Pensioni, Da marzo assegni più alti. Ecco cosa cambia

Lunedì, 28 Febbraio 2022
I chiarimenti in un documento dell'Inps. Pensione rivalutata dello 0,1% dalla rata di marzo e adeguata alle nuove aliquote fiscali introdotte dalla legge n. 234/2021. In arrivo pure i conguagli sugli arretrati maturati da gennaio

Pensioni Inps più pesanti da marzo. E' l'effetto dell'applicazione di un tasso di perequazione dell'1,7% (anziché dell'1,6% applicato provvisoriamente da gennaio dall'ente di previdenza) e delle nuove aliquote fiscali contenute nella legge di bilancio 2022. Lo rende noto l'INPS nella Circolare n. 33/2022 in cui spiega, tra l'altro, che a partire dal mese prossimo nel cedolino i pensionati non troveranno più le detrazioni per i figli a carico di età inferiore a 21 anni e i trattamenti di famiglia perché assorbiti dall'assegno unico.

Nuove aliquote

La prima novità riguarda la riforma Irpef contenuta nella di bilancio 2022 che ha ridotto il prelievo irpef (anche) sulle pensioni con la rimodulazione delle detrazioni per reddito (qui i dettagli). A partire dalla mensilità di marzo 2022 l'Inps spiega che le pensioni saranno tassate con i nuovi scaglioni di reddito che da cinque scendono a quattro a cui corrispondono, rispettivamente, le aliquote del 23%, fino a 15 mila euro; 25% oltre tale limite a fino a 28 mila euro; 35%, oltre tale limite e fino a 20 mila euro; 43% sulla parte di reddito oltre 50 mila euro. Ai pensionati, spiega l'Inps, saranno corrisposti anche gli arretrati relativi alle mensilità di gennaio e febbraio 2022.

Detrazioni Figli a carico

A partire dalla mensilità di marzo 2022, inoltre, sono abrogate le detrazioni per i figli a carico di età inferiore a 21 anni in quanto assorbite nel cd. assegno unico. La nota spiega che verrà mantenuta solo quella base di 950€ per ciascun figlio di età pari o superiore a 21 anni e che per i figli che raggiungono i 21 anni a decorrere dal mese di aprile 2022, bisogna presentare una nuova domanda di detrazione. Nessuna novità in merito alla detrazione per il coniuge e per gli altri familiari a carico (restano, cioè, in vigore).

Trattamenti di famiglia

Altra novità sempre conseguente alla riforma dell'assegno unico è l'addio ai trattamenti di famiglia. Dal 1° marzo 2022, spiega l'INPS, cesseranno di essere corrisposti gli ANF (e gli assegni familiari) riferiti ai nuclei familiari con figli e orfanili per i quali subentra la tutela dell'assegno unico.

Continuano, invece, a essere riconosciute le prestazioni di assegno per il nucleo familiare e di assegni familiari riferite a nuclei familiari composti unicamente dai coniugi, con esclusione del coniuge legalmente ed effettivamente separato, dai fratelli, dalle sorelle e dai nipoti, di età inferiore a 18 anni compiuti ovvero senza limiti di età, qualora si trovino, a causa di infermità o di difetto fisico o mentale, nell'assoluta permanente impossibilità di dedicarsi ad un proficuo lavoro, nel caso in cui essi siano orfani di entrambi i genitori e non abbiano conseguito il diritto a pensione ai superstiti.

Ricalcolo della perequazione

Con la rata di marzo sarà, infine, aggiornato l'importo lordo della pensione. A gennaio l'Inps, infatti, ha applicato una rivalutazione provvisoria dell'1,6% anziché dell'1,7% certificata dal ministero dell'economia (qui i dettagli). Per cui sulla rata di marzo 2022 i pensionati vedranno applicarsi l’indice di perequazione dell’1,7% con la corresponsione dei relativi arretrati per le mensilità di gennaio e febbraio 2022. Si tratta, peraltro, sempre della rivalutazione provvisoria perché solo a gennaio 2023 avverrà l'ulteriore conguaglio dello 0,2% per adeguarsi al tasso definitivo (+1,9%) con la corresponsione degli arretrati maturati nel 2022 (qui i dettagli).

In tabella sono esposte le variazioni degli assegni in conseguenza della novità.

Rinnovo pensioni

L'Istituto, infine, spiega che sono stati aggiornati massimali, minimali e limiti di reddito per le prestazioni previdenziali ed assistenziali nel 2022 all'esito della comunicazione del tasso definitivo di inflazione per il 2021 (+1,9%).

Documenti: Circolare Inps n. 33/2022

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