Pensioni

Pensioni

Arriva il sostanziale via libera dalla Commissione Lavoro del Senato ad una rapida approvazione del ddl sulla sesta salvaguardia. Il provvedimento consentirà l'accesso alla pensione con le previgenti regole ad ulteriori 32.100 lavoratori che entro la fine del 2011 avevano perso il lavoro.

Kamsin Tutti i Gruppi parlamentari presenti in Commissione si sono dichiarati disponibili a rinunciare alla presentazione di emendamenti al disegno di legge in materia di sesta salvaguardia approvato dalla Camera dei deputati e assunto come testo base.

E' quanto si legge nel resoconto diffuso dalla Commissione Lavoro del Senato dopo l'esame avvenuto oggi in sede referente del ddl sulla sesta salvaguardia. Il documento lascia intendere una rapida conversione del testo approvato in prima lettura dalla Camera dei Deputati lo scorso 4 Luglio. Senza alcuna modifica.

Visto l'orientamento favorevole alla rapida conclusione dell'iter del provvedimento - si legge nella nota - una volta pervenuti i pareri delle Commissioni permanenti 1a e 5a, acquisito il consenso dei rappresentati dei Gruppi, si potrà richiedere alla Presidenza del Senato la riassegnazione del provvedimento in sede deliberante. L'accelerazione dovrebbe portare all'approvazione definitiva del testo entro la fine del mese di Settembre, o al massimo, entro metà Ottobre, secondo quanto stabilirà il calendario di Palazzo Madama.

Nella giornata odierna è stato tuttavia adottato anche un atto di indirizzo in cui le forze politiche ritengono ormai chiusa la "partita" in materia di salvaguardie. "Salvi alcuni casi - si legge nel documento - numericamente assai limitati, che soltanto per circostanze particolari e peculiari non rientrano tra quelli salvaguardati e ai quali dovrà essere dedicata la necessaria attenzione in funzione di soluzioni ad essi rigorosamente circoscritte, con quest'ultimo provvedimento di salvaguardia deve considerarsi conclusa la fase degli interventi legislativi volti a risolvere problemi transitori di applicazione della riforma con l'esenzione dalla nuova disciplina pensionistica in favore di persone interessate da accordi di scioglimento dei rapporti di lavoro in prossimità del pensionamento. In altri termini non ci sarà una settima salvaguardia dalla disciplina Fornero". 

Nel documento si sottolinea piuttosto che è "necessario, per altro verso, evitare che l'attesa di provvedimenti ulteriori di salvaguardia induca una parte dei potenziali interessati ad astenersi da possibili opportunità di occupazione".

Le forze politiche chiedono tuttavia al governo di a sviluppare - anche sulla scorta delle migliori esperienze straniere di politiche di active ageing - un insieme organico di interventi volti a incentivare e facilitare la permanenza e/o il reinserimento dei cinquantenni e dei sessantenni nel tessuto produttivo, con forme di flessibilizzazione dell'età del pensionamento, di combinazione del lavoro a tempo parziale con pensionamento parziale, di incentivo economico alle iniziative delle imprese volte a ridisegnare le posizioni di lavoro in funzione della migliore valorizzazione delle doti di esperienza, equilibrio e affidabilità delle persone nell'ultima fase della loro vita attiva.

Inoltre, laddove nessuna delle anzidette misure di promozione dell'invecchiamento attivo possa essere adottata, ad affrontare il problema degli ultrasessantenni che abbiano perduto l'occupazione senza avere ancora i requisiti per il pensionamento e che si trovino in difficoltà nella ricerca di una nuova occupazione, attivando strumenti di sostegno del reddito, di assistenza intensiva nella ricerca e di contributo economico per l'assunzione, mirati a incentivare il loro reinserimento nel tessuto produttivo e non la loro uscita dal mercato del lavoro.

Zedde

Il Commissario alla Guida dell'Inps ammette la necessità di rendere piu' flessibile il pensionamento in funzione della contribuzione raggiunta. E si rispolvera l'ipotesi Damiano-Baretta.

Kamsin «La struttura di riferimento del sistema previdenziale deve essere più flessibile in relazione ai tempi e ai modi di uscita dal mercato del lavoro». E' quanto ha detto il commissario straordinario dell'Inps Vittorio Conti. Conti ha spiegato che il problema è quello «di non stabilire una data di uscita dal lavoro fissa, uguale per tutti». «In base alla contribuzione raggiunta - ha aggiunto il commissario - si può decidere se andare avanti o meno». Quindi, ha riassunto il commissario, «non è giusto un trattamento uguale per tutte le tipologie di lavoro».

Una proposta che ricorda quella Damiano-Baretta sui pensionamenti flessibili per superare la legge Fornero che di fatto ha eliminato le pensioni di anzianità: considerare cioè l'uscita anticipata dal lavoro, ma con un penalizzazione graduale in funzione dell'età raggiunta. Il Commissario ha inoltre aggiunto che si dovrebbe tenere conto anche di lavori usuranti, per i quali, già è previsto un sistema di uscite anticipate rispetto ai limiti delle pensioni di vecchiaia.

Quanto alla possibilità di una sua conferma oltre il termine fissato per il 30 settembre prossimo, Conti ha precisato di aver «dato la disponibilità all'incarico per spirito di servizio». Dunque, ha aggiunto il commissario, «non mi tirerei indietro per quest'ultimo miglio, pochi mesi, sempre per lo stesso spirito di servizio».

Zedde

Nonostante il cambio di governo restano i ritardi ministeriali nella pubblicazione dei decreti che salvano da mesi di vuoto economico gli esodati ante 2010.

Kamsin Governo nuovo, vecchi problemi. Continuano infatti i ritardi nella pubblicazione dei decreti attuativi in favore dei lavoratori esodati ante 2010 a copertura del periodo di slittamento delle finestre mobili applicate con il Decreto Legge 78/2010.

Si tratta di una questione che si protrae da diversi anni e che vede protagonisti migliaia di lavoratori in mobilità (ordinaria e lunga) e percettori di assegni straordinari a carico dei fondi di solidarietà di settore (soprattutto esodati bancari) che sono usciti dal mondo del lavoro prima dell'Aprile 2010 nella convinzione di poter rapidamente accedere alla pensione al termine delle prestazioni di sostegno al reddito. Il punto è che, in base agli accordi siglati all'epoca, gli ammortizzatori sociali li assistono sino all'apertura della vecchia finestra di decorrenza mentre, per effetto del Dl 78/2010, la pensione arriverà solo dopo alcuni mesi. Il risultato è un vuoto economico di alcuni mesi con la beffa che lo strumento per evitarlo già esiste.

Sì, perche il governo Berlusconi (lo stesso artefice però del guaio) tentò di metterci una "pezza" disponendo la proroga degli ammortizzatori sociali per tutto il periodo di "slittamento" con oneri a carico del Fondo Sociale per l'Occupazione. Tutto a posto si dirà. E invece no. Perchè la misura necessita di appositi decreti attuativi annuali che vengono pubblicati dal ministero del lavoro in costante ritardo rispetto alle reali necessità ed esigenze degli interessati.

Attualmente, ad esempio, si attende ancora la pubblicazione del decreto relativo all'annualità del 2014. Con il cambio di governo ci si attendeva una maggiore attenzione per questi "piccoli" numeri (in confronti all'annosa questione degli esodati in generale) e che questi provvedimenti fossero attuati all'inizio dell'anno di riferimento in modo da consentire una rapida erogazione delle risorse in favore dei beneficiari. Invece i provvedimenti vengono pubblicati alla fine dell'anno, dopo la quadratura dei conti della legge di stabilità.

Zedde

Il Dl Sblocca Italia, pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale, non contiene novità per il settore previdenziale. Il provvedimento rifinanzia la Cassa Integrazione in Deroga per 728 milioni di euro.

Kamsin Alla fine i due decreti legge approvati lo scorso 29 Agosto dal Cdm sono arrivati in Gazzetta Ufficiale. Si tratta del Decreto legge 133/2014 (cd. Sblocca Italia) e dal provvedimento in materia di giustizia civile, il decreto legge 132/2014, provvedimenti che dopo ben 15 giorni di limature hanno ricevuto il via libera da parte del Quirinale.

In entrambi i provvedimenti non ci sono novità per chi attendeva (o sperava) in una revisione dell'età pensionabile o nell'introduzione di nuove deroghe ai requisiti di pensionamento previsti dalla Riforma Fornero. Nei 45 articoli di legge che compongono lo Sblocca Italia non c'è alcun intervento di modifica delle regole previdenziali. A bocca asciutta sono rimasti in particolare i 4 mila tra docenti e personale Ata della scuola che attendevano, dopo un tira e molla che dura da oltre un anno, la possibilità di accedere alla pensione in deroga alla disciplina vigente.

L'articolo 40 del provvedimento contiene tuttavia una importante novità per quanto riguarda la Cig in deroga: il Fondo Sociale per la formazione e l'occupazione viene infatti integrato con 728 milioni di euro per garantire, nel 2014, l'erogazione dei finanziamenti connessi alla cassa integrazione in deroga. Per reperire tali fondi il governo è stato costretto a tagliare altri stanziamenti. È stato, per esempio, completamente azzerato il «bonus Letta» per finanziare le assunzioni a tempo Indeterminato di giovani tra i 18 e i 29 anni.

Quasi 300 milioni di euro, poi, saranno presi dal contributo integrativo dello 0,30 per cento che viene versato all'Inps e il cui scopo, almeno fino ad oggi, era quello di finanziare un fondo rotativo per facilitare l'accesso al Fondo sociale europeo e al Fondo regionale europeo.

Pensioni Quota 96, Damiano: Renzi ci dica cosa vuole fare

Riforma pensioni, ecco le novità di SettembreZedde

Il ddl consentirà ad ulteriori 32.100 lavoratori di mantenere le regole di pensionamento previgenti all'entrata in vigore della Riforma Fornero.

Kamsin E' iniziata ieri in Commissione Lavoro al Senato la discussione sul progetto di legge che estende i benefici in materia di deroghe al trattamento pensionistico in favore di ulteriori 32.100 lavoratori. Il ddl è stato approvato in prima lettura lo scorso 4 luglio alla Camera e dovrebbe ricevere il via libera del Senato in tempi relativamente brevi. Vediamo di riassumere quali sono le caratteristiche e chi potrà, potenzialmente, presentare domanda per fruire del beneficio.

Innanzitutto è bene menzionare quali sono i profili di tutela ammessi. Eccoli:

a) i lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione anteriormente al 4 dicembre 2011 i quali possano far valere almeno un contributo volontario accreditato o accreditabile alla data del 6 dicembre 2011, anche se hanno svolto, successivamente alla data del 4 dicembre 2011, qualsiasi attivita', non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;

b) i lavoratori il cui rapporto di lavoro si e' risolto entro il 30 giugno 2012 in ragione di accordi individuali sottoscritti anche ai sensi degli articoli 410, 411 e 412-ter del codice di procedura civile, ovvero in applicazione di accordi collettivi di incentivo all'esodo stipulati dalle organizzazioni comparativamente piu' rappresentative a livello nazionale entro il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto, dopo il 30 giugno 2012, qualsiasi attivita' non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;

c) i lavoratori il cui rapporto di lavoro si e' risolto dopo il 30 giugno 2012 ed entro il 31 dicembre 2012 in ragione di accordi individuali sottoscritti anche ai sensi degli articoli 410, 411 e 412-ter del codice di procedura civile, ovvero in applicazione di accordi collettivi di incentivo all'esodo stipulati dalle organizzazioni comparativamente piu' rappresentative a livello nazionale entro il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto, dopo la cessazione, qualsiasi attivita' non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;

d) i lavoratori il cui rapporto di lavoro sia cessato per risoluzione unilaterale, nel periodo compreso tra il 1º gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto, successivamente alla data di cessazione, qualsiasi attivita' non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;

e) i lavoratori che, nel corso dell'anno 2011, risultano essere in congedo ai sensi dell'articolo 42, comma 5, del decreto legislativo n. 151 del 2001 e successive modificazioni, o aver fruito di permessi ai sensi dell'articolo 33, comma 3, della legge n. 104 del 1992, e successive modificazioni;

f) i lavoratori con contratto di lavoro a tempo determinato cessati dal lavoro tra il 1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011, non rioccupati a tempo indeterminato;

g) i lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione anteriormente al 4 dicembre 2011, ancorche' al 6 dicembre 2011 non abbiano un contributo volontario accreditato o accreditabile alla predetta data, a condizione che abbiano almeno un contributo accreditato derivante da effettiva attivita' lavorativa nel periodo compreso tra il 1º gennaio 2007 e il 30 novembre 2013 e che alla data del 30 novembre 2013 non svolgano attivita' lavorativa riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;

h) i lavoratori collocati in  mobilità ordinaria a seguito  di   accordi  governativi o  non  governativi, stipulati  entro  il 31 dicembre 2011,  cessati dal  rapporto di  lavoro entro il 30 settembre 2012 e  che perfezionano, entro il periodo di  fruizione dell’indennità di  mobilità, ovvero, anche  mediante  il  versamento  di contributi  volontari,  entro  dodici  mesi dalla fine dello stesso periodo, i requisiti previdenziali vigenti al 31.12.2011.

Le regole - Il ddl prevede che i soggetti di cui alle lettere a-g possono accedere al beneficio a condizione che la data di decorrenza del trattamento pensionistico (cioè comprensiva della finestra mobile) - calcolata secondo le vecchie regole pensionistiche - si apra entro e non oltre il 6.1.2016. 

La tabella sottostante riepiloga pertanto, le date entro cui deve essere maturato un diritto a pensione, con la previgente disciplina, in modo da centrare la decorrenza della prestazione entro la data del 6 gennaio 2016.

Per i lavoratori di cui alla lettera h) si richiede invece il perfezionamento di un diritto a pensione con le vecchie regole di pensionamento entro la data di scadenza dell'indennità di mobilità. Dunque per questa categoria non è richiesto il vincolo di perfezionare la decorrenza entro il 6 gennaio 2016. Si potrà andare anche oltre tale data. Si precisa inoltre, e questa è la novità, che il lavoratore potrà, mediante il versamento dei contributi volontari, perfezionare un diritto a pensione anche entro i 12 mesi successivi alla scadenza dell'indennità stessa.

Per i lavoratori in questione si specifica inoltre che il trattamento pensionistico non potrà avere decorrenza anteriore alla data di entrata in vigore della legge in materia.

E' possibile verificare in anteprima il rispetto dei vari paletti tramite l'apposito programma realizzato da Pensioni Oggi (vai al software).

Le posizioni Disponibili - La numerosità delle posizioni disponibili suddivise per ciascun profilo di tutela è sintetizzata dalla tabella sottostante.

Il testo del progetto di legge è qui disponibile.

"Il primo piano che Cottarelli presento' voleva tassare le pensioni sopra i 2mila euro e gli ho detto di no: non e' che dai i soldi a quelli che prendono meno di 1.500 euro e li vai a prendere a chi prende 2mila. Kamsin La Pensione d'oro non e' quella da 2-3mila euro al mese, poi e' chiaro che se c'e' la pensione da 90mila euro al mese, intervieni".

E' quanto ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel corso della registrazione della puntata di Porta a porta che andra' in onda questa sera. "Il governo Letta - ha aggiunto Renzi - e' intervenuto sulle pensioni piu' alte, io credo che suscitare il panico nel mondo pensionistico per 100 milioni sarebbe un grave errore".

Zedde

© 2022 Digit Italia Srl - Partita IVA/C.f. 12640411000. Tutti i diritti riservati