Pensioni, La Camera a sostegno dei lavoratori dello spettacolo

Venerdì, 21 Aprile 2023
La Camera dei Deputati ha approvato una risoluzione che impegna il Governo ad individuare una soluzione relativa al calcolo della quota B della pensione per gli assicurati presso il fondo pensione dei lavoratori dello spettacolo.

La Camera dei Deputati prova ad intervenire a favore delle pensioni dei lavoratori dello spettacolo. Questa settimana, infatti, è stata approvata una risoluzione (primo firmatario Federico Mollicone, presidente della commissione cultura di Montecitorio) che impegna il governo ad intevenire, anche con norma di interpretazione autentica, a favore del calcolo della quota B della pensione (cioè per gli assicurati in possesso di anzianità successiva al 31.12.1992 presso il fondo pensione lavoratori dello spettacolo.

«A seguito dell'entrata in vigore del decreto legislativo n. 503 del 1992, il trattamento pensionistico spettante a coloro che siano iscritti alla gestione speciale del fondo pensioni lavoratori dello spettacolo (istituita presso l'Inps a seguito della soppressione dell'Enpals in virtù dell'articolo 21 del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito con la legge n. 214 del 2011), si compone di una quota A e di una quota B». Successivamente «centinaia di pensionati del settore dello spettacolo hanno fatto ricorso al tribunale perché prima l'Enpals, e poi l'Inps, hanno liquidato la Quota B della pensione in un importo inferiore a quello dovuto per legge». I ricorsi sono stati accolti in massa su tutto il territorio nazionale: «dal 2014 in poi i tribunali e le corti di appello di tutta Italia hanno rilevato l'errore di interpretazione e di applicazione della normativa di settore e hanno condannato l'Inps a riliquidare i vari trattamenti pensionistici», si legge ancora nella direttiva.

La situazione sembrava cristallizzata, con i giudizi sempre favorevoli ai lavoratori, almeno fino alla fine dello scorso anno: «incredibilmente, la Corte di cassazione, con la prima sentenza pronunciata sul punto – sentenza 29 dicembre 2022, n. 38018 – ha ribaltato la situazione, contraddicendo tutti i magistrati intervenuti sinora sulla questione».

La risoluzione, quindi, impegna il governo a trovare una soluzione normativa, anche coinvolgendo l'Inps, che permetta ai lavoratori di godere della piena pensione, come già stabilito dai vari tribunali intervenuti in passato.

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