Pensioni

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Le affermazioni di oggi del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, su delega e pensioni lasciano "perplesso" il presidente del gruppo del Nuovo Centrodestra al Senato, Maurizio Sacconi. Kamsin Poletti ha infatti dichiarato, in una intervista al Corriere della Sera, di essere favorevole ad un prelievo sulle pensioni superiori ad un determinato importo per finanziare gli interventi di manutenzione sulla Riforma Fornero in favore degli esodati. Una sorta di contributo di solidarietà. Per Poletti inoltre non sarebbe allo studio una revisione dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. 

"Il ministro -afferma il presidente della Commissione Lavoro di Palazzo Madama- sembra escludere correzioni e integrazioni alla delega lavoro nonostante il presidente Renzi abbia esplicitamente ipotizzato il superamento dello Statuto dei Lavoratori". "Ciò richiede -osserva Sacconi- l'inserimento nel provvedimento di un criterio di delega per un testo unico innovativo anche del contratto a tempo indeterminato, la cui flessibilità nel solo primo triennio sarebbe non solo inutile in relazione ai contratti a termine, ma soprattutto negativa per i contratti di apprendistato che ne sarebbero scoraggiati". "Sarebbe davvero paradossale -prosegue- intervenire su tutto, dagli ammortizzatori ai servizi per l'impiego, dai modelli contrattuali alla conciliazione, escludendo solo l'art.18.

"Preoccupa inoltre -aggiunge Sacconi- il riferimento alle pensioni medie già erogate che potrebbero essere, a detta del ministro che ipotizza una asticella di ampia resa finanziaria, ulteriormente penalizzate inducendo una più generale insicurezza nei pensionati, sulle loro aspettative di vita, sui loro consumi". 

Pensioni, Poletti: ok ad un contributo di solidarietà per aiutare gli esodati

Riforma pensioni, a settembre si riapre il cantiereZedde

Nell'intervista raccolta dal Corriere della Sera il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti si dice favorevole all'introduzione di un contributo di solidarietà sulle pensioni alte per aiutare gli esodati. Ok anche a maggiore flessibilità.

Kamsin Ministro, la disoccupazione, non solo giovanile, è molto alta. E ci sono centinaia di migliaia di lavoratori in cassa integrazione. Se ci sarà la ripresa, una parte di questi rientrerà al lavoro, una parte sarà nel frattempo andata in pensione, un’altra parte rischia di finire esodati, senza lavoro né pensione. Lei ha promesso un «ponte» per costoro verso la pensione. Di che si tratta?

«Questo è il tema che abbiamo in lavorazione, ma è strettamente legato alle risorse che avremo a disposizione. Stiamo elaborando opzioni diverse in vista della legge di Stabilità. Dovremo vedere in che misura distribuire il costo di questo piccolo ponte o scivolo che dir si voglia tra lavoratori, imprese e fiscalità generale».

Tra le ipotesi allo studio c’è anche il «prestito pensionistico»: il lavoratore cui manchino 2-3 anni alla pensione prende un anticipo di 6-700 euro che poi restituirà in piccole rate al raggiungimento dell’età pensionabile?
«Si tratta di un’ipotesi che aveva formulato il mio predecessore, Enrico Giovannini, e che stiamo valutando insieme ad altre».

Queste ipotesi riguardano solo i lavoratori delle aziende in crisi o potrebbero esserci interventi più generali per reintrodurre elementi di flessibilità nell’età pensionabile?
«Naturalmente partiamo dalle situazioni di emergenza e quindi dai lavoratori delle aziende in crisi. Ma stiamo valutando anche misure di flessibilizzazione, che però non mettano in discussione le attuali età di pensionamento, nel senso che chi volesse uscire uno o due anni prima verrebbe penalizzato. Anche qui bisognerà vedere che risorse avremo a disposizione».

Per intervenire a favore di chi resta senza lavoro e pensione si potrebbe creare anche a un ammortizzatore sociale universale? L’Aspi ancora non lo è, lascia fuori i lavoratori precari.
«Nella delega stiamo lavorando su un ammortizzatore universale. Ma va risolto il problema di chi lo paga. Dovrebbero farlo le imprese, anche quelle che finora non lo hanno fatto, ma poi ci vorrebbe un intervento a carico della fiscalità generale. E qui torniamo al problema delle risorse».

Ministro, lei è favorevole o contrario a un contributo di solidarietà sulle pensioni alte o al ricalcolo delle pensioni col metodo contributivo per intervenire su quelle che sono esageratamente alte rispetto ai contributi versati? Ci sono ipotesi allo studio su questo?
«Sono favorevole a interventi di questo tipo a patto che siano collegati agli interventi di cui ho parlato prima a sostegno dei lavoratori che altrimenti rischierebbero di finire esodati. Credo cioè che le risorse eventualmente recuperate con un contributo di solidarietà o con il ricalcolo contributivo dovrebbero restare nel sistema previdenziale in una logica di solidarietà per chi soffre di più. Ipotesi se ne sono fatte tante in passato. Adesso bisognerà fare delle scelte».

Ma le pensioni alte sono così poche che si raccoglierebbero briciole.
«Dipende da dove si fissa l’asticella».

Riforma pensioni, a settembre si riapre il cantiere

Riforma Pensioni, Baretta: apriremo a maggiore flessibilitàZedde

Buone notizie per i lavoratori della quarta salvaguardia che attendono la comunicazione della certificazione di poter mantenere le previgenti regole di pensionamento. Kamsin Secondo quanto apprende la Redazione di Pensioni Oggi i primi 1200 lavoratori appartenenti al contingente dei 2500 ex art. 11 bis del Dl 101/2013 hanno dalla scorsa settimana iniziato a ricevere la tanto attesa comunicazione. In questa prima fase risultano interessati coloro che hanno maturato un diritto a pensione entro il 31 Agosto 2012, come precisato dall'Inps la scorsa settimana. 

Concluse le operazioni di monitoraggio, saranno inviate le lettere di certificazione agli ulteriori soggetti che si collocheranno in posizione utile in graduatoria. 

Ad ogni modo, come la norma prevede, le pensioni liquidate non potranno avere decorrenza anteriore al 1° gennaio 2014.

L'Inps ha inoltre avviato le procedure per la verifica delle posizioni riguardanti i lavoratori interessati alla quinta salvaguardia, i cui termini per la presentazione delle domande erano scaduti lo scorso giugno. Diversi soggetti hanno avuto conferma, non ancora ufficiale, circa la presenza del loro nominativo in posizione utile nella graduatoria.

Esodati, Inps: certificazione della quarta salvaguardia sino al 31 Agosto 2012

Esodati, in pensione anche chi è stato rioccupato

Esodati, Inps: ancora aperte le verifiche sulla quarta salvaguardiaZedde

Si riaprirà a Settembre il capitolo sulle pensioni in vista della legge di stabilità per il 2015. Sullo sfondo la possibilità di un temperamento della Riforma Fornero

Kamsin Dopo il brutto stop nel decreto legge sulla pubblica amministrazione, le speranze di una revisione della Riforma Fornero sono affidate alla prossima legge di stabilità. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha sostanzialmente confermato, prima della pausa estiva, la volontà del governo di introdurre dei correttivi al Dl 201/2011 per concedere maggiore flessibilità sull'età pensionabile. 

L’idea fatta dal Ministro è quella di fornire un ventaglio di possibilità al lavoratore che intende lasciare il lavoro per andare in pensione prima dei tempi canonici fissati dalla riforma Monti- Fornero. Poletti ha parlato di strumenti differenziati adatti e coerenti con le diverse situazioni anche se non ha specificato nei dettagli quali saranno le iniziative.

Tra le ipotesi in campo c'è la possibilità di riproporre i cd. "pensionamenti flessibili", un progetto elaborato lo scorso anno dagli onorevoli Baretta e Damiano che consentirebbe un anticipo della pensione fino a 62 anni di età e 35 di contributi con un sistema di penalità; la riapertura del sistema delle quote che regolava la vecchia pensione di anzianità; l'introduzione del ”prestito pensionistico“ per chi ha perso il lavoro a pochi anni dal raggiungimento dei requisiti richiesti per l’accesso all’assegno pensionistico.

Sempre nell'ottica di consentire un anticipo sull'età pensionabile, la legge di stabilità potrebbe essere il veicolo da utilizzare per la proroga dell'opzione donna, una misura su cui l'esecutivo ha fatto nelle scorse settimane un frettoloso dietrofront, ma che potrebbe estendere la possibilità per lavoratori e lavoratrici di accedere alla pensione con requisiti agevolati sino al 2018 al prezzo di avere un assegno calcolato con il sistema contributivo. Possibile anche che la finanziaria sia utilizzata per inserire la norma, stralciata dal Dl sulla Pa, che cancelli le penalizzazioni per i lavoratori precoci. 

Le altre misure su cui si attende il via libera - A settembre dovrebbe iniziare in Senato la discussione del progetto di legge in materia di sesta salvaguardia, un provvedimento, approvato agli inizi di luglio alla Camera che consentirà ad ulteriori 32 mila soggetti di mantenere le vecchie regole pensionistiche. Già a fine mese si dovrebbero poi conoscere le decisioni dell'esecutivo sui quota 96 della scuola, un intervento che consentirebbe a 4mila docenti che hanno maturato un diritto a pensione entro la fine dell'anno scolastico 2011/2012 di andare in pensione in deroga alla disciplina vigente.

Le proposte per introdurre maggiore flessibilità

La proposta Damiano - Il disegno di legge messo a punto già nella scorsa legislatura prevede, con 35 anni di contributi, la possibilità di anticipare l’età del pensionamento fino a 62 anni, con un sistema di penalizzazioni (dal 2 all’8% a seconda di quanti anni mancano ai 66). Verrebbe meno anche la penalizzazione per chi ha maturato 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica. Si tratta dei cd. pensionamenti flessibili.

La Quota 100 - Possibile l'introduzione di un sistema basato sulla precedente pensione di anzianità. Cioè ancorato ad un minimo di età anagrafica unitamente al perfezionamento di un requisito contributivo (es. 40 anni di contributi e 60 di età; oppure 39 di contributi e 61 di età).

Il Prestito Pensionitico - E' l'ipotesi elaborata dall'ex ministro del Lavoro Enrico Giovannini. L'idea consentirebbe a chi, a pochi anni dalla pensione, si ritrova disoccupato e senza ammortizzatori sociali di chiedere all'Inps un anticipo dell’assegno pensionistico fino a 2-3 anni, importo che poi sarà rimborsato piano piano con micro-prelievi sull'assegno una volta conseguita la pensione.

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Il Progetto Trasparenza sulla condizione pensionistica, la cd. "busta arancione" potrebbe essere giunto ai nastri di partenza. Il Progetto, com'è noto, intende fornire un documento sui contributi versati e la stima della pensione futura. Kamsin Secondo fonti vicine al Dicastero di Via Veneto, l'Inps avrebbe in programma l'invio, già nel corso del 2014 in via sperimentale ad alcune categorie di lavoratori dipendenti, il documento contenente le informazioni sulla posizione previdenziale: contributi versati, tempi previsti per la decorrenza dell’assegno pensionistico, stima dell’importo pensionistico, mediante il calcolo on line.

L'Inps ha già inviato i codici per avere una visione dei contributi versati ed una stima della pensione ad un campione di lavoratori vicini alla pensione, ma come pensabile, la gran parte di essi non conosce quale potrà essere il futuro trattamento pensionistico. Si ricorda che la riforma Fornero ha adottato per tutti i lavoratori il criterio contributivo (calcolo della pensione sui reali versamenti effettuati per i periodi successivi al 31 Dicembre 2011) che opererà pro-quota con il precedente criterio retributivo (calcolo della pensione sulla media delle ultime retribuzioni).

Il documento contenuto nella Busta arancione comporterà  una maggiore consapevolezza della propria posizione e permetterà di stimare se il proprio tenore di vita al momento del pensionamento potrà avere dei cambiamenti.  

Questa analisi dovrebbe dare un impulso allo sviluppo della previdenza complementare, che potrà colmare il gap  delle minori disponibilità create dalla futura pensione. Da tener conto che l’ incidenza della pensione integrativa avrà un peso  se attuata con un certo anticipo sulla data di fine lavoro e con il versamento di determinati importi – se possibile !!- che possano bilanciare le minori rendite attuali.

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Quando è possibile andare in pensione con la nuova Riforma Fornero? A quanto ammonta la penalizzazione? Con la Riforma Fornero del 2011 è cambiata la previdenza per milioni di lavoratori italiani che oggi si trovano alle prese con l'allungamento dell'età pensionabile ed assegni mediamente piu' leggeri rispetto al passato. Kamsin E l'incognita speranza di vita che comporterà un ulteriore dilatazione nell'accesso alla pensione.

Da quest'anno, ad esempio, sono stati ridefiniti i requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia per le lavoratrici. Com'è noto infatti, ai sensi della legge 214/2011, per le lavoratrici del settore privato è stato previsto un innalzamento graduale dell’età pensionabile, a partire dal 2012 e per gli anni successivi in modo da parificare, entro il 2018, i requisiti a quelli vigenti per gli uomini e per le donne del pubblico impiego. I requisiti per la pensione di vecchiaia sono fissati in 62 anni per le lavoratrici dipendenti la cui pensione è liquidata a carico dell’Ago e delle forme sostitutive della stessa, dal 1˚ gennaio 2012; a 63 anni e sei mesi a decorrere dal 1˚ gennaio 2014, a 65 anni a decorrere dal 1˚ gennaio 2016 e 66 anni a decorrere dal 1˚ gennaio 2018. Per le autonome (Ago e gestione separata) i requisiti sono pari a 63 anni e 6 mesi dal 1˚ gennaio 2012. Tale requisito anagrafico è fissato a 64 anni e 6 mesi a decorrere dal 1˚ gennaio 2014, a 65 anni e 6 mesi a decorrere dal 1˚gennaio 2016 e a 66 anni a decorrere dal 1˚ gennaio 2018.

Per tenere sotto controllo tutte queste novità Pensioni Oggi ha realizzato un programma apposito "Calcola quando si va in pensione" per aiutare gratuitamente i lettori a comprendere quando potranno effettivamente andare in pensione: il programma, disponibile a questo indirizzo, consente di verificare rapidamente la piu' vicina data di pensionamento (vecchiaia o anticipata) tenendo conto dell'applicazione della stima di vita.

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