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Ue: Gozi, su Mogherini 'Mr Pesc' buone possibilita'
- Rimini, 25 ago. - "Abbiamo la sua candidatura formale e sembra che ci siano buone possibilita'". E' quanto ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per le Poltiiche comunitarie, Sandro Gozi, in relazione alla candidatura di Federica Mogherini ad Alto Rappresentante per la Politica Estera della Ue. Intanto il sottosegretario fa sapere di non essere al corrente di alcuno sviluppo sulle sorti delle volontarie rapite in Siria. Rispondendo alle domande dei giornalisti, a margine del meeting di Comunione e Liberazione, se ci fossero novita' sulla vicenda, Gozi ha risposto: "No. Su questo dovete chiedere al ministro degli Esteri". .
Pensioni, la bassa crescita del Pil minaccia i futuri assegni
La stagnazione del Pil rischia di far dimagrire gli assegni futuri. E' questo l'allarme lanciato dal dossier elaborato dall'ex coordinatore generale del servizio statistico attuariale dell'Istituto di previdenza sociale, Antonietta Mundo, rilanciato nei giorni scorsi dalle agenzie di stampa nazionali. Kamsin Con il nuovo sistema previdenziale, il rateo pensionistico è frutto dei contributi che ogni lavoratore accumula. I contributi versati sul conto assicurativo del lavoratore vengono infatti ogni anno rivalutati dall'Inps, attraverso un meccanismo simile ad un tasso di interesse. Il tasso di rivalutazione è pari alla crescita media del Pil nominale nei cinque anni precedenti, un valore che è praticamente uguale alla somma tra il Pil reale e l'inflazione. Nel contesto attuale, tuttavia, in cui il Pil decresce e l'inflazione è praticamente pari a zero (con il rischio di diventare deflazione), i contributi rivalutati versati all'Inps invece di aumentare diminuiscono.
Nel 1997 il tasso di rivalutazione dei contributi è stato del 5,5871 per cento. Nel 2012 si è scesi all'1,1344 per cento. Nel 2014, spiega il dossier, «si avrà un tasso di capitalizzazione di segno negativo stimato pari a 0,024 per cento».
Una simulazione sul tema è stata elaborata da Progetica, una delle principali società indipendenti di consulenza italiane sui temi previdenziali. In assenza di crescita la futura pensione, per esempio, di un trentenne di oggi potrebbe essere più leggera del 22 per cento. Se il Pil aumentasse in media del 2 per cento l'anno, il trentenne lavoratore dipendente quando a circa 67 anni lascerà il lavoro, incasserebbe una pensione pubblica pari al 71 per cento della sua ultima retribuzione.
Ma se la crescita del Pil fosse «zero», quella stessa pensione non supererebbe il 49 per cento dell'ultimo stipendio. Lo stesso, anche se in misura minore, sarebbe valido anche per un attuale cinquantenne che con una crescita zero si vedrebbe l'assegno ridotto dell'11 per cento rispetto ad una situazione in cui il Pil marciasse al ritmo del 2 per cento l'anno. Se non si ricomincia a crescere e se non arriva almeno un po' di inflazione insomma, i futuri pensionati rischiano di essere poveri.

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Bonus 80 euro, difficile l'estensione della platea
Si' ad assegni familiari e detrazioni, ma l'ipotesi che il bonus di 80 euro possa essere esteso alle famiglie numerose, sembra un'ipotesi al momento poco percorribile. Kamsin E' quanto riferiscono fonti di governo commentando le notizie di stampa secondo cui l'esecutivo starebbe pensando di correggere il bonus utilizzando il cosiddetto quoziente familiare.
Se si dovesse decidere di intervenire con misure a favore della famiglia nella legge di Stabilita' sulla base delle risorse a disposizione, spiegano le stesse fonti, le ipotesi piu' accreditate sarebbero quelle di usare assegni familiari e detrazioni. A seconda delle disponibilita', si decidera' fino a che fascia di reddito e numero di figli intervenire. Piu' ardua (e piu' costosa) la possibilita' di estendere il bonus di 80 euro calibrandolo sul quoziente familiare, anche perche' la cifra necessaria per finanziare un'operazione del genere sarebbe decisamente piu' alta dei 200-300 milioni di euro ipotizzati. Le ipotesi comunque sono tutte sul tappeto e si iniziera' a vagliarle a partire dai primi di settembre, a cominciare dal reperimento delle risorse necessarie a coprire il bonus per il 2015.
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Decreto Pa, ecco le nuove regole sulla mobilità nelle Pa
Per il trasferimento servirà il consenso del dipendente qualora questi fruisca dei congedi parentali o dei permessi previsti dalla legge 104.
Kamsin I dipendenti pubblici potranno essere trasferiti all'interno della stessa amministrazione o, previo accordo tra gli enti interessati, in altra amministrazione, qualora la sede iniziale e quella finale si trovino nel territorio dello stesso comune. Il trasferimento può essere attuato anche quando, pur non trovandosi nello stesso comune, le due sedi si trovino a distanza non superiore a 50 chilometri E' quanto prevede l'articolo 4 del decreto sulla Pa (Dl 90/2014) che riscrive le regole in materia di mobilità dei dipendenti pubblici nell'ottica di agevolare il ricorso alla mobilità obbligatoria e volontaria all'interno delle Pubbliche Amministrazioni.
Secondo la nuova normativa, le pubbliche amministrazioni possono ricoprire posti vacanti in organico mediante passaggio diretto di dipendenti, qualora abbiano una qualifica corrispondente a quella necessaria e siano in servizio presso altre amministrazioni. Il passaggio è possibile a condizione che i dipendenti facciano domanda di trasferimento, e che l'amministrazione di appartenenza sia favorevole all'operazione. Per agevolare la diffusione delle opportunità e la conoscenza dei posti vacanti, le amministrazioni saranno tenute a pubblicare sul proprio sito istituzionale, per un periodo pari almeno a 30 giorni, un apposito bando in cui sono indicati i posti che intendono ricoprire attraverso passaggio diretto.
Inoltre, sempre per favorire la mobilità volontaria, il Dipartimento della funzione pubblica deve istituire un portale finalizzato all'incontro tra la domanda e l'offerta di mobilità.
La legge prevede, invia sperimentale, e fino all'introduzione di nuove procedure per la determinazione dei fabbisogni standard di personale, che per il trasferimento tra le sedi centrali di differenti ministeri, agenzie ed enti pubblici non economici nazionali non è necessario l'assenso dell'amministrazione di appartenenza. Per ricorrere a questa ipotesi è necessario tuttavia che l'amministrazione di destinazione abbia una percentuale di posti vacanti superiore all'amministrazione di appartenenza; inoltre il trasferimento deve essere attuato entro due mesi dalla richiesta dell'amministrazione di destinazione, fatti salvi i termini per il preavviso. Una volta attuato il trasferimento, l'amministrazione di destinazione deve provvedere alla riqualificazione dei dipendenti trasferiti, avvalendosi, ove necessario, della Scuola nazionale dell'amministrazione.
Nuove regole anche per la mobilità obbligatoria dove, com'è noto, non occorre il consenso del dipendente. Con la nuova normativa, i dipendenti pubblici possono essere trasferiti all'interno della stessa amministrazione o, previo accordo tra gli enti interessati, in altra amministrazione, qualora la sede iniziale e quella finale si trovino nel territorio dello stesso comune. Il trasferimento può essere attuato anche quando, pur non trovandosi nello stesso comune, le due sedi si trovino a distanza non superiore a 50 chilometri. In questi casi, quindi, il dipendente, in linea generale, non può opporsi al trasferimento a meno che questi abbia figli di età inferiore a tre anni (con diritto quindi alla fruizione del congedo parentale) o se fruisce dei permessi lavorativi retribuiti per l'assistenza di un parente o di un affine disabile in situazione di gravità, se non ricoverato a tempo pieno. Tali trasferimenti possono peraltro essere attivati anche in assenza di comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive. Il Dl 90/2014 consente ad un successivo decreto ministeriale - previa intesa, ove necessario, in sede di Conferenza unificata, e previa consultazione con le confederazioni rappresentative - la possibilità di definire le modalità di attivazione della mobilità obbligatoria.
Per quanto riguarda il personale scolastico, è stato previsto che ai fini della predisposizione di un piano di revisione dell'utilizzo del personale comandato e nelle more della definizione delle procedure di mobilità, sono fatti salvi, anche per l'anno scolastico 2014-2015, i provvedimenti di collocamento fuori ruolo (di cui all'articolo 1, comma 58, della legge 24 dicembre 2012, n. 228).
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Si riprenderà, venerdì prossimo, con il primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva. All'ordine del giorno il governo affronterà la riforma della giustizia, lo "Sblocca Italia", un «provvedimento ambizioso per mobilitare 43 miliardi di risorse già disponibili e che si occuperà anche di efficienza energetica, reti digitali e semplificazioni burocratiche», e la riforma della scuola. Kamsin Proprio il 29 Agosto Renzi dovrebbe indicare se e come risolvere l'annosa vicenda degli insegnanti pensionandi della cosiddetta "quota 96", un problema che viene trascinato da diversi mesi. Come anticipato da Pensioni Oggi è molto probabile che l'esecutivo rimanderà la soluzione della vicenda vera e propria ad un provvedimento da adottarsi successivamente, nel mese di settembre, o con la legge di stabilità (che dovrà essere presentata entro il 15 Ottobre al Parlamento).
E proprio alla legge di stabilità stanno lavorando i tecnici di Via XXSettembre. Il sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio ha confermato che non vi sarà alcun prelievo forzoso sulle pensioni a regime retributivo che superino una certa soglia, così come ipotizzato dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Al contrario, Délrio ha rilanciato il lavoro svolto in questi mesi sulla revisione qualitativa della spesa pubblica: «Non vogliamo più operare tagli lineari, perché ne avvertiamo l'ingiustizia di fondo. Troveremo le risorse necessarie attraverso un rigoroso taglio della spesa pubblica», utilizzando «il lavoro compiuto dal commissario Cottarelli», e «attraverso una decisa lotta contro la corruzione.
Dalle risorse che saranno messe a disposizione dipenderà del resto l'entità delle innovazioni sul capitolo previdenza: in pole position ci sono gli interventi per consentire un anticipo dell'età pensionabile per i lavoratori che hanno perso il lavoro a distanza di due o tre anni dall'assegno pensionistico. Poi si dovrebbe puntare alla reintroduzione della norma, saltata all'ultimo minuto dal Dl sulla Riforma della Pa, che cancella le penalizzazioni, sino al 2017, per coloro che maturano la pensione anticipata, sino alla deroga in favore dei quota 96 della scuola e ai benefici previdenziali per le vittime di atti terroristici. Misure costose su cui tuttavia c'è una ampia convergenza tra le forze politiche.
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