Riforma Pensioni, uno stop per ora alla proroga dell'opzione donna

Sabato, 09 Agosto 2014

E' stata stralciata dal testo del disegno di legge di riforma della Pubblica Amministrazione (il cd. Repubblica Semplice), la proroga del regime sperimentale donna oltre il 31 Dicembre 2015. Kamsin La misura, come anticipato da Pensioni Oggi, era contenuta nelle prime bozze del provvedimento approvato a metà giugno dal Cdm ma, nel testo ufficiale del ddl giunto al Senato, la novità previdenziale è stata cancellata dal testo. Almeno per ora.

Le regole vigenti - La riforma del governo Monti, il Dl 201/2011, ha confermato quanto stabilito dall’articolo 1, comma 9, della legge n.243 del 23 agosto 2004. Questa norma prevede a favore delle lavoratrici dipendenti, appartenenti sia al settore privato che a quello pubblico, e per le lavoratrici autonome, in via sperimentale fino al 31 dicembre 2015, la possibilità di conseguire il diritto alla pensione di anzianità, liquidata però secondo le regole di calcolo del sistema contributivo. Per esercitare questa opzione le lavoratrici devono avere almeno 35 anni di anzianità contributiva ed un'età di 57 anni o superiore per le lavoratrici dipendenti, 58 per quelle autonome. Questi ultimi requisiti vanno adeguati alla speranza di vita (tre mesi dal 1° gennaio 2013). Inoltre dato che, ai sensi della Circolare Inps 35/2012 la decorrenza della pensione deve scattare entro il 31 dicembre 2015, la domanda va presentata in tempo utile considerando le finestre di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e di 18 mesi per quelle autonome. In altri termini i requisiti 57 anni e 3 mesi e 35 di contributi dovranno essere perfezionati, quindi, entro novembre 2014, mentre, attualmente, la scadenza per le autonome è già stata superata. 

La proroga dell'opzione - La norma, cancellata ora dal testo del ddl, estendeva il regime sperimentale donna su due fronti. In primo luogo prorogava il regime temporalmente sino al 31 dicembre 2018 concedendo quindi tre anni in piu' rispetto alle regole attuali. Dall'altro ammetteva all'opzione anche i lavoratori uomini, sia dipendenti che autonomi, con un intervento che avrebbe posto fine ad una discriminazione al contrario che ha visto sino ad oggi penalizzati i lavoratori uomini.

E' opportuno notare che nel testo del provvedimento è saltato tutto il capitolo dedicato alla previdenza che prevedeva altre due misure: l'estensione della pensione a 64 anni ai dipendenti pubblici che hanno maturato la quota 96 entro il 2012 (attualmente il beneficio è stato infatti concesso solo ai lavoratori del settore privato); la possibilità di attivare contratti part-time a cinque anni dal compimento dell'età pensionabile, misura questa fortemente voluta dal Ministro Marianna Madia per favorire la staffetta generazionale nelle Pa.

Al suo posto entra una norma generica secondo la quale la Pa dovrà "garantire la conciliazione delle esigenze di vita e di lavoro dei pubblici dipendenti, favorendo il ricorso alle diverse forme di lavoro part-time, nonché il ricorso al telelavoro, attraverso  l’utilizzazione delle nuove possibilità offerte dall’innovazione tecnologica, sperimentando forme di co-working e smart-working".

Le misure tuttavia potrebbero confluire nella legge di stabilità la quale, secondo il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, dovrebbe contenere "significative deroghe alla Riforma Fornero".

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