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Giustizia: M5S non incontra Orlando. Renzi, parlano solo con i terroristi
Riforma pensioni, ecco le novità di Settembre
Dalla legge di stabilità si attende la soluzione strutturale al fenomeno esodati. Tempi stretti per i 4mila docenti della scuola e per i 32mila esodati che attendono il via libera del Senato alla sesta salvaguardia.
Kamsin Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha confermato in questi giorni la volontà del governo di introdurre dei correttivi al Dl 201/2011 per concedere maggiore flessibilità sull'età pensionabile. Soprattutto con riguardo ai lavoratori esodati, cioè coloro che hanno perso il posto di lavoro e che si trovano senza reddito sino alla pensione.
Un intervento che, secondo il Ministro, potrebbe essere finanziato con l'introduzione di un nuovo contributo di solidarietà sulle pensioni medio-alte ( a partire dai 3.500 euro netti in su), ipotesi tuttavia che sta suscitando serie polemiche tra i sindacati e che non trova d'accordo neanche i vari esponenti dell'esecutivo. Probabile quindi che il prelievo "aggiuntivo" sia accantonato con la conseguenza che il governo dovrà reperire i denari da altre voci di spesa per finanziare la novità.
In attesa di conoscere le modalità di reperimento delle risorse, gli interventi annunciati da Poletti vanno nella direzione di fornire un ventaglio di possibilità al lavoratore che intende lasciare il lavoro per andare in pensione prima dei tempi canonici fissati dalla riforma Monti- Fornero. Poletti ha infatti parlato di strumenti differenziati adatti e coerenti con le diverse situazioni anche se non ha specificato nei dettagli quali saranno le iniziative.
Tra le ipotesi in campo, come già anticipato da Pensioni Oggi, c'è la possibilità di riproporre i cd. "pensionamenti flessibili", un progetto elaborato lo scorso anno dagli onorevoli Baretta e Damiano che consentirebbe un anticipo della pensione fino a 62 anni di età e 35 di contributi con un sistema di penalità; la riapertura del sistema delle quote che regolava la vecchia pensione di anzianità; l'introduzione del "prestito pensionistico" per chi ha perso il lavoro a pochi anni dal raggiungimento dei requisiti richiesti per la pensione. Possibile anche un mix di tali interventi.
Sempre nell'ottica di consentire un anticipo sull'età pensionabile, la legge di stabilità potrebbe essere il veicolo da utilizzare per la proroga dell'opzione donna, una misura su cui l'esecutivo ha fatto nelle scorse settimane dietrofront, ma che potrebbe estendere la possibilità per lavoratori e lavoratrici di accedere alla pensione con requisiti agevolati sino al 2018 al prezzo di avere un assegno calcolato con il sistema contributivo. Possibile anche che la finanziaria sia utilizzata per inserire la norma, stralciata dal Dl sulla Pa, che cancelli le penalizzazioni per i lavoratori precoci.
Le altre misure su cui si attende il via libera - A settembre dovrebbe iniziare in Senato la discussione del progetto di legge in materia di sesta salvaguardia, un provvedimento, approvato agli inizi di luglio alla Camera che consentirà ad ulteriori 32 mila soggetti di mantenere le vecchie regole pensionistiche. Già a fine mese si dovrebbero poi conoscere le decisioni dell'esecutivo sui quota 96 della scuola, un intervento che consentirebbe a 4mila docenti che hanno maturato un diritto a pensione entro la fine dell'anno scolastico 2011/2012 di andare in pensione in deroga alla disciplina vigente.
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- Roma, 21 ago. - M5S non andra' al vertice con il ministro Orlando per discutere della riforma della Giustizia. Una decisione annunciata sul blog di Beppe Grillo dai membri della commissione Giustizia di Camera e Senato contrari ad "incontri di facciata" e a quella che definiscono una "chiacchierata ferragostana sul piu' e il meno". Dura la replica che il Pd affida, a strettissimo giro di posta, al presidente dell'Assemblea nazionale, Matteo Orfini: "E i grillini rifiutano il confronto sulla riforma della giustizia... Coi terroristi bisogna interloquire, ma guai a farlo col governo...", scrive Orsini. Ancora piu' significativo e' che la stoccata venga ritwittata dal segretario del partito, e presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Nella lettera aperta dei 5 stelle al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, si legge che in "primo luogo, siamo in presenza di un tipico caso, da parte sua, di scortesia istituzionale. Aspettavamo da ben 7 giorni (dal 13 agosto) - lamentano i 5 stelle - una risposta ad una nostra mail, reiterata il 18 agosto, in cui le chiedevamo, prima dell'incontro, di conoscere piu' dettagliatamente i contenuti dello stesso, giacche' non siamo disponibili ad una chiacchierata ferragostana sul piu' ed il meno. Abbiamo gia' avuto occasione di confrontarci su quelle che per noi sono le vere priorita' in tema di giustizia per il nostro paese. Le abbiamo portato a giugno le nostre proposte in materia di anticorruzione". "Ci siamo incontrati a inizio agosto per discutere di processo civile, penale e norme contro la criminalita' economica. Da allora - accusano i 5 stelle - il silenzio, a parte le interviste sui giornali giusto per dare l'impressione che qualcosa si stava muovendo. Siamo contrari agli incontri "di facciata" al chiuso delle stanze, riteniamo che in Italia la giustizia necessiti di un impegno serio e trasparente". Forza Italia e' l'unico partito delle opposizioni che sta partecipando all'incontro sulla riforma della giustizia con il guardasigilli, Andrea Orlando. Al ministero di via Arenula si trova infatti il senatore forzista Giacomo Caliendo, membro della Commissione Giustizia a palazzo Madama. .
Riforma Pensioni, Baretta: sì a maggiore flessibilità
C'è da riformare il sistema degli ammortizzatori sociali, vorremmo introdurre, anche se con delle penalità, una maggiore flessibilità per chi vuole andare in pensione anticipatamente. Come finanziamo tutti questi interventi?". Kamsin Così il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta torna sull'ipotesi di una sforbiciata alle pensioni d'oro. Baretta ricorda che sul contributo di solidarietà "di deciso non c'è nulla" ma osserva che sul fatto che una pensione netta di 3.500 euro possa essere considerata di ceto medio commenta: "Siamo già nel novero dei redditi più alti che medi". Si sofferma poi sui possibili nuovi sacrifici: "Molte ipotesi mi risultano sconosciute, in particolare quella di un eventuale nuovo blocco del rinnovo del contratto degli statali". Esclude poi qualsiasi forma di patrimoniale sui redditi più alti: "L'opzione non è contemplata".
Dunque all’interno dello stesso esecutivo le posizioni non sono esattamente compatte: al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che in un’intervista al Corriere della sera ha confermato le linee di intervento, ha replicato anche il viceministro dell’Economia, Enrico Morando (Pd): «Il contributo di solidarietà sulle pensioni alte mi sembra un argomento che lascerei per un’altra fase». Anche Palazzo Chigi ha smentito l'intervento sulle pensioni, ma nel passato il premier Matteo Renzi non escluse (lo disse, per esempio, davanti alle telecamere di Porta a Porta) un contributo di solidarietà a carico delle pensioni superiori ai 3.500 euro netti al mese (circa 6 mila lordi) calcolati con il metodo retributivo. Ipotesi, peraltro, sostenuta dal consigliere economico del presidente del Consiglio, e parlamentare del Pd, Yoram Gutgeld nel suo libro “Più uguali più ricchi”. Così l’asticella dei 3.500 euro netti al mese di pensione definita con il metodo retributivo sembra effettivamente quella più realistica.
Accanto al contributo di solidarietà i tecnici del Mef studiano anche un eventuale raffreddamento dei meccanismi di adeguamento automatico delle pensioni al costo della vita. Questione marginale in questa fase in cui l’inflazione sta andando in territorio negativo, ma che riemergerebbe una volta che l’inflazione dovesse ritornare sul target europeo del 2 per cento. L’ipotesi più probabile è che si introducano delle fasce di reddito meno sensibili alle dinamiche inflazionistiche con il crescere dell’importo.
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Cassa Forense, per gli avvocati senza reddito scatta l'obbligo di iscrizione
E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 192 di ieri il comunicato del ministero del lavoro che dà notizia dell'approvazione del regolamento attuativo dell'articolo 21 della legge 247/2012 (riforma forense). Kamsin Il provvedimento riguarda circa 50 mila legali (professionisti iscritti all'Albo) con redditi inferiori a 10mila euro annui per i quali da oggi scatta il procedimento di iscrizione d'ufficio alla cassa Forense. Il nuovo regolamento obbliga infatti, anche a chi ha un reddito inferiore alla soglia di 10.300 euro, di versare alla Cassa Forense un contributo minimo soggettivo dimezzato, circa 700 euro all'anno (più 140 di contributo di maternità) nei primi sei anni. Poi il contributo sale a 1.400 per i successivi due anni.
A fronte del dimezzamento della contribuzione annuale, però, verranno riconosciuti solo sei mesi di anzianità contributiva ai fini previdenziali, ciò per garantire la sostenibilità finanziaria del sistema. Una volta terminato il periodo agevolato, di otto anni, saranno dovuti alla cassa circa 3.600 euro all’anno e gli avvocati potranno versare contributi aggiuntivi, qualora le condizioni economiche lo permettano, per recuperare la contribuzione annuale dimezzata versata durante il periodo "agevolato".
Il regolamento prevede anche l’opportunità di effettuare l’iscrizione retroattiva con un termine che resta fermo a tre anni nonchè ottenere un anno di esonero dal versamento dei contributi, che viene però riconosciuto in casi eccezionali e documentati. Le nuove norme si applicheranno a tutti gli iscritti all'Albo senza limiti di età.
I destinatari della nuova disciplina minacciano di impugnare il provvedimento innanzi al Tar in quanto avrebbero voluto dei nuovi scaglioni di contribuzione parametrati alla reale capacità reddituale. Ma la misura è difesa dal Presidente della Cassa Forense, Nunzio Luciano, che ricorda, in una intervista rilasciata al quotidiano Italia Oggi: "qual è l'alternativa previdenziale per questi colleghi? Chi in questi anni non ha pagato a Cassa forense perché sotto la soglia reddituale dovrebbe aver versato alla Gestione separata dell'Inps. A conti fatti il 27% di 10 mila euro di reddito sono 2.700 euro di contributi da versare. Per chi ne guadagna 5 mila sono 1.350 euro. Con questo regolamento diamo la possibilità di versare un contributo soggettivo di 700 euro (più 140 euro di contributo di maternità) e l'integrativo del 4% (che quando è riscosso è a carico del committente) per sei anni".
Zedde
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