Fisco

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A partire dal 29 Maggio è possibile per i datori di lavoro, inviare le domande all'Inps per conseguire il riconoscimento dello sgravio contributivo (25% a favore degli stessi datori di lavoro e 100% ai lavoratori) sulle somme di produttività erogate l'anno scorso sulla base dei contratti aziendali o territoriali.

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E' stato infatti pubblicato, in Gazzetta numero 29 del 29 Maggio, il decreto ministeriale che fissa le modalità per fruizione degli sgravi in questione; gli accordi dì produttività (se non già fatto), vanno depositati alla Direzione Territoriale del Lavoro entro il 30 giugno.

Gli sgravi -  La decontribuzione è finalizzata ad agevolare la contrattazione di prossimità aziendale e territoriale. Introdotta con la legge n. 247/2007 in via sperimentale per il triennio 2008/2010, la misura è diventata strutturale con la Riforma del Mercato del Lavoro (legge 92/2012) dal 2012. Il bonus richiede tuttavia una apposita autorizzazione ministeriale da rinnovarsi annualmente sulla base di uno specifico Decreto che individua la misura massima di sconto (non oltre il 5% della retribuzione contrattuale dei lavoratori), nonché le modalità applicative.

Con l'ultimo Decreto viene disciplinato l'incentivo con riferimento ai premi di produttività che sono stati erogati nel 2013 e stanzia le relative risorse, pari a 607 milioni di euro: Il 62,5% è destinato alla contrattazione aziendale (379 milioni di euro), mentre la rimanente parte 37,5% alla contrattazione territoriale (228 milioni di euro).

Lo sgravio contributivo, che opera sui premi di risultato e su tutte le erogazioni stabilite dai Contratti di secondo livello - Aziendali e/o Territoriali, è concesso a favore sia dei datori di lavoro che dei lavoratori; ai datori è concesso uno sgravio del 25%, ai lavoratori del 100% rispetto alle aliquote di contribuzione.

Secondo quanto stabilito nel Decreto, il bonus si applica sulla quota di erogazione prevista dai Contratti di secondo livello (aziendali o territoriali), nel limite del 2,25% della retribuzione contrattuale percepita dal lavoratore. Per accedere allo sgravio, i Contratti Aziendali e Territoriali ovvero di secondo livello, devono essere sottoscritti dai datori di lavoro e depositati presso le Direzioni Territoriali del Lavoro entro 30 giorni dalla datà di entrata in vigore del Decreto (quindi entro il prossimo 30 giugno); prevedere erogazioni legate a incrementi di produttività - qualità - redditività - innovazione ed efficienza organizzativa, oltre che collegate ai risultati riferiti all'andamento economico o agli utili della Impresa o a ogni altro elemento rilevante ai fini del miglioramento della competitività aziendale.

Le domande potranno essere inviate all'Inps previa pubblicazione nei prossimi giorni, delle modalità di presentazione da parte dell'Istituto.

Secondo gli ultimi emendamenti al Decreto Irpef, il contributo amministrativo per il rilascio del passaporto sale da 40,29 a 73,50 euro, al netto del costo del libretto ora anche comprensivo di chip e impronte digitali.

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E' questo il contenuto dell'emendamento, firmato da Giorgio Tonini (Pd), che è stato approvato dalle commissioni Bilancio e Finanze del Senato. Lo stesso correttivo cancella le misure sulla tassa annuale, anche in questo caso di 40,29 euro, fin qui prevista per i viaggi o gli espatri extra-Ue e introduce un ulteriore balzello di 300 euro sotto forma di «diritti da riscuotere» per il riconoscimento della cittadinanza italiana. Intanto il viceministro dell'Economia, Enrico Morando, ufficializza lo stop all'estensione immediata del bonus Irpef ai nuclei mono-reddito con più figli.

L'Inps riconoscerà il bonus di 80 euro a tutti i soggetti a cui eroga direttamente l'Aspi (la mini Aspi e l'indennità di mobilità), mentre se il trattamento previdenziale è anticipato dal datore di lavoro, sarà quest'ultimo a riconoscere il credito agli aventi diritto.

A precisarlo, la Circolare Inps n. 67/204, con la quale l'Istituto chiarisce i criteri con cui chi percepisce trattamenti previdenziali potrà fruire del bonus previsto dal Dl 66/2014.

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Riguardo la determinazione degli importi, l'Inps ha chiarito che saranno calcolati in base ai dati in suo possesso relativi ai redditi dei lavoratori, ovvero desunti dal casellario delle pensioni. Potranno fruire sul bonus, a condizione che sussistano i requisiti reddituali, anche coloro che beneficiano della prestazione di esodo prevista dalla Legge di Riforma del Mercato del Lavoro n. 92/12 per facilitare l'uscita dall'Azienda dei lavoratori anziani.

Sono invece escluse dal beneficio tutte le prestazioni a sostegno del reddito soggette a tassazione separata come per esempio: l'una tantum co.co.pro - i pagamenti anticipati delle indennità in unica soluzione (Aspi, mini Aspi e mobilità) - l'indennità di maternità per lavoratrici autonome - i trattamenti di malattia e maternità a favore degli iscritti alla gestione separata, in qualità di liberi professionisti e titolari di partite Iva.

L'Inps ha ricordato che i trattamenti di famiglia e per l'assegno di maternità e per il nucleo familiare concesso dai Comuni non potranno beneficiare del bonus.

La proroga degli acconti del tributo sui servizi indivisibili per gli immobili nei Comuni che non hanno deciso le aliquote entro il 23 maggio passerà attraverso un decreto legge e un emendamento al decreto Irpef che dovrebbero vedere la luce la prossima settimana. Sono queste le decisioni assunte dall'esecutivo nell'incontro che si è tenuto al Ministero dell'Economia nei giorni scorsi.

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Il decreto prorogherà il pagamento della prima rata prevista attualmente per il 16 Giugno al 16 Ottobre nei Comuni ritardatari nell'approvazione delle delibere.

La nuova scadenza potrebbe interessare anche le prime case per le quali, altrimenti, si sarebbe dovuto pagare tutto in un colpo solo, a dicembre. Sulle anticipazioni di cassa, i soldi girati dallo Stato ai Comuni per evitare crisi di liquidità, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padaon dice che saranno «temporanee» e «nell’ambito delle risorse disponibili».

Resta poi molto difficile che nei duemila Comuni già in regola con aliquote e detrazioni, dove quindi la prima rata si paga il 16 giugno, arrivino a casa i bollettini precompilati. Secondo il presidente dell’Associazione dei Comuni, Piero Fassino, la questione è praticamente «impossibile» e dunque il calcolo sarà lasciato ai singoli contribuenti e ai Caf. Il Dm pubblicato mercoledì sulla «Gazzetta Ufficiale» conferma infatti che il bollettino pre-compilato è solo un'opzione del Comune, con una previsione che secondo Confedilizia «contrasta con la legge di stabilità in cui il bollettino precompilato era considerato un obbligo».

Arriva il disco verde ai bollettini della Tasi, che il Comune può inviare precompilati ai contribuenti, mentre si stanno chiudendo i lavori per la proroga degli acconti nei Comuni che non hanno deliberato in tempo.

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Arrivano i bollettini postali per il versamento della Tasi. I bollettini dovranno essere messi gratuitamente a disposizione dalle Poste e i comuni che intendano personalizzarli, inviandoli  precompilati ai contribuenti, dovranno conseguire l'autorizzazione dalle Poste stesse. Il modello standard del bollettino è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale dello scorso 28 maggio.

Il contribuente può effettuare il versamento del tributo sui servizi indivisibili presso gli uffici postali oppure tramite servizio telematico gestito da Poste, ottenendo come ricevuta anche l'immagine virtuale del Bollettino o una comunicazione in formato testo contenente tutti i dati identificativi del bollettino e del bollo virtuale di accettazione. II modello di bollettino di conto corrente postale riporta obbligatoriamente ii numero di conto corrente 1017381649, valido in tutti i comuni del territorio nazionale, numero sul quale non si possono fare versamenti tramite bonifico. II conto corrente è intestato a "Pagamento Tasi".

Novità anche sulla proroga della Tasi sulla quale il tavolo tecnico avviato dal ministero è arrivato a conclusione. Nell'ultima ipotesi, trova conferma il calendario in due tappe, al 16 ottobre per l'acconto e al 16 dicembre per il saldo, con la novità che queste scadenze coinvolgerebbero anche le abitazioni principali, che quindi subirebbero un anticipo rispetto alle regole in vigore oggi: nei Comuni che non hanno inviato le delibere entro il 23 maggio, infatti, il Dl 16/2014 aveva previsto per queste abitazioni il pagamento in soluzione unica il 16 dicembre.

Secondo l'esecutivo inoltre i Comuni avranno tempo sino al 10 settembre per inviare le delibere per renderle valide per la data del 16 Ottobre (attualmente il termine di scadenza è fissato al 31 luglio). Se il Comune non rispetterà la data i contribuenti dovranno pagare la Tasi con l'aliquota standard dell'1 per mille, sempre senza superare il tetto del 10,6 per mille nella somma fra Imu e Tasi sugli immobili diversi dall'abitazione principale. Nel provvedimento che sarà licenziato dal Cdm si stabilisce anche che i comuni dove salta l'acconto di giugno riceveranno una somma pari al 50% delle entrate Tasi ad aliquota standard entro il 20 giugno.

Da lunedì scorso oltre 10 milioni di lavoratori dipendenti hanno visto la propria busta paga un pochino più ricca. La promessa elettorale di Renzi di concedere da maggio i famosi 80 euro in busta paga è stata formalmente mantenuta, nonostante tutte le critiche sollevate in questi ultimi due mesi.

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Una mossa certamente abile a cui si deve buona parte del successo del Pd alle elezioni europee. La platea dei beneficiari è infatti molto vasta: sono circa 12,2 milioni i soggetti che potranno vedere crescere le buste paga di ben mille euro l'anno a regime. Il bonus da 80 euro riguarda chi ha un reddito annuo lordo compreso tra i 8 e i 24 mila euro annui; la somma erogata scende fino ad azzerarsi del tutto oltre i 26 mila euro di reddito; rientrano tra i beneficiari non solo i lavoratori dipendenti a tempo pieno part time o con contratto di collaborazione ma anche i cassaintegrati, lavoratori mobilità o in disoccupazione.

Il beneficio tuttavia potrebbe ora allargarsi rapidamente se fosse accolto l'emendamento proposto da Ncd al decreto Irpef in corso di esame in Senato. Il nuovo centro Destra ha chiesto infatti di allargare lo sconto Irpef anche le famiglie con reddito oltre 26.000 euro a condizione che siano monoreddito e con almeno tre figli a carico. Secondo il viceministro all'Economia Enrico Morando l'esecutivo sta valutando attentamente questa ipotesi presentata in quanto il costo non sarebbe proibitivo; secondo le stime presentate dai firmatari la proposta avrebbe un costo oscillante tra i 40 e 50 milioni di euro.

Bonus Irpef esteso ai pensionati
Superato questo passaggio il premier ha comunque promesso che dall'anno prossimo, quando la misura diventerà strutturale, il bonus sarà esteso anche nei confronti dei pensionati e dei lavoratori incapienti (cioè verso coloro che guadagnano meno di 8mila euro all'anno). Piu' in bilico invece l'estensione del beneficio alle partite Iva il cui costo sarebbe troppo elevato secondo i tecnici del ministero dell'economia. 

E intanto sulla proposta di Renzi arriva il plauso di Damiano: È importante l’annuncio del Premier Matteo Renzi a proposito dell’estensione, a partire dal 2015, degli 80 euro netti mensili anche ai pensionati. Questo impegno sana una discriminazione tra lavoratori dipendenti, che avranno questo aumento dalla fine del mese di maggio,  e pensionati. Vorremmo che l’attenzione posta dal Primo Ministro anche a questa categoria di cittadini facesse assumere come una delle priorità dell’Esecutivo la questione previdenziale" ha detto l'ex ministro del lavoro.

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