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L'istutito di previdenza nazionale conferma la deroga per i non lavoratori vedenti iscritti alla gestione Ex-Inpdap.

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L'Inps ha precisato con il messaggio 3116/2014 la normativa applicabile per il conseguimento della pensione di vecchiaia e anticipata per i lavoratori non vedenti iscritti alla gestione pubblica ex Inpdap
L'istituto previdenziale ha confermato, dopo i dubbi sollevati da alcuni operatori del settore, che per il conseguimento della pensione di vecchiaia nulla è stato innovato e, pertanto, restano in vigore i requisiti vigenti prima dell'entrata in vigore della Riforma Fornero.

"Anche successivamente all'approvazione del decreto legge 201/2011 che ha modificato le regole di accesso alla pensione a decorrere dal 1° gennaio 2012, per il diritto alla pensione di vecchiaia vengono confermate le disposizioni già in vigore alla data del 31 dicembre 1992 sia per quanto riguarda il requisito anagrafico sia per quanto riguarda il requisito contributivo cioè i 15 anni". 

L'Inps ribadisce tuttavia che ai lavoratori in questione vanno applicati gli adeguamenti alla speranza di vita Istat a decorrere dal 1º gennaio 2013 (3 mesi) e la finestra mobile come prevista dall'articolo 12, commi 1 e 2 del Dl 78/2010.

Con riguardo alle modalità di accesso alla pensione anticipata l'istituto ricorda che si applicano i requisiti validi per la generalità dei lavoratori dipendenti. Pertanto, a decorrere dal 1° gennaio 2014, per il ritiro indipendentemente dall’età anagrafica saranno necessari 42 anni e 6 mesi per gli uomini e 41 anni e 6 mesi per le donne.

Saranno esenti dall'imposta sui servizi tutti i fabbricati destinati esclusivamente all'esercizio del culto. I sindaci potranno innalzare l'aliquota base dello 0,8 per mille destinando però l'extra gettito al finanziamento delle riduzioni e detrazioni.

E' ormai chiaro. La Tasi avrà le stesse regole di calcolo previste per l'Imu ma non mutuerà le stesse detrazioni. Con la conseguenza che per i contribuenti il conto sarà piu' salato. E non di poco. L'unica speranza è che i sindaci introducano, a livello locale, detrazioni o riduzioni specifiche sulla base dell'extragettito recuperato grazie al Decreto Salva Roma. E' quanto è stato previsto nel cd. Decreto Salva Roma, provvedimento che è stato approvato dal Consiglio dei Ministri la scorsa settimana e che sarà a breve pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Aliquote piu' alte dello 0,8 - Molti sono i paralleli con l'Imu, la vecchia tassa abolita parzialmente dal governo Letta nel 2013. I comuni avranno infatti flessibilità nella determinazione dell'aliquota con la possibilità di innalzare le aliquote della Tasi di un ulteriore 0,8 per mille. L'extra gettito tuttavia dovrà essere utilizzato esclusivamente per introdurre detrazioni o altre misure "tali da generare effetti sul carico d'imposta equivalenti a quelli determinatisi con riferimento all'Imu relativamente alla stessa tipologia di immobili".

I sindaci dovranno pertanto decidere se portare il prelievo sulla prima casa dal 2,5 al 3,3 per mille e sulla seconda casa portando le aliquote dal 10,6 all'11,4 per mille. Il gettito aggiuntivo

Immobili della Chiesa - Con il decreto salva Roma il governo ha inoltre esentato dal pagamento della Tasi, così come accadeva per l'imu, gli immobili della Chiesa. E' quanto prevede la "clausola di salvaguardia" secondo la quale vengono esclusi dal pagamento della tassa sui servizi tutti i fabbricati destinati esclusivamente all'esercizio del culto. L'esenzione riguarda in particolare gli immobili di proprietà della Santa Sede indicati nel Trattato Lateranense.

A Poletti i sindacati chiedono un tavolo di confronto per risolvere le principali questioni del sistema previdenziale e degli esodati.

Completata la formazione del nuovo governo, Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un incontro urgente al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. I sindacati vogliono porre innanzi al Ministero le principali questioni che riguardano il sistema previdenziale italiano. Sul tavolo l'introduzione di nuovi pensionamenti flessibili, la soluzione della questione esodati, lo stanziamento delle risorse per gli ammortizzatori sociali e correzioni al sistema della previdenza complementare.
È quanto ha affermato una nota congiunta dei segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil. 

Critica nei confronti del nuovo governo soprattutto la Cgil che ha accusato Renzi di non aver inserito nel suo programma una riforma pensionistica in grado di affrontare quelle problematiche che ancora oggi attendono una risposta efficace.
Nell'incontro i sindacati chiedono anche di accelerare la riforma del modello di governance degli enti previdenziali e assicurativi avviata dal precedente ministro del Lavoro Enrico Giovannini.

Nel decreto c'è anche lo stanziamento di 568 milioni per il recupero di alloggi Iacp e la possibilità per gli inquilini delle case popolari di riscattare l'appartamento.

Il decreto Lupi per il rilancio del mercato degli affitti e della casa è vicino all'approvazione. Il provvedimento vuole soprattutto stimolare gli affitti per le fasce sociali meno abbienti, le più colpite oggi dall'emergenza casa attraverso un rilancio del canone concordato con agevolazioni più consistenti per i proprietari e gli affittuari.

Nel provvedimento si stablisce, per i proprietari, la riduzione ulteriore dell'aliquota della cedolare secca dal 15 al 10 per cento, dopo che il decreto del fare l'aveva già portata dal 20 al 15 per cento. Per gli inquilini con basso reddito viene portato a 900 euro annui invece il tetto della detrazione Irpef per le spese di affitto. 

Difficile invece l'introduzione dello sconto Imu con aliquota fissa alla 4 per mille per i proprietari che affittano immobili a canone concordato e l'introduzione degli sconti iva per i costruttori che affittono a canone sociale una parte degli appartamenti realizzati; misure sulle quali il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, si sta battendo ma che hanno ricevuto lo stop del Ministero dell'economia e delle finanze per problemi di copertura economica.
Incerta anche la possibilità di introduzione degli sconti Ires e Irap decennali in favore degli investitori istituzionali che finanziano interventi di social Housing.

All'interno della bozza del provveimento c'è anche un piano da 568 milioni per il recupero di alloggi Iacp e la possibilità per gli inquilini delle case popolari di riscattare l'appartamento.

Secondo fonti vicine alla Presidenza del Consiglio dei Ministri il decreto andrà probabilmente all'esame del Consiglio dei Ministri il prossimo mercoledì e dunque entro la prossima settimana il provvedimento per rilanciare gli affitti dovrebbe essere approvato.

La pressione congiunta del Parlamento delle forze sociali dovrebbe spingere l'istituto previdenziale ad estendere il regime sperimentale donna previsto dalla legge 243/2004.

Tra pochi giorni sarà l'8 marzo, la giornata internazionale dedicata alla donna. Le lavoratrici hanno tuttavia ben poco da festeggiare in quanto si è ridotta quella concreta opportunità di poter lasciare in anticipo il posto di lavoro per poter dedicarsi alla famiglia oppure all' assistenza dei parenti. 

Come ben sappiamo la riforma Fornero ha lasciato inalterato la possibilità di accedere alla pensione per le lavoratrici che hanno 57 anni di età  (58 le autonome) e 35 anni di contributi a condizione di optare per il calcolo contributivo della pensione, che notoriamente è meno favorevole. Tuttavia l'Inps ha interpretato la norma aggiungendo anche la finestra mobile di 12 o 18 mesi per l'effettivo pensionamento anticipato e la stima di vita istat (3 mesi ulteriori dal 2013). Ciò ha comportato che per rispettare la scadenza dell'opzione fissata per il mese di dicembre 2015 occorre oggi maturare i requisiti di 57 anni e 3 mesi (o 58 anni e 3 mesi) entro il 2014: a maggio se autonome o entro novembre se dipendenti. 

Le richieste da parte delle lavoratrici e dei sindacati hanno tuttavia indotto le Commissioni di Camera e Senato a chiedere all'unisono il ritiro della circolare numero 35/2012. Ancora oggi tuttavia nulla è stato innovato. "Vogliamo che l'istituto previdenziale stabilisca che per l'opzione donna è sufficiente solo la maturazione dei requisiti (e quindi non la decorrenza della prestazione pensionistica) entro il 2015. Siamo convinti che entro quest'anno l'Inps tornerà sui suoi passi" ha affermato Bruno Palmieri del patronato Inca. 

L'opzione inoltre è stata prevista fino al 2015 a titolo sperimentale. Il governo, previa verifica dei risultati, potrebbe pertanto valutare una sua eventuale prosecuzione anche per il 2016 come chiedono i sindacati.

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