Pensioni

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La commissione Affari costituzionali del Senato ha votato questa mattina le modifiche presentate dal governo al dl con le misure sulla Pubblica amministrazione. Smontate, come anticipato da Pensioni Oggi le novità introdotte alla Camera sulla Riforma Fornero. Kamsin Salta l'articolo 1-bis, la norma che avrebbe consentito a 4mila persone, tra insegnanti e personale della scuola, di andare in pensione dal 1° Settembre; sparisce anche la norma che cancellava la penalizzazione in favore di coloro che - sino al 2017 - avrebbero maturato i 42 anni e 6 mesi di contributi (41 anni e 6 mesi per le donne) (vedi i dettagli). Insomma sul fronte dei lavoratori precoci e dei quota 96 la legislazione vigente rimarrà immutata.

E' andata via anche la norma che avrebbe consentito alle amministrazioni pubbliche di far andare in pensione dirigenti delle strutture sanitarie e professori universitari raggiunti i 68 anni di età. 
La commissione è impegnata da stamattina nell'esame dei circa 650 emendamenti presentati sul decreto legge con l'obiettivo di concludere i lavori entro oggi. Alle 14 l'Assemblea sarà chiamata a confermare il parere favorevole sempre della commissione Affari Costituzionali sui presupposti di costituzionalità. Appare scontata la richiesta della fiducia da parte del Governo dato che il Dl con le modifiche dovrà tornare alla Camera ed essere convertito in via definitiva entro il 23 agosto.


Dura la reazione della politica che si era spesa per risolvere il problema soprattutto dei lavoratori precoci. "Sarebbe scandaloso non risolvere quota 96 degli insegnanti, ma soprattutto utilizzare argomenti falsi per non fare questa scelta”. A dirlo in una nota congiunta sono Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro alla Camera, e la deputata (capogruppo Pd  in commissione Lavoro) Maria Luisa Gnecchi commentando lo stop al Senato dopo l’approvazione alla Camera.

“La misura – spiegano – è destinata esclusivamente a quegli insegnanti che, a causa di un errore del Governo Monti, non hanno potuto andare in pensione entro il mese di agosto del 2012″. “Persone che – ribadiscono – a differenza degli altri lavoratori che in pensione ci sono andati poiché hanno maturato il loro diritto entro il dicembre 2011, sono costrette a calcolare i loro contributi con la cadenza dell’anno scolastico, cioè dal primo settembre di ogni anno, anziché sulla base di quello solare. Si tratta dunque di riparare un torto e non di regalare un privilegio”. “Se la politica non sa riconoscere i propri errori non può pretendere di riavvicinarsi ai cittadini”. I due parlamentari Pd chiedono quindi che il Governo chiarisca la situazione. “Anche perché – concludono – su questa norma, che adesso si vorrebbe cancellare, è stata posta la fiducia. Una soluzione deve essere trovata”.

Zedde

E' sempre piu' in bilico la situazione dei docenti e del personale amministrativo scolastico, penalizzati dalla riforma Fornero, i cd. quota 96 della scuola. Ancora ai primi di agosto non è stato chiarito se questi lavoratori, 4mila persone in tutto, potranno accedere all'agognata pensione dal 1° Settembre come prevede il nuovo articolo 1-bis del decreto legge sulla Pa approvato in prima lettura alla Camera. Kamsin Pesano i rilievi della Ragioneria dello Stato che ha bocciato la misura e che oggi potrebbero essere accolti dalla Commissione Bilancio del Senato con lo stralcio definitivo della deroga.

E' questo quanto ha fatto intendere stamani il Ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia, secondo una nota diffusa dall'Ansa, che ha annunciato che il governo presenterà "4 emendamenti soppressivi" di alcuni punti del dl Pubblica amministrazione tra cui la cosiddetta quota 96 della scuola. Verso la revisione anche dei limiti d'età per il pensionamento d'ufficio, con l'eliminazione del tetto dei 68 anni inserito per professori universitari e primari, ha sottolineato il ministro Madia. Restano invece le soglie previste per il resto dei dipendenti pubblici (62 anni e 65 per i medici).

Dovrebbe saltare anche la norma che elimina le penalizzazioni per chi matura la pensione anticipata prima dei 62 anni (vedi i dettagli), una delle altre importanti innovazioni alla Riforma Fornero approvate alla Camera in prima lettura e il prepensionamento per i giornalisti iscritti all'Inpgi di imprese editoriali in crisi. Insomma gran parte dell'impianto coniato in Commissione Affari Costituzionali alla Camera rischia ora di saltare ed essere archiviato in via definitiva. Una decisione che, se confermata, scatenerà dure reazioni politiche.

Zedde

Sono circa 15 milioni pensionati ai quali il premier aveva promesso l'estensione del bonus da 80 euro con la prossima legge di stabilità. Un intervento da attuare a breve, appena dopo la pausa estiva, per centrare l'obiettivo del 2015. Kamsin Ma per loro arriverà probabilmente una delusione. Matteo Renzi ha infatti annunciato che non potrà garantire la promessa fatta nelle scorse settimane, sotto accusa i dati economici deludenti che potrebbero costringere l'esecutivo a rivedere le stime di bilancio per l'anno prossimo. Niente da fare anche per le quasi 2 milioni di partite Iva.

E così, a conti fatti, solo il 9,74% dei contribuenti italiani riceverà nel 2014 più o meno gli 80 euro promessi in busta paga. Si tratta di 3,8 milioni di lavoratori dipendenti che hanno un reddito lordo annuale che oscilla fra 20 e 26mila euro. In media, secondo i calcoli della Cgia di Mestre, avranno 79,49 euro mensili, ma fra loro c'è qualcuno che raggiungerà i 90 euro e qualcuno che starà ben al di sotto. Sono loro però gli unici a vedere realizzata la promessa fatta. Avranno in media 61,79 euro in più in busta paga i lavoratori dipendenti che prendono fra 26 e 29mila euro lordi l'anno: sono 1,3 milioni (il 9,14% di quelli che avranno qualcosina in più).

"Apprendiamo che il premier ha fatto un passo indietro sulla possibilità di estendere il bonus di 80 euro anche ai pensionati. Noi non ci stiamo, non si possono fare delle promesse così grosse e importanti senza poi mantenerle. La pazienza ha un limite ed è per questo che penso che non potremo più stare fermi» dichiara Carla Cantone, segretario della SpiCigl, che ricorda che «i pensionati hanno accettato l'idea di non avere subito gli 80 euro perchè il premier gli ha detto che glieli avrebbe dati dopo». Secondo Cantone «è una questione di giustizia sociale, così milioni di persone vengono del tutto dimenticate e invece avrebbero davvero bisogno di risposte dopo tanti anni in cui si sono fatte carico della crisi pagando di tasca propria».

Zedde

Il sottosegretario alla Pubblica Amministrazione, Angelo Rughetti ha indicato che sull'articolo dedicato al ricambio generazionale nel comparto della scuola, approvato in prima lettura alla Camera, siano in corso approfondimenti sulle criticità circa la compatibilità finanziaria, rilevate dalla Ragioneria. Kamsin Il governo prova dunque a mediare per individuare una soluzione ai rilievi sollevati dai tecnici, anche se un risultato positivo non è affatto scontato.

Sabato intanto in commissione Affari costituzionali del Senato si è conclusa la discussione generale sul provvedimento con la presentazione di circa 600 emendamenti. Oggi inizieranno le prime votazioni sugli emendamenti e oggi soprattutto è atteso il parere della Commissione Bilancio che dovrebbe sciogliere se accogliere le indicazioni provenienti dalla Ragioneria dello Stato o tirare dritto. Con l'avvertimento che se ci saranno modifiche il decreto dovrà tornare per una terza lettura alla Camera.

Il nodo della questione riguarda la norma che consente a 4.000 professori di andare in pensione già dal 1° Settembre in deroga alle legge Fornero. Ma nel mirino c'è anche la regola che consente il pensionamento anticipato a 68 anni per i professori universitari - con la riforma all'esame del Parlamento si è introdotta infatti una «deroga» alla Fornero che consente il pensionamento d'ufficio motivando la scelta, a 62 anni, purché abbiano l'anzianità massima (per professori universitari e primari salgono a 68 anni, per i medici a 65); l'eliminazione delle penalizzazioni per la pensione anticipata previste dalla legge Fornero; il prepensionamento dei giornalisti professionisti iscritti all'Inpgi per consentire le ristrutturazioni nel campo dell'editoria in stato di crisi.

Duro il giudizio del Pd che, per voce degli onorevoli Damiano e Gnecchi fa sapere di considerare inaccettabile una marcia indietro del governo a causa delle pressioni della Ragioneria dello Stato. Su quota 96 degli insegnanti, spiegano, si tratta di correggere un errore del governo Monti che ha intrappolato 4.000 lavoratori che hanno diritto di andare in pensione. Questa correzione va fatta entro agosto, altrimenti si salta un altro anno ancora.

Il secondo punto riguarda la cancellazione delle penalizzazioni per chi va in pensione di anzianità prima dei 62 anni, avendo maturato 41 anni di contributi (donne) o 42 anni (uomini): una norma vessatoria che colpisce l'assegno pensionistico dei lavoratori che hanno cominciato a lavorare a partire dai 15 anni di età. Quello che sconcerta  dicono ancora i due esponenti del Pd  è che le valutazioni sulla copertura finanziaria fatte dall' Inps sono state smentite dalla Ragioneria. Si tratta di due relazioni tecniche richieste all'Istituto di previdenza. Il Governo deve chiarire questa situazione che dura da troppo tempo e che mette il Parlamento sotto ricatto. Non si può tornare indietro dal Decreto approvato: se qualcuno intende farlo saltare deve dirlo con chiarezza», concludono.

Zedde

Cresce l'attesa per le due principali misure in materia previdenziale che sono state approvate questa settimana in prima lettura alla Camera dei Deputati e che ora rischiano, dopo il parere negativo della Ragioneria dello Stato, di essere messe in discussione al Senato. Kamsin Come già anticipato da Pensioni Oggi, la bocciatura riguarda i quota 96 della scuola e l'altra deroga alla riforma Fornero: l'eliminazione delle penalizzazioni per l'accesso alla pensione anticipata per chi matura i requisiti entro il 31 dicembre 2017. Ma in forse c'è anche la possibilità per le Pa di risolvere a 68 anni il rapporto di lavoro dei professori universitari.

La relazione, datata primo agosto e indirizzata alla presidenza del Consiglio dei ministri e alla Commissione Bilancio del Senato (dove il provvedimento è approdato), boccia sonoramente questi tre provvedimenti chiedendo in pratica al Senato di scegliere tra la loro cassazione dal testo o la modifica delle coperture. E in entrambi i casi sarà necessaria una terza lettura alla Camera, cosa che potrebbe mettere a rischio i tempi di conversione. Un vero e proprio pasticcio. Vediamo dunque quali sono le norme in bilico che potrebbero saltare al Senato.

I Quota 96 - L'articolo 1-bis nel testo approvato alla Camera dà il disco verde all'uscita di 4mila insegnanti e personale amministrativo scolastico che, in base alle regole pre-Fornero della vecchia «quota 96», avrebbero maturato il diritto alla pensione tra il 1 gennaio e il 31 agosto del 2012, nel corso dell'anno scolastico 2011/2012. La Ragioneria indica che "di fatto la disposizione prefigura per il settore della scuola una salvaguardia aperta, non in grado di assicurare il rispetto del limite dei 4.000 soggetti, con effetti in termini di maggiori oneri per i quali non è individuata adeguata copertura finanziaria".

Lo Stop alle Penalizzazioni - Con una modifica all'articolo 1 del provvedimento approvato in prima lettura alla Camera è stata sancita la definitiva archiviazione della penalizzazione per chi sceglie di andare in pensione prima dei 62 anni di età. La legge Fornero lo consente agli uomini che hanno 42 anni e 6 mesi di contributi, e alle donne che ne hanno 41 anni e 6 mesi. I contributi però devono essere da effettiva prestazione lavorativa, sono esclusi quindi quelli figurativi (ad eccezione della maternità obbligatoria, la leva militare, cig ordinaria, malattia infortunio, donazioni di sangue, congedi parentali, permessi per assistenza disabili).

Di fatto sono fuori il riscatto della laurea e i contributi volontari ma anche molti contributi figurativi (in primis quelli derivanti da amianto, disoccupazione, cigs e mobilità). La nuova norma votata alla Camera elimina il taglio (1% o 2% sulle quote retributive) per chi matura i requisiti entro dicembre 2017. La Ragioneria indica però che la copertura indicata «è sottostimata», anziché 1 milione nel 2014 ne servono 5, al posto dei 3 individuati per il 2015 ne occorrono 15 milioni, e non basteranno di certo i due milioni indicati per ciascuno degli anni a venire, ma le cifre sono molto più alte, ovvero 35 milioni nel 2016, 50 nel 2017 e 60 a decorrere dal 2018.

La risoluzione unilaterale nelle Pa - La Camera ha altresì approvato una norma che consente alle Pa di risolvere unilateralmente il rapporto di lavoro al raggiungimento della massima anzianità contributiva per i dipendenti delle Pa a condizione che abbiano almeno 62 anni di età. Per dirigenti medici e del ruolo sanitario del Ssn la risoluzione unilaterale del rapporto non potrà comunque avvenire prima del compimento dei 65 anni, che salgono a 68 anni per i primari e per i professori universitari (questi ultimi potranno comunque concludere l'anno accademico, ma nell'ateneo dovrà scattare l'assunzione di almeno un nuovo professore o di un ricercatore a tempo determinato). La Ragioneria ha bocciato le coperture in favore di quest'ultimi indicando che il numero di docenti potenzialmente interessati sono un numero superiore a quello individuato dalla Camera.

Zedde

Governo e Parlamento alle prese per risolvere il pasticcio sulle pensioni. In Senato da ieri è iniziata la trattativa per mettere mano alle norme che non sono state approvate dalla Ragioneria dello Stato. Kamsin Sta infatti proseguendo il confronto tra Governo e tecnici del ministero dell'Economia e della commissione Bilancio del Senato per cercare di trovare una soluzione alle norme "non bollinate" dalla Ragioneria generale dello Stato al dl Madia. Nel mirino c'è soprattutto la questione dei quota 96 della scuola, la cancellazione delle penalizzazioni sino al 2017, il pensionamento a 68 anni per i docenti universitari, il riconoscimento dei benefici alle vittime di terrorismo.

Secondo quanto si apprende dalla Funzione Pubblica la partita per i 4mila docenti e personale amministrativo dovrebbe comunque tagliare il traguardo finale, al massimo, con qualche aggiustamento. Probabile anche la conferma dell'altra misura in bilico, quella che introduce benefici per le vittime del terrorismo. Strada in salita invece per l'estensione del pensionamento d'ufficio ai professori universitari al raggiungimento dei 68 anni perchè interesserebbe una platea potenziale di 1.546 docenti e la misura sarebbe completamente scoperta. Difficile in poche ore individuare una soluzione. Ripensamento pare inevitabile anche sulla cancellazione delle penalizzazioni introdotte dalla Fornero per coloro che raggiungono i requisiti per la pensione anticipata entro il 2017. Anche qui il problema sta nelle coperture erroneamente indicate nel provvedimento uscito dalla Camera.

La decisione sarà assunta entro domani o martedì in Commissione Bilancio del Senato.

Zedde

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