' dato la sua risposta oggi a Renzi, viene spiegato, "questa riunione e' stata una farsa". Di fatto, osserva al termine della lunga riunione un altro senatore malpancista, "ci siamo svenduti con tutte le scarpe a Renzi". Eppure, durante l'assemblea diversi azzurri, tra cui Minzolini, Caliendo, Bonfrisco, ma anche Brunetta e Capezzone (questi ultimi due hanno chiesto al Cavaliere di far passare un po' di tempo, non accelerare sulle riforme) hanno sollevato criticita', con momenti di tensione tra Verdini e Brunetta e anche Romani si sarebbe preso la sua parte di critiche. Berlusconi ha ascoltato tutti.

Ma gia' durante la riunione ha di fatto dettato la linea, pur se a suo modo, senza imporre una scelta che, oggi, avrebbe potuto spaccare il partito e l'ex premier sa bene che, invece, ha bisogno di un partito unito per poter mantenere la parola data a Renzi e, quindi, stare 'tranquillo' su altri fronti 'delicati', come la giustizia, la legge elettorale ma anche le aziende di famiglia, quelle televisive in primis. E cosi', per evitare fratture, Berlusconi ricorre all'escamotage del rinvio. Parlando ai parlamentari azzurri, Berlusconi ha spiegato che date le situazioni attuali (con un partito a cui i sondaggi attribuiscono il 15%) e i numeri in Parlamento, non c'e' alternativa valida al restare coprotagonisti della partita riforme.

Certo, ha concesso, se tutto il partito unito mi chiede di rivedere il patto del Nazareno, di non votare il ddl costituzionale, ne prendero' atto. Ma poi, nei colloqui privati, il Cavaliere ha tenuto a sottolineare che lui a Renzi ha dato la sua parola, ci ha messo la faccia e non puo' tirarsi indietro. E non solo per il rischio che il Pd scelga Grillo come interlocutore sulla legge elettorale, con la conseguenza di un sistema di voto che penalizzi fortemente Forza Italia. Il vero timore del leader azzurro, viene spiegato, e' di ritrovarsi isolato - come gia' successo con la sentenza di condanna Mediaset - nel momento di maggior debolezza e senza un partito alle spalle. C'e', infatti, tra poche settimane la sentenza d'appello Ruby ed entro pochi mesi potrebbe arrivare anche il terzo grado di giudizio che, se dovesse confermare la condanna, vedrebbe Berlusconi relegato ai domiciliari per diversi anni.

C'e' la grana del processo napoletano, e poi c'e' il capitolo aziende. Insomma, troppi fronti aperti, e' la preoccupazione berlusconiana, per potersi permettere di fare la voce grossa con Renzi e sfilarsi. E' rimasto invece in silenzio Raffaele Fitto. E dei problemi interni al partito si e' parlato ben poco, se non quando Berlusconi ha aperto la riunione battendo cassa e spronando i parlamentari inadempienti a versare la quota dovuta.

- Roma, 3 lug. - "Se la Bundesbank pensa di farci paura forse ha sbagliato Paese. Sicuramente ha sbagliato governo". Cosi' fonti di palazzo Chigi, dopo che Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, ha ironizzato oggi a un convegno della Cdu sulle parole di ieri del premier Matteo Renzi. .

L'Aula della Camera ha approvato oggi i quattro articoli del nuovo disegno di legge in materia di deroghe alla disciplina pensionistica Fornero, la cd. sesta salvaguardia. Kamsin Durante le votazioni sono state respinte le proposte emendative presentate da Sel e Lega Nord che premevano per un ampliamento delle deroghe in favore dei quota 96 della scuola. Il provvedimento approvato, lo si ricorda, intende estendere ad altri 32.100 lavoratori la possibilità di mantenere le regole pensionistiche piu' favorevoli allungando di un anno tutti i profili di tutela attualmente esistenti (il testo del progetto di legge). Il testo ora passa all'esame del Senato per la seconda lettura.

La maggioranza ha dunque retto a questo primo esame ed ha rimandato la questione degli insegnanti ad un emendamento da inserire nel decreto legge sulla pubblica amministrazione. ''Sulla vicenda di quota 96 siamo vicini ad una soluzione. Nel decreto di rifoma della Pa, come sottolineato dal presidente Boccia, ci sono infatti tutti i presupposti, normativi, di copertura e soprattutto temporali per sanare questa ingiustizia che riguarda oltre 4mila lavoratori del comparto scuola'' ha indicato Barbara Saltamartini, deputata Ncd e vicepresidente della commissione Bilancio.

''In questi mesi - prosegue - piu' volte abbiamo investito il governo della questione, anche con l'approvazione all'unanimita' della risoluzione a mia prima firma. Per questo siamo soddisfatti della disponibilita' e dell'attenzione mostrata dal sottosegretario Cassano, il quale oggi ha confermato come nel decreto sulla Pa ci sia la possibilita' di approvare un emendamento che ponga fine all'ingiustizia creata dalla legge Fornero''. ''Il Nuovo Centrodestra - annuncia Saltamartini - presentera' quindi un emendamento ad hoc, disponibile fin da ora a sostenere analoghe iniziative proposte anche dal resto della maggioranza, con l'auspicio che si arrivi anche in questa occasione ad una proposta unanime di tutti i gruppi parlamentari. Un impegno - conclude l'esponente del Ncd - che riteniamo doveroso nei confronti delle migliaia di lavoratori della scuola, che non possono andare in pensione pur essendo in possesso dei requisiti necessari, e per favorire l'ingresso di 4mila giovani nel comparto della scuola''.

Dura invece la reazione delle opposizioni:  ''Se come pare, dopo mesi di continui rinvii, non c'e' piu' un problema di coperture per risolvere la questione Quota 96, che sarebbero state individuate nel decreto PA, perche' la maggioranza si e' rifiutata stamattina di approvare un emendamento di SEL che avrebbe risolto la questione? E in vista del decreto PA, che tra le sue 50 norme non comprende la questione Quota 96, chi ci garantisce che, sulla base dei criteri di emendabilita' dei decreti legge, l'emendamento non venga dichiarato inammissibile per estraneita' di materia, o che la Corte non ne dichiari l'incostituzionalita'? ha detto Annalisa Pannarale. ''Questi lavoratori e lavoratrici della scuola rischierebbero l'ennesimo sopruso e un'ulteriore beffa. A questo punto, come ha proposto SEL questa mattina, sarebbe stato piu' utile impegnarsi per un decreto ad hoc, con un unico articolo su Quota 96. Anche su questo il governo e la maggioranza si sono mostrati sordi. Ci si assuma la responsabilita' di non illudere piu' questi lavoratori e di riaffermare la loro dignita', ha concluso Pannarale.

Zedde

- Roma, 3 lug. - Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha ricevuto questo pomeriggio al Quirinale il Presidente della Commissione Ue Jose' Manuel Barroso e il Collegio dei Commissari Europei in occasione dell'apertura della Presidenza italiana di turno del Consiglio dell'Unione Europea. Nel suo discorso il presidente della repubblica affronta i temi piu' caldi che riguardano i rapporti italiani con l'Europa, iniziando dall'emergenza immigrati. "Noi dovremmo non piu' favorire polemiche sulle responsabilta' che si prende l'Italia e non la Ue o viceversa per il dramma degli sbarchi continui", piuttosto "dobbiamo metterci dalla stessa parte del tavolo e decidere insieme come affrontare questa emergenza che probabilmente tale non la si puo' chiamare perche' in realta' rappresenta qualcosa di epocale". Poi Napolitano affronta il problema del risanamento dei conti pubblici, in questi anni l'Italia "ha fatto molto. Bisogna dire che l'aggiustamento di finanza pubblica puo' sfidare qualsiasi termine di paragone". "Abbiamo esigenze ancora serissime da soddisfare in questo senso nel nostro Paese, ma mi pare di essere sempre stato molto netto nel riaffermare questo impegno, questo dovere, per l'Italia ancora prima che per l'Europa", ha aggiunto Napolitano. "Dobbiamo riuscire a combinare la coerenza dei nostri impegni per il risanamento della finanza pubblica con l'obiettivo diventato ormai imperioso del rilancio della crescita e dell'occupazione". Dopo ll'intervento del Presidente Barroso - si legge in una nota - sono seguiti quelli del vice presidente e Commissario per i trasporti, Siim Kallas, del vice presidente e Commissario per il mercato interno ed i servizi, Michel Barnier, del Commissario per la cooperazione internazionale, aiuti umanitari e risposta alle crisi, Kristalina Georgieva, e del Commissario per gli affari interni, Cecilia Malmstrom. .
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