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- Roma, 4 lug. - Allarme rientrato nelle cancellerie europee: tra Italia e Germania le scintille sono gia' spente. Dopo una giornata di scontro, sia Matteo Renzi che la cancelleria si dichiarano reciproca stima e cordialita'. Ma nel merito le posizioni restano quelle di partenza, con i tedeschi che pongono l'enfasi sulla stabilita' e gli italiani su crescita e flessibilita', due modi diversi di leggere lo stesso trattato. In mattinata, dopo i fuochi d'artificio di ieri partono gli idranti di due ministri di peso: prima Pier Carlo Padoan e poi Federica Mogherini: "C'e' un rapporto solido tra Renzi e Angela Merkel". Parole a cui fa subito da sponda la dichiarazione distensiva di Steffen Seibert, portavoce di Frau Merkel: "La Germania e l'Italia vogliono fondamentalmente la stessa cosa", "il Patto di Stabilita' e crescita e' stato studiato per assicurare una crescita sostenibile", aggiunge Seibert, "per quel che ne so io, non ci sono divergenze tra i governi di Germania e Italia su questo punto, stiamo spingendo nella medesima direzione". Con Angela Merkel "il rapporto e' ottimo" chiude il caso lo stesso Renzi, durante la conferenza stampa ufficiale da presidente del semestre Ue, al termine del colloquio con il presidente della Commissione Jose Manuel Barroso. "Non c'e' nessuna polemica tra noi e il governo tedesco in ordine alla gestione della stabilita' e della flessibilita'": le "regole del patto parlano di stabilita' e crescita". Ma il premier un sassolino dalla scarpa se lo vuole levare comunque: "Non ho sentito polemiche da esponenti politici. Se poi parliamo di quanto detto da qualche banchiere, rispondo che la Bundesbank deve perseguire il suo obiettivo statutario, non entrare nel dibattito politico" afferma, sottolineando l'inusualita' dell'intervento di Weidmann di ieri. Nel merito, pero', da Berlino si continua a sottolineare l'importanza della stabilita', mentre il premier batte di nuovo sullo stesso tasto: "Se parliamo solo di stabilita', distruggiamo il nostro futuro". Un braccio di ferro diplomatico, ma sostanziale, che proseguira' nelle prossime settimane e a cui si intreccia il complicato puzzle di nomine e documenti a cui si sta lavorando tra Bruxelles e le diverse capitali comunitarie. Gli osservatori sono concordi: Renzi delle chances le ha. Uno fra tutti il Financial Times: per la Germania "sara' difficile screditare Renzi", scrive il quotidiano della City, che definisce il premier italiano una "rockstar". Certo un effetto su questo giudizio lo avra' avuto anche il tentativo di Renzi di far uscire dall'angolo David Cameron, ma il discorso di ieri a Strasburgo ha colpito molti, non tanto per le poche linee programmatiche, quanto per l'appello al futuro e ai sogni dell'Europa: "Restituire speranza e passione ai cittadini" della Ue e' l'obiettivo che si pone il semestre italiano, ha ribadito oggi Renzi. Sul piatto della bilancia il premier mette ancora una volta le riforme, contraltare all'auspicata flessibilita'. "Con il progetto di riforme dei mille giorni l'Italia vedra' un grande restyling complessivo" assicura. "L'Italia deve essere piu' semplice. Se diventa piu' semplice diventa anche piu' forte". E proprio sul fronte interno Renzi si dovra' impegnare la prossima settimana, quando entrera' nel vivo l'esame del ddl di riforma del Senato e subito dopo quando dovrebbe approdare a palazzo Madama l'Italicum. Nel Pd la fronda resta: "L'Italicum va modificato, lo capisce anche un bambino" ha affermato Pierluigi Bersani. E anche in Forza Italia le fibrillazioni non cessano, tanto che Silvio Berlusconi ha docuto prendere carta e penna per cercare di serrare le fila del suo partito in fermento: "ho invitato ed invito i nostri deputati e i nostri senatori a sostenere convintamente" il percorso riformatore. Stabilita', flessibilita', crescita, riforme: quattro parole per quattro settimane di fuoco prima della pausa estiva. .
- Roma, 4 lug. - "Ho invitato ed invito i nostri deputati e i nostri senatori a sostenere convintamente" il percorso riformatore. Cosi' il presidente di Fi Silvio Berlusconi, in una nota. "Da vent'anni ci impegniamo in solitudine per dare al nostro Paese istituzioni che garantiscano democrazia, efficienza e governabilita'. Per la prima volta (ma meglio tardi che mai) riscontriamo la volonta' di altre forze politiche di concorrere davvero a quel percorso di riforme che abbiamo lungamente auspicato. Per tali motivi, ho invitato ed invito i nostri deputati e i nostri senatori a sostenere convintamente questo percorso, a cominciare dalla riforma che riguarda il Senato, che sara' seguita dalla discussione e approvazione della nuova legge elettorale e dalla riforma del Titolo V. Nel lungo cammino che ancora ci attende per modernizzare il nostro assetto istituzionale, avremo modo di affrontare insieme queste riforme, di migliorarle e di ampliarne, ove possibile, gli ambiti e gli obiettivi". "Ribadisco che il nostro dialogo con le forze che compongono l'attuale maggioranza di Governo è limitato al solo tema delle riforme istituzionali. Forza Italia - sottolinea Berlusconi - resta infatti convintamente all'opposizione non condividendo la politica economica e la politica sulla giustizia sino ad ora messe in atto da questo esecutivo". .
L'Inps ha diffuso la circolare applicativa in materia di armonizzazione all’assicurazione generale obbligatoria dei requisiti minimi di accesso al sistema pensionistico di alcune categorie di personale iscritto presso l’INPS, ex-ENPALS ed ex- INPDAP.

Kamsin La Circolare Inps 86/2014 ha specificato le modalità di allungamento dei requisiti di accesso alla pensione, vigenti dal 1° gennaio 2014, nei confronti dei cd. lavoratori armonizzati ai sensi del Dpr 157/2013 pubblicato lo scorso gennaio in Gazzetta Ufficiale; si trattava, com'è noto, di un provvedimento previsto dal decreto legge 201/2011 (riforma Monti-Fornero), che ha ridisegnato la previdenza, anche se il suo percorso attuativo si è prolungato nel tempo.

Il provvedimento prevede il lento e progressivo adeguamento dei requisiti minimi di accesso alla pensione per diverse categorie di lavoratori (che godevano sino al 31 dicembre 2013 di requisiti diversi da quelli vigenti nell’assicurazione generale obbligatoria), armonizzandoli a quelli che sono previsti nell'Ago.
Le categorie di lavoratori coinvolti dal provvedimento sono gli spedizionieri doganali, i poligrafici per quanto riguarda il prepensionamento, il personale viaggiante addetto ai pubblici servizi di trasporto, il personale di volo dipendente da aziende di navigazione aerea, i marittimi, i lavoratori dello spettacolo e gli sportivi professionisti (ex Enpals) e i dipendenti dell'Enav. 

L'inps con la Circolare conferma sostanzialmente l'impianto del Dpr 157/2013 ribadendo tuttavia che tutti i requisiti ivi indicati devono essere adeguati alla stima di vita in base alle norme generali. E dunque devono subire un immediato incremento di 3 mesi a partire dal 1° gennaio 2014, primo di anno di entrata in vigore della normativa in oggetto. I comparti regolati nel provvedimento inoltre subiscono la disapplicazione della finestra mobile.

Il regolamento, lo si ricorda, ha previsto l'incremento dei requisiti di accesso alla pensione per il soppresso Fondo degli spedizionieri doganali. Qui il requisito anagrafico per la prestazione di vecchiaia viene innalzato a 66 anni, rispetto ai 65 della vecchia normativa. Inoltre viene consentita la possibilità di totalizzare questi contributi che finora erano rimasti esclusi.

Per i poligrafici dipendenti da aziende in crisi il requisito contributivo di trentadue anni per accedere al prepensionamento viene innalzato a 35 anni per il biennio 2014-2015, a 36 anni per il 2016-2017 e a 37 anni a decorrere dal 2018.

Il regolamento ha incrementato poi i requisiti pensionistici del cd. personale viaggiante cioè i dipendenti di pubblici servizi di trasporto. Sino al 31.12.2013 i soggetti potevano andare in pensione a 60 anni (55 anni le donne); dal 2014 il requisito per il riposo viene fissato in 5 anni prima dell'età pensionabile prevista nel regime generale obbligatorio. In particolare dal 2018 saranno necessari, per uomini e donne, 61 anni di età per il pensionamento di vecchiaia.

Per i piloti del pilotaggio marittimo la pensione di vecchiaia viene liquidata, dal 1° gennaio 2014, al raggiungimento del requisito anagrafico ridotto di cinque anni rispetto a quello tempo per tempo in vigore nel regime generale obbligatorio. Per i marittimi adibiti al servizio di macchina il requisito anagrafico viene portato a 56 anni di età fino al 31 dicembre 2014, e innalzato a 57 anni per il periodo intercorrente tra il primo gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017. Dal primo gennaio 2018 il requisito viene fissato al raggiungimento di 58 anni di età.

Aumentano anche i requisiti per il pensionamento di vecchiaia degli ex-enpals e per gli iscritti al fondo sportivo professionisti. Per i ballerini l'età passa a 46 anni dai 45 anni previsti precedentemente; l'età pensionabile degli attori invece salirà da 63 a 64 anni; quella delle attrici passerà gradualmente dai 58 anni prima della Riforma a 64 anni nel 2022; per gli sportivi l'età per il collocamento a riposo è fissata in 53 anni.

Zedde

L'incontro avvenuto ieri ieri sera a Roma tra il Ministro dello Sviluppo economico Guidi con i sindacati, ha determinato la sospensione dello sciopero dell'11 luglio dei lavoratori Ilva, che avrebbe dovuto vedere una manifestazione a Roma nelle vicinanze di Palazzo Chigi, e' stato sospeso. Kamsin Fonti sindacali osservano che il "ministro Guidi ha confermato e rafforzato l'impostazione del commissario dell'Ilva, Piero Gnudi, e dato ulteriori garanzie sul prestito ponte". Gnudi aveva incontrato il pomeriggio del 2 a Roma i sindacati metalmeccanici ma la riunione non aveva sortito valutazioni positive tant'e' che i sindacati avevano confermato la protesta dell'11.

Prestito ponte entro meta' mese, probabilmente entro l'11, nuovo incontro tra sindacati e ministro Guidi alle 18.30 del 16 luglio, lettera di intenti della cordata interessata ad acquisire parte delle quote azionarie dell'Ilva, tra fine anno e inizio del prossimo. Sono i tre obiettivi indicati dal ministro dello Sviluppo economico ai sindacati per l'Ilva nel corso dell'incontro che c'e' stato ieri sera al Mise. Guidi, si apprende sempre da fonti sindacali, ha detto che la situazione dell'Ilva e' grave ma che si sta lavorando - cosi' come peraltro aveva affermato il 2 luglio il commissario Piero Gnudi - sia al prestito ponte sia alla ricerca di un nuovo partner industriale. Il prestito ponte servira' all'azienda per fronteggiare la situazione economica nella seconda parte dell'anno, mentre per il partner ieri il ministro ha parlato di cordata, lasciando intendere che oltre ad un gruppo straniero - al momento il piu' accredidato sembra essere quello franco indiano Arcelor Mittal - dovrebbero esserci anche imprenditori siderurgici italiani. Il ministro avrebbe quindi definito oneroso il piano industriale consegnato dall'ex commissario Enrico Bondi, sostituito dal Governo con Gnudi un mese fa. Piano che tra costi per l'Autorizzazione integrata ambientale, oneri per la sicurezza e investimenti industriali, prevedeva un impegno globale di spesa di 4 miliardi di euro sino al 2020 con la suddivisione in due fasi temporali: sino al 2016, data in cui il commissariamento dell'Ilva in base alla legge dovrebbe finire, e dal 2017 al 2020 con i nuovi azionisti in campo.

"Il ministro Guidi - spiegano fonti sindacali - ha seguito la linea che ci aveva gia' esposto il commissario Gnudi ma e' stata piu' marcata su alcuni punti offrendoci elementi e garanzie in piu'". Lo sciopero nazionale e' quindi stato sospeso ma resterebbero comunque iniziative locali - non scioperi - almeno sino a quando la situazione non si chiarira' definitivamente. 

Zedde

Dal 6 luglio verranno azzerati gli errori commessi (dal 2001 in poi) dall'Inps nel calcolo della pensione. A partire dal 6 luglio, dunque, i pensionati che negli anni passati avevano riscontrato errori di calcolo nelle loro pensioni non potranno più rivendicarne la rettifica a proprio favore. Kamsin E' quanto ha ricordato la Circolare della Fondazione Studi dei consulenti del lavoro che ricorda come la legge 111/2011 ha introdotto un termine di decadenza triennale per il diritto dei pensionati a ricorrere in giudizio contro gli errori dell'Inps contro i dieci stabiliti in precedenza. La norma non contiene un regime transitorio e dunque si applica anche agli errori commessi prima dell'entrata in vigore della legge 211/2011 e quindi anche prima del 6 luglio 2011 qualora non sia stato presentato ricorso per ottenere il ricalcolo. Per tale ragione, nonostante le rassicurazioni dell'Inps che ha minimizzato la situazione, la Fondazione consiglia ai pensionati che abbiano dubbi di rivolgersi all'autorità giudiziaria per bloccare il termine il decadenza.

Per le prestazioni erogate, invece, a decorrere dalla data del 6 luglio 2011 il termine di decadenza triennale inizia a decorrere dalla data del provvedimento formale di liquidazione o se
precedente (o mancante) dalla data del pagamento della prestazione. Pertanto il pensionato avrà tre anni entro cui accorgersi degli errori commessi dall'Inps nel calcolo della propria pensione; in assenza di contestazione, perderebbe questo diritto anche per il futuro mantenendo dunque una pensione sbagliata a vita. La Fondazione tuttavia ricorda che il termine di decadenza di tre anni per dell’azione giudiziaria, decorre dalla corresponsione di ogni singolo rateo di prestazione e quindi il diritto di ogni rateo è da considerarsi autonomo rispetto al complessivo diritto alla pensione.

Interessati alla vicenda sono potenzialmente milioni pensionati in quanto l'Inps risulta essere l'unico depositario di tutti gli elementi di calcolo e l'istituto non ha obbligo di segnalare gli eventuali errori. Pertanto scovare gli errori risulta molto difficile. Le categorie piu' a rischio sono tuttavia abbastanza note. Di particolare evidenza è il caso dei soggetti che si sono trovati
in mobilità nel periodo di ricerca della retribuzione media pensionabile a partire dal 2009. Infatti l’INPS ha provveduto ad applicare il tasso di variazione delle retribuzioni contrattuali del settore di appartenenza, solo fino al 31 dicembre 2008. Pertanto si rinviene la possibilità che le pensioni con decorrenza successiva a tale data, erogate a soggetti in mobilità, possono essere inficiate sistematicamente da errore.

A rischio anche chi ha fruito di un periodo di malattia, maternità, cassa integrazione e piu' in generale di contribuzione figurativa. Talvolta infatti, per un deficit di informazione tra sostituto di imposta ed INPS, al lavoratore viene accreditato un numero di settimane (ai fini del diritto e della misura), inferiore a quello spettante. Tale circostanza risulta più frequente nel caso in cui il lavoratore ha diritto ad un accredito figurativo. 

Non è raro inoltre che ci siano errori in sede di valutazione dei redditi dei pensionati nonché dalla non corretta applicazione della perequazione delle pensioni campo in cui si sono susseguiti molti interventi di recente. 

Zedde

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