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P.A.: Madia, non ci sono risorse Blocco contratti anche nel 2015
- Roma, 3 set. - I contratti per gli statali saranno bloccati anche nel 2015 ma "in questa situazione di crisi l'alleanza e' prima di tutto con chi ha piu' bisogno. Quindi confermiamo gli 80 euro". Lo ha detto il ministro per la Pubblica amministrazione, Marianna Madia, a margine della seduta della commissione Affari costituzionali del Senato. "In questo momento - ha aggiunto - le risorse per sbloccare i contratti non ci sono perche' l'Italia e' ancora in una situazione di difficolta' economica".
Sempre sui contratti per gli statali, Madia ha detto che sara' nella legge di stabilita' il blocco e che "dovrebbe essere di un anno". I contratti sono stati bloccati all'inizio della crisi, quindi credo che tutti, governo e parti sociali, dobbiamo lavorare" per questo. Quanto al ddl sulla P.A.: "Mi piacerebbe chiudere entro la fine dell'anno, ma se capisco che la discussione va spedita e che servono due mesi in piu', non e' un problema. Pero' non voglio che vada in letargo" il provvedimento.
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Statali, Madia: blocco degli stipendi anche per il 2015
Il Ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia rilancia l'ipotesi di una proroga del blocco degli stipendi degli statali per il 2015. Rughetti: «Non si può dare tutto a tutti».
Kamsin L'annuncio è arrivato direttamente dal ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia ed è stato rilanciato dalle agenzie di stampa. "In questo momento di crisi le risorse per sbloccare i contratti a tutti non ci sono" ha continuato il ministro spiegando che "prima di tutto" il governo guarda "a chi ha più bisogno", quindi "confermiamo gli 80 euro, che vanno anche ai lavoratori pubblici".
Sarebbe questa l'ipotesi che il governo si avvierà a sostenere nella legge di stabilità per il 2015, provvedimento a cui sta lavorando da lunedì il Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Il blocco degli stipendi consentirebbe infatti il recupero di un tesoretto intorno ai 4miliardi di euro l'anno. Sulla stessa lunghezza d'onda anche il sottosegretario alla Pubblica amministrazione Angelo Rughetti secondo cui «il governo deve fare delle scelte» e «non si può dare tutto a tutti».
Da quando è entrato in vigore, il congelamento ha portato oltre 11 miliardi di risparmi alle casse pubbliche, ricavati a fronte di un impoverimento di fatto dei 3,3 milioni di dipendenti della Pa che hanno visto - in media - ridursi il valore del salario reale di quasi 15 punti percentuali. La mossa successiva del governo Letta, che ha anche esteso il blocco del turn-over fino alla fine del 2018, ha garantito altri 5 miliardi di risparmi. La stessa Cgil, in calcoli precedenti, aveva sottolineato come il sacrificio sia finora ammontato a circa 4mila euro a testa.
La decisione verrà tuttavia assunta non prima della legge di stabilità. Renzi e Padoan hanno ribadito che il deficit dell'Italia resterà comunque sotto il tetto del 3% del prodotto interno lordo, ma hanno lasciato intendere che, per non uccidere la debole crescita dell'economia, sarebbe opportuno prendere tempi un po' più lunghi per arrivare al pareggio di bilancio. Dando un po' di respiro all'economia con la conferma del bonus di 80 euro ad una platea forse un po' più ampia, si pensa ad esempio alle famiglie numerose, e senza tagli insostenibili dal punto di vista sociale. E se da questo punto di vista le pensioni sarebbero al sicuro - secondo quanto annunciato dal Premier - a rischiare sono ora, per l'appunto, gli statali.
Statali, blocco degli stipendi solo per il 2015?
Scuola si cambia, la riforma e' on line - Guarda il documento e il video
- Roma, 3 set. - Un videomessaggio per illustrate il 'piano educativo' e il libretto rosso digitale della 'Buona scuola' per entrare nel merito. Dopo giorni di anticipazioni e tweet arriva l'annunciata riforma della scuola, consultabile sul sito dei mille giorni del governo. Parte il conto alla rovescia: due mesi di confronto ("a voi chiedo di essere protagonisti e non spettatori", esorta Renzi nel messaggio annunciando la campagna d'ascolto "scuola per scuola" dal 15 settembre al 15 novembre) e un anno per "una rivoluzione".
Guarda il documento
Nessuna imposizione, insiste il premier: "Vi propongo un patto, un patto educativo, non l'ennesima riforma, non il solito discorso che propongono tutti i politici". Perche', ed e' questa la sostanza dell'intero pacchetto, occorre ripartire dalla scuola per far ripartire il Paese: "E' la scuola il cuore di tutto", sottolinea Renzi. E' lo stesso presidente del Consiglio a elencare alcuni dei cardini del piano: "Noi diciamo basta ai precari e alla 'supplentite', ma ci vuole anche il coraggio di dire che si devono giudicare gli insegnanti e che gli scatti di stipendio devono essere sulla base del merito e non dell'anzianita'". Per fare tutto questo, a partire dall'assunzione di 148.100 precari a settembre 2015, le risorse saranno nella legge di Stabilita'.
Renzi presenta la rivoluzione della scuola ecco le linee guida del governo - Video
Ecco, in sintesi, i punti delle linee guida.
1. MAI PIU' PRECARI NELLA SCUOLA.
Un piano per assumere 148.100 precari a settembre 2015 e chiudere le Graduatorie a Esaurimento.
2. DAL 2016 SI ENTRA SOLO PER CONCORSO.
40mila giovani qualificati nella scuola fra il 2016 e il 2019. Si diventera' di ruolo solo per concorso. 3. BASTA SUPPLENZE. Garantire alle scuole, grazie al Piano di assunzioni, un team stabile di docenti per coprire cattedre vacanti, tempo pieno e supplenze.
3. LA SCUOLA FA CARRIERA: QUALITA', VALUTAZIONE E MERITO.
Scatti, si cambia: ogni 3 anni 2 prof su 3 avranno in busta paga 60 euro netti al mese in piu' grazie a una carriera che premiera' qualita' del lavoro in classe e formazione.
4. LA SCUOLA SI AGGIORNA
Formazione continua obbligatoria mettendo al centro i docenti che fanno innovazione.
5. SCUOLA DI VETRO
Online dal 2015 i dati di ogni scuola e un registro nazionale dei docenti.
6. SBLOCCA SCUOLA
Coinvolgimento di presidi, docenti, amministrativi e studenti per individuare le 100 procedure burocratiche piu' gravose e abolirle.
7. LA SCUOLA DIGITALE
Piani di coinvestimento per portare a tutti banda larga veloce e wifi.
8. CULTURA IN CORPORE SANO
Musica e Sport nella scuola primaria e piu' Storia dell'arte nelle secondarie.
9. LE NUOVE ALFABETIZZAZIONI
Rafforzare piano per le lingue straniere.
10. FONDATA SUL LAVORO
Alternanza Scuola-Lavoro negli ultimi 3 anni degli istituti tecnici e professionali.
11. LA SCUOLA PER TUTTI, TUTTI PER LA SCUOLA
Stabilizzare il Fondo per il Miglioramento dell'Offerta Formativa. Attrarre risorse private con incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche.
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Disoccupazione, Ocse: Italia al quinto posto tra i paesi peggiori
Nel 2014 l'Italia e' salita dal sesto al quinto posto della classifica dei paesi Ocse con il tasso di disoccupazione piu' elevato, con un 12,6% che segue il 26,8% della Grecia, il 25,1% della Spagna, il 14,3% del Portogallo e il 13,9% della Slovacchia. Kamsin E' quanto emerge dai dati contenuti nell'Employment Outlook 2014 dell'Ocse, relativi al mese di maggio.
Rispetto all'edizione 2013 del rapporto, quando il tasso di disoccupazione in Italia era stato stimato all'11,9%, il nostro paese ha perso una posizione a favore dell'Irlanda, dove il tasso di disoccupazione e' sceso dal 14,5% al 12%. Non solo, l'Italia e' anche l'unico paese tra i primi cinque in classifica dove il tasso di disoccupazione rispetto all'anno scorso e' aumentato. Sono infatti migliorati i dati di Grecia (27,8% nel 2013), Spagna 27,3% nel 2013), Portogallo (18,2% nel 2013) e Slovacchia (14,6% nel 2013), nonostante l'Ocse, nelle stime diffuse l'anno scorso, avesse previsto il contrario.
Dall'altro lato della classifica, i paesi Ocse con il tasso di disoccupazione piu' basso sono Norvegia (3,3%), Giappone (3,5%), Corea del Sud (3,7%), Austria (4,7%), Svizzera (4,8%), Messico (4,9%) e Germania (5,1%). Secondo le stime, In Italia il tasso di disoccupazione e' destinato a salire al 12,9% nel quarto trimestre del 2014 dal 12,6% dell'analogo periodo del 2013, per poi scendere al 12,2% nel quarto trimestre 2015. Dal rapporto emerge anche che l'Italia e' il quarto paese dell'area Ocse per diffusione di 'false partite Iva', ovvero, lavoratori che sulla carta sono liberi professionisti ma di fatto offrono prestazioni subordinate.
Zedde
Scuola: da assunzione precari a banda larga, ecco le linee guida del governo
- Roma, 3 set. - Dopo giorni di anticipazioni, tweet, interviste e smentite questa mattina sono finalmente state divulgate le linee guida della scuola. Il governo le ha pubblicate sul sito passodopopasso.it, in un rapporto intitolato "La buona scuola. Facciamo crescere il Paese". Il primo punto del documento - lungo 136 pagine - riguarda la stabilizzazione degli insegnanti precari. Si tratta di un piano straordinario che prevede l'assunzione a settembre 2015 di quasi 150mila insegnanti precari (148.100 per la precisione) e la chiusura delle Graduatorie ad esaurimento.
Guarda il documento
Il costo si aggira intorno ai 3 miliardi ma, sottolinea il rapporto, "potra' essere inferiore, anche in maniera significativa, proporzionalmente alle risorse che verranno risparmiate grazie all'abolizione delle supplenze", prevista nel documento. Una stima 'cauta' - viene specificato - parla di un risparmio che potrebbe arrivare "a 300-350 milioni all'anno".
Inoltre, "dal 2016 si diventera' docenti di ruolo solo per concorso, come previsto dalla Costituzione" e "il concorso, bandito nel 2015 per il triennio di riferimento 2016-2019 - si legge ancora - offrira' in questo modo una reale opportunita' a tutti coloro che si sono abilitati all'insegnamento negli ultimi anni e che hanno maturato un'aspettativa a diventare (presto) docenti di ruolo". Tra il 2016 e il 2019, viene ulteriormente precisato, si tratta quindi di assumere "40mila giovani qualificati" nella scuola. Per quanto riguarda invece le supplenze, le linee guida spiegano che verra' superato l'attuale sistema: grazie al Piano di assunzioni, si legge, a sostituire il prof malato ci sara' "un team stabile di docenti" che garantira' agli studenti "la continuita' didattica a cui hanno diritto".
Tra i cambiamenti piu' importanti previsti nel rapporto c'e' poi un "nuovo status giuridico" per gli insegnanti "che consenta incentivi economici basati sulla qualita' della didattica, la formazione in servizio, il lavoro svolto per sviluppare e migliorare il progetto formativo della propria scuola". Il governo propone di introdurre un sistema di crediti didattici, formativi e professionali che saranno riconosciuti durante la carriera e che saranno inseriti in un registro pubblico consultabile dai dirigenti scolastici, ma anche delle "banche ore" con le ore che ciascun docente "guadagna" nelle giornate di sospensione didattica deliberate a inizio anno dal Consiglio d'istituto. Al posto degli scatti di anzianita' arrivano dunque gli scatti di competenza, che avranno luogo ogni 3 anni. "Ogni 3 anni - si legge nelle linee guida - due terzi (66%) di tutti i docenti di ogni scuola (o reti di scuole) avranno diritto ad uno scatto di retribuzione. Si trattera' di quei docenti della singola scuola (o della singola rete di scuole) che avranno maturato piu' crediti nel triennio precedente".
Gli scatti di competenza "saranno legati all'impegno e alla qualita' del proprio lavoro" e "il valore di ogni scatto triennale potrebbe essere di circa 60 euro netti al mese. Due insegnanti su tre - prosegue il documento del governo - incrementeranno il loro stipendio ogni 3 anni e non piu' ogni 9, ogni 6, ogni 7, come avviene oggi. Con il sistema attuale un docente deve aspettare 9 anni per avere 140 euro netti in piu' al mese. Il piu' bravo come il peggiore d'Italia. Con il nuovo sistema i docenti piu' bravi possono avere gia' 120 euro netti in piu' dopo 6 anni, per giungere dopo 9 anni a 180 euro netti in piu'". E nella propria carriera "ciascun docente potra' maturare fino a 12 scatti di competenza, il doppio rispetto a quelli previsti attualmente". Per gli insegnanti e' inoltre prevista "una formazione continua obbligatoria mettendo al centro i docenti che fanno innovazione attraverso lo scambio fra pari. Per valorizzare - si spiega - i nuovi Don Milani, Montessori e Malaguzzi".
Inoltre, dal 2015 verranno messi online i dati di ogni singola scuola (budget, valutazione, progetti finanziati) e un registro nazionale dei docenti per aiutare i presidi a migliorare la propria squadra e l'offerta formativa. Nelle linee guida c'e' anche un "piano di co-investimento per portare a tutte le scuole la banda larga veloce e il wifi". Un altro obiettivo e' "portare musica e sport nella scuola primaria e piu' storia dell'Arte nelle secondarie", ma anche piu' inglese. Infine, verrebbe introdotta un'alternanza scuola-lavoro obbligatoria negli ultimi 3 anni degli istituti tecnici e professionali per almeno 200 ore l'anno. E si cerchera' di "attrarre risorse private attraverso incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche". L'esecutivo intende tuttavia "non calare dall'alto" la riforma ma coinvolgere tutti i protagonisti della scuola con una grande consultazione pubblica che si terra' dal 15 settembre al 15 novembre prossimi, come ha spiega il premier Matteo Renzi in un videomessaggio: "Dal 15 settembre al 15 novembre andremo scuola per scuola, aula per aula a raccogliere le vostre opinioni. Scriveteci, criticateci, diteci la vostra". Le risorse per la riforma saranno all'interno della Legge di Stabilita'.
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Mafia: Napolitano ricorda Dalla Chiesa, fu un esemplare servitore dello Stato
- Palermo, 3 set. - "A 32 anni dal barbaro e vile agguato rendo commosso omaggio alla memoria del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, della moglie Emanuela Setti Carraro e del valoroso agente di scorta Domenico Russo. Con quel brutale atto criminoso, che resta drammaticamente nel ricordo di tutti, si voleva colpire il tenace impegno di un intransigente ed esemplare servitore dello Stato. Che pur consapevole del rischio personale si spinse fino all'estremo sacrificio per difendere le istituzioni e i cittadini dalla violenza mafiosa". Lo scrive il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un messaggio per il 32esimo anniversario dell'omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, letto durante la messa nella chiesa di San Giacomo dei Militari, nella caserma intitolata allo stesso Dalla Chiesa, sede del Comando Legione Carabinieri Sicilia.
"La memoria del sacrifico del prefetto come di tutti coloro che con ferma adesione ai principi della Costituzione, tensione morale e coraggio, si sono sacrificati per tutelare i valori costituzionali - prosegue Napolitano - deve unire istituzioni e societa' civile nel sostenere a tutti i livelli l'azione della magistratura e delle forze dell'ordine volte a contrastare vecchie e nuove forme di penetrazione criminale".
"Intendo esprimere a nome mio personale e della Camera, la piu' sentita vicinanza ai familiari, all'arma dei carabinieri e delle forze dell'ordine. Fedele uomo delle istituzioni e rigoroso servitore dello Stato, il generale Dalla Chiesa costituisce un costante riferimento per chiunque si accosti nella lotta alla criminalita' organizzata". Questo il messaggio del presidente della Camera Laura Boldrini, nel 32esimo anniversario dell'omicidio del prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, letto durante la messa nella chiesa di San Giacomo dei Militari, oggi a Palermo.
"Profondo innovatore nei metodi e approccio investigativo - prosegue Boldrini - il generale seppe capire prima di altri la pericolosita' del fenomeno mafioso, capace di inquinare il tessuto economico del Paese e di condizionare sistema politico. Una intuizione che pago' prima con l'isolamento e poi con la vita ma ancora oggi sono questi i versanti su cui ciascuno, nell'ambito delle proprie responsabilita' si e' chiamati a constrastare i fenomeni criminali. Le forze dell'ordine e la magistratura devono sentire il piu' convinto supporto di tutte le istituzioni politiche, in una attivita' quotidiana che e' anche una battaglia culturale".
Esodati, Poletti: soluzione nella legge di stabilità
«Cercheremo di mettere dentro alla legge di stabilità uno strumento per le persone avanti nell'età del lavoro, che non hanno ancora maturato il diritto alla pensione». No ad un prelievo sulle pensioni retributive.
Kamsin «Dobbiamo trovare il modo - ha detto ieri il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti -per far sì che chi perde il lavoro e non può ritrovarlo abbia almeno un reddito minimo per poter arrivare alla pensione. Dobbiamo quindi aiutare chi si ritrova senza lavoro e senza pensione». «Cercheremo di mettere dentro alla legge di stabilità uno strumento per le persone avanti nell'età del lavoro, che non hanno ancora maturato il diritto alla pensione».
Il ministro del Lavoro è invece tornato ad escludere, in modo piuttosto tassativo, interventi di altro tipo in materia di pensioni. «In questo momento non c'è nessun progetto che riguardi le pensioni da nessun punto di vista» ha spiegato. Nel corso dell'estate erano stati ipotizzati nuovi prelievi sulle pensioni che superano un certo importo e lo stesso Poletti in una prima fase pareva aver avvalorato questa possibilità.
Il piano del governo che dovrebbe vedere la luce tuttavia non è ancora noto. Ma l'obiettivo dovrebbe essere quello di sostenere il reddito dei lavoratori maturi che a 4 o 5 anni dalla pensione dovessero perdere il posto. Evitando nuovi esodati. Lo schema prevede che a questi lavoratori, che avrebbero difficoltà a trovare una nuova occupazione, vada dopo i due anni di indennità di disoccupazione (l’Aspi), un assegno di circa 750 euro al mese per il periodo necessario a maturare i requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata. Ancora non chiaro se tale somma dovrà essere restituita dal lavoratore una volta in pensione (con micro-prelievi di circa 5-6% sull'assegno pensionistico) e se sarà chiesto un contributo alle aziende interessate dalla misura. A Via Veneto le bocche sono cucite. Nessun intervento, invece, sul fronte dell’età pensionabile che resterà quella fissata dalla legge Fornero (67 anni) anche perché un cambio di rotta su questo fronte non verrebbe consentito dai “guardiani” di Bruxelles
Riforma Pensioni, così cambia il pensionamento d'ufficio nelle Pa
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