
Pensioni
Delrio, escludo in maniera categorica un prelievo sulle pensioni
Nell'intervista rilasciata oggi al quotidiano la Repubblica, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Del Rio smentisce l'ipotesi di un prelievo di solidarietà sulla pensioni medio-alte. Stop ad un nuovo blocco degli stipendi degli statali.
Kamsin Nel governo è ripartito il carosello di dichiarazioni intorno al prelievo sulle pensioni. Ci sarà si o no?
"A palazzo Chigi non abbiamo nessuna proposta in questo senso. E siccome decide palazzo Chigi, cioè Renzi, escludo in maniera categorica che ci saranno interventi sulle pensioni".
L'altra ipotesi che fa capolino, per trovare i soldi necessari a rilanciare gli investimenti, è quella di una patrimoniale. Esclude anche questa?
"Benché quest'estate il sole non si sia fatto vedere troppo, qualcuno deve aver comunque preso un colpo di calore. La filosofia di questo governo non è mettere nuove tasse, semmai rimettere qualcosa nelle tasche degli italiani. In sei mesi abbiamo dato 80 euro a 11 milioni di italiani, abbiamo ridotto l'Irap del 10 per cento, la bolletta energetica per le imprese e i contributi Inail per oltre un miliardo. Noi siamo quelli che levano le tasse, non quelli che le mettono".
Intanto sarebbe bello sapere se il governo darà seguito alla promessa di Renzi di estendere il bonus di 80 euro...
"Noi siamo il governo dei fatti, quelli che mantengono le promesse. Avevamo detto che l'avremmo esteso non appena fosse stato possibile. Ora purtroppo siamo in presenza di una congiuntura negativa che nessuno - Ocse, Ue, Bce - aveva previsto".
Luca Ricolfi è convinto che siano state le imposte sulla casa a bloccare la domanda interna. Si può immaginare un alleggerimento della Tasi? «È vero che quella sulla casa fu una tassazione violenta, ma il paese era sull'orlo del collasso. Quella di Monti è stata di fatto una grande patrimoniale, ma ha salvato i conti dello Stato. Ora la Tasi vale in media quanto l'Imu 2012, con qualche comune che fa pagare di più e qualcun altro di meno».
Quindi ce la teniamo?
«Il tema vero è fare quello che ci raccomanda l'Europa, ovvero completare la riforma del catasto. Ci sono ancori troppi proprietari che pagano poco per appartamenti di lusso accatastati come popolari e, viceversa, tantissimi che pagano cifre elevate per case che andrebbero valutate al ribasso. La revisione servirà a introdurre elementi di equità e ci sarà anche chi pagherà di meno»
Leviamo di torno un'altra delle "voci" estive che ha fatto infuriare i sindacati. Si parla di un nuovo blocco contrattuale del pubblico impiego. Cosa c'è di vero?
«È un altro dossier mai arrivato a palazzo Chigi. L'abbiamo letto dai giornali».
Tutto questo ottimismo è dovuto al fatto che l'Istat rivedrà i criteri di calcolo del PII e vi troverete magicamente un tesoretto da spendere?
«Non cambierà molto in ter-mini quantitativi. Non confidiamo in qualche decimale in più ma nella capacità nostra e degli italiani di rimboccarsi le maniche».
Riforma pensioni, ecco le novità di Settembre
Pensioni, Damiano: attendiamo una risposta sui quota 96Zedde
Pensioni, Renzi: non ci sarà alcun prelievo. Solo fantasie
"Credo che alcune chiacchiere di agosto della politica siano piu' o meno simili alle chiacchiere dei direttori sportivi quando parlano dei giocatori che vanno acquistati. Kamsin Tante chiacchiere e poi il calciomercato si chiude con poche notizie". Lo ha detto il presidente del consiglio Matteo Renzi intervistato dal Tg5. "Allo stesso modo accade con la politica. Leggo di aspiranti politici che hanno lanciato news in liberta', qualche volta anche qualche giornale pur di riempire le pagine di agosto che altrimenti sarebbero vuote lascia spazio a cose che nel resto dell'anno non sono cosi' importanti. Chi oggi parla di manovre e di pensioni parla di cose che non sono all'ordine del giorno", ha aggiunto Renzi. "Se i sindacati vogliono un autunno caldo, facciano pure. Gia' l'estate non e' stata un granche'...", ha detto il presidente del consiglio.
"L'estate e' stata cosi' cosi'", ha sottolineato, ironico, il presidente del consiglio, "e un po' di caldo in autunno non guasterebbe...". "Ci saranno nuove tasse? No. Anzi, come abbiamo fatto con gli ottanta euro, che sono mille euro l'anno di riduzione di tasse a undici milioni di lavoratori, cercheremo di fare lo stesso con altre fasce di popolazione e ridurre ulteriormente le tasse. Per farlo dobbiamo dare una sforbiciata alla spesa".
"In Italia sono ottocento miliardi i denari che noi spendiamo e come tutte le famiglie potremmo stare un po' piu' attenti: la famiglia a casa spegne la luce o rinuncia a una serata fuori e, allo stesso modo, anche il pubblico dovrebbe stare un po' piu' attento", ha aggiunto Renzi, "e gestire meglio i denari. Ma questo non significa che ci saranno piu' tasse e chi oggi parla di manovre, di pensioni parla di cose che non sono all'ordine del giorno".
Zedde
Riforma pensioni, ecco le novità di Settembre
Dalla legge di stabilità si attende la soluzione strutturale al fenomeno esodati. Tempi stretti per i 4mila docenti della scuola e per i 32mila esodati che attendono il via libera del Senato alla sesta salvaguardia.
Kamsin Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha confermato in questi giorni la volontà del governo di introdurre dei correttivi al Dl 201/2011 per concedere maggiore flessibilità sull'età pensionabile. Soprattutto con riguardo ai lavoratori esodati, cioè coloro che hanno perso il posto di lavoro e che si trovano senza reddito sino alla pensione.
Un intervento che, secondo il Ministro, potrebbe essere finanziato con l'introduzione di un nuovo contributo di solidarietà sulle pensioni medio-alte ( a partire dai 3.500 euro netti in su), ipotesi tuttavia che sta suscitando serie polemiche tra i sindacati e che non trova d'accordo neanche i vari esponenti dell'esecutivo. Probabile quindi che il prelievo "aggiuntivo" sia accantonato con la conseguenza che il governo dovrà reperire i denari da altre voci di spesa per finanziare la novità.
In attesa di conoscere le modalità di reperimento delle risorse, gli interventi annunciati da Poletti vanno nella direzione di fornire un ventaglio di possibilità al lavoratore che intende lasciare il lavoro per andare in pensione prima dei tempi canonici fissati dalla riforma Monti- Fornero. Poletti ha infatti parlato di strumenti differenziati adatti e coerenti con le diverse situazioni anche se non ha specificato nei dettagli quali saranno le iniziative.
Tra le ipotesi in campo, come già anticipato da Pensioni Oggi, c'è la possibilità di riproporre i cd. "pensionamenti flessibili", un progetto elaborato lo scorso anno dagli onorevoli Baretta e Damiano che consentirebbe un anticipo della pensione fino a 62 anni di età e 35 di contributi con un sistema di penalità; la riapertura del sistema delle quote che regolava la vecchia pensione di anzianità; l'introduzione del "prestito pensionistico" per chi ha perso il lavoro a pochi anni dal raggiungimento dei requisiti richiesti per la pensione. Possibile anche un mix di tali interventi.
Sempre nell'ottica di consentire un anticipo sull'età pensionabile, la legge di stabilità potrebbe essere il veicolo da utilizzare per la proroga dell'opzione donna, una misura su cui l'esecutivo ha fatto nelle scorse settimane dietrofront, ma che potrebbe estendere la possibilità per lavoratori e lavoratrici di accedere alla pensione con requisiti agevolati sino al 2018 al prezzo di avere un assegno calcolato con il sistema contributivo. Possibile anche che la finanziaria sia utilizzata per inserire la norma, stralciata dal Dl sulla Pa, che cancelli le penalizzazioni per i lavoratori precoci.
Le altre misure su cui si attende il via libera - A settembre dovrebbe iniziare in Senato la discussione del progetto di legge in materia di sesta salvaguardia, un provvedimento, approvato agli inizi di luglio alla Camera che consentirà ad ulteriori 32 mila soggetti di mantenere le vecchie regole pensionistiche. Già a fine mese si dovrebbero poi conoscere le decisioni dell'esecutivo sui quota 96 della scuola, un intervento che consentirebbe a 4mila docenti che hanno maturato un diritto a pensione entro la fine dell'anno scolastico 2011/2012 di andare in pensione in deroga alla disciplina vigente.
Riforma Pensioni, piu' facile il pensionamento d'ufficio a 65 anni nelle Pa
Pensioni quota 96, i professori scendono in piazza a Roma il 29 AgostoZedde
Riforma Pensioni, Baretta: sì a maggiore flessibilità
C'è da riformare il sistema degli ammortizzatori sociali, vorremmo introdurre, anche se con delle penalità, una maggiore flessibilità per chi vuole andare in pensione anticipatamente. Come finanziamo tutti questi interventi?". Kamsin Così il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta torna sull'ipotesi di una sforbiciata alle pensioni d'oro. Baretta ricorda che sul contributo di solidarietà "di deciso non c'è nulla" ma osserva che sul fatto che una pensione netta di 3.500 euro possa essere considerata di ceto medio commenta: "Siamo già nel novero dei redditi più alti che medi". Si sofferma poi sui possibili nuovi sacrifici: "Molte ipotesi mi risultano sconosciute, in particolare quella di un eventuale nuovo blocco del rinnovo del contratto degli statali". Esclude poi qualsiasi forma di patrimoniale sui redditi più alti: "L'opzione non è contemplata".
Dunque all’interno dello stesso esecutivo le posizioni non sono esattamente compatte: al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che in un’intervista al Corriere della sera ha confermato le linee di intervento, ha replicato anche il viceministro dell’Economia, Enrico Morando (Pd): «Il contributo di solidarietà sulle pensioni alte mi sembra un argomento che lascerei per un’altra fase». Anche Palazzo Chigi ha smentito l'intervento sulle pensioni, ma nel passato il premier Matteo Renzi non escluse (lo disse, per esempio, davanti alle telecamere di Porta a Porta) un contributo di solidarietà a carico delle pensioni superiori ai 3.500 euro netti al mese (circa 6 mila lordi) calcolati con il metodo retributivo. Ipotesi, peraltro, sostenuta dal consigliere economico del presidente del Consiglio, e parlamentare del Pd, Yoram Gutgeld nel suo libro “Più uguali più ricchi”. Così l’asticella dei 3.500 euro netti al mese di pensione definita con il metodo retributivo sembra effettivamente quella più realistica.
Accanto al contributo di solidarietà i tecnici del Mef studiano anche un eventuale raffreddamento dei meccanismi di adeguamento automatico delle pensioni al costo della vita. Questione marginale in questa fase in cui l’inflazione sta andando in territorio negativo, ma che riemergerebbe una volta che l’inflazione dovesse ritornare sul target europeo del 2 per cento. L’ipotesi più probabile è che si introducano delle fasce di reddito meno sensibili alle dinamiche inflazionistiche con il crescere dell’importo.
Riforma Pensioni, Renzi: no al prelievo sulle retributiveZedde
Pensioni, Damiano: possibile un prelievo solo oltre i 5mila euro
A proposito di pensioni e delle troppe ipotesi di un contributo di solidarietà sostenute da vari esponenti del Governo, noi stiamo tranquilli solo se fino a 5.000 euro netti mensili, sommando pensioni e vitalizi percepiti, non si prevede alcun prelievo. Kamsin E' quanto sostiene il Presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano che ricorda tuttavia che un contributo di solidarietà sopra tale soglia già esiste.
"Mettere in allarme quindici milioni di pensionati che hanno soltanto la colpa di essere andati in pensione con il calcoli retributivo, è semplicemente una follia. Dalle pensioni d’oro siamo già passati a quelle d’argento e si sa che, per fare cassa, si potrebbe arrivare a quelle di bronzo. No grazie. Colpiamo i veri privilegi ed estendiamo a tutti i Fondi pensione il tetto massimo di 100.000 euro lordi annui previsto dall’INPS. Così verranno cancellate quelle pensioni da nababbi, anche di 20.000 euro al mese, che rappresentano uno schiaffo al buon senso comune" ha concluso Damiano.
Il Programma di Poletti - L'idea lanciata da Poletti è semplice ed è quella dei pensionamenti flessibili: chi è vicino all'età prevista dalla Fornero può anticipare fino a tre anni l'uscita dal mondo del lavoro. In cambio però dovrà accettare una decurtazione dell'assegno pensionistico tra il 4 e il 9 per cento in relazione agli anni di contributi che gli mancano. L'altro pezzo della riforma dovrebbe essere il famoso prestito pensionistico ideato dall'ex ministro del Lavoro, Enrico Giovannini. In questo caso il lavoratore vicino alla quiescenza chiede allo Stato di anticipare l'uscita, ottenendo un assegno mensile. In cambio, garantisce di restituire questa cifra una volta entrato in regime di pensione di vecchiaia.
I tecnici per finanziare questo intervento potrebbero ricorrere a due soluzioni: la prima è estendere, in maniera proporzionale, il contributo di solidarietà straordinario sulle pensioni sopra i 3-3.500 euro e per un periodo che non dovrebbe superare il triennio. L'altro è la conferma del congelamento degli aumenti salariali degli statali, che negli ultimi quattro anni ha permesso allo Stato di risparmiare 11 miliardi. E non è detto che una cosa escluda l'altra. Il premier Matteo Renzi ha smentito tali interventi l'altro ieri prima di partire per l'Iraq ma i sindacati minacciano di scendere in piazza in caso di un nuovo blocco degli stipendi dei salari e delle pensioni. Non è escluso tuttavia che, a causa del veto incrociato sulle coperture, il cantiere sulle pensioni da Riformare con la legge di stabilità salti del tutto a discapito degli esodati e dei lavoratori precoci.
Statali, il governo studia un nuovo stop ai salari
Riforma Pensioni, Renzi: no al prelievo sulle retributive
Renzi boccia l'idea di chiedere un contributo di solidarietà a chi riceve una pensione calcolata con il metodo retributivo, oltre una certa soglia.
Kamsin Sull'ipotesi del Ministro del Lavoro Giuliano Poletti di introdurre un contributivo di solidarietà (aggiuntivo rispetto a quello già attualmente previsto dalla legge di stabilità 147/2013) per finanziare un intervento in favore degli esodati (ma anche di altre categorie di lavoratori, come ad esempio i precoci) si è scatenata la bufera. La proposta che mira ad inserire un prelievo sulle pensioni più alte calcolate con il vecchio metodo retributivo ha infatti trovato subito contrari i sindacati, le associazioni dei manager, una stessa parte del Pd, gli alleati del Ncd e Forza Italia.
L'idea non è piaciuta nemmeno al premier Matteo Renzi che ieri ha seccamente smentito il titolare del Dicastero di Via Veneto indicando che un'ipotesi del genere, proposta da Cottarelli nel Marzo scorso era stata già bocciata dal governo. E dunque non sarà riproposta nelle legge di stabilità. Nemmeno in una forma surrogata. Anche perchè i tempi sono molto stretti (il governo deve presentare la legge di stabilità entro il 15 Ottobre) e lo studio di un simile intervento sarebbe piuttosto complesso. Certo è, comunque, che la legge di stabilità sarà l'ultima chiamata per il governo per dare una risposta soddisfacente, dopo i vari annunci, ai tanti capitoli aperti sul fronte previdenza. Ma le risorse, complice anche il peggioramento del Pil, sono sempre piu' esigue.
Poletti ha bisogno di risorse e sa come tutti che realizzare la prossima legge di Stabilità ( dai 23 ai 25 miliardi) agendo esclusivamente sul versante dei tagli di spesa non sarà affatto semplice. Solo per salvaguardare circa 170 mila esodati sono stati necessari più di 11 miliardi. E dall'inizio della crisi ogni anno è andato alla cassa integrazione in deroga ( quella cioè finanziata conta fiscalità generale e non con i versamenti delle imprese) oltre un miliardo di euro. Ben si comprende quindi come l'idea di Poletti, per quanto criticata, avrebbe potuto portare "denari" per realizzare quegli interventi tanto sbandierati nelle scorse settimane dall'esecutivo sulle pensioni.
Molte sono infatti le questioni sulla previdenza che dovranno essere affrontate entro l'autunno. Prima di tutto c'è l'introduzione di soluzione strutturale al fenomeno degli esodati (si vuole realizzare una sorta di scivolo che accompagni alla pensione per coloro che hanno perso il lavoro) e la sterilizzazione delle penalizzazioni per i lavoratori precoci. Già a fine mese si dovrebbero poi conoscere le intenzioni di Renzi sui quota 96 della scuola e, sempre con la legge di stabilità, potrebbe essere rilanciata l'opzione donna per concedere un anticipo dell'età pensionabile al prezzo di un assegno calcolato totalmente con il sistema contributivo. Piu' difficile un intervento sulle ricongiunzioni onerose e sulle pensioni minime così come l'estensione del bonus degli 80 euro ai pensionati.
Nessuna novità, invece, sul fronte dell’età pensionabile che resterà quella fissata dalla legge Fornero (67 anni o 42 anni e 6 mesi di contriubuti) anche perché un cambio di rotta su questo fronte non verrebbe approvato da Bruxelles.
E nella legge di Stabilità potrebbe infine essere inserito un tetto alle pensioni calcolate pro rata con il metodo contributivo. In mancanza di un limite, infatti, oggi alcune categorie che possono andare in quiescenza con oltre 70 anni di età (dai professori universitari ai magistrati), riescono a maturare un assegno pensionistico pari al 100 per cento, ma anche oltre, dell’ultima retribuzione.
Riforma pensioni, a settembre si riapre il cantiere
Pensioni, Brunetta: il contributo di solidarietà già esiste
Dalle Pensioni al Turn-over. La Riforma della Pa è leggeZedde