Riforma Pensioni, Ecco le posizioni dei partiti in vista delle elezioni

Lunedì, 25 Luglio 2022
Berlusconi punta sull’aumento delle pensioni minime a 1.000€ al mese. Salvini e M5S alla Quota 41 per tutti i lavoratori. Più prudenza da Pd e Partiti di centro che puntano ad una flessibilità in uscita sostenibile.

L’apertura della campagna elettorale riapre le proposte dei partiti sulla flessibilità in uscita e sugli interventi a sostegno del potere d’acquisto dei pensionati. Il prossimo 25 settembre, infatti, sarà anche l’occasione per dare la palla agli elettori sui temi sociali e del welfare a distanza di quasi cinque anni.

La legislatura in scadenza ha offerto, del resto, spesso interventi di natura temporanea (nuove salvaguardie pensionistiche, proroga opzione donna, ape sociale e quota 100) più qualche misura di stampo populista come il taglio alle pensioni d’oro (in parte bocciato dall’intervento della consulta del 2021) e quello dei vitalizi dei parlamentari. Salutato positivamente, invece, il riscatto con onere agevolato della laurea e la cd. pace contributiva che, tuttavia, ha chiuso i battenti lo scorso anno. I problemi sollevati dalla Riforma Fornero però sono ancora tutti lì, a distanza di oltre 10 anni. A settembre, pertanto, gli elettori saranno chiamati ad esprimersi su diversi orientamenti.

Centro-Destra

Il centrodestra con la Lega in primis torna a sbandierare la quota 41 (cioè la possibilità di uscire con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età) per tutti i lavoratori (oggi riconosciuta solo in favore di alcune categorie di lavoratori) a differenza degli attuali requisiti di 41 anni e 10 mesi le donne, 42 anni e 10 mesi gli uomini.  Berlusconi promette pensioni minime a 1.000€ al mese. Annuncio che, tradotto, potrà valere solo per chi è privo di qualsiasi altro reddito.

«Nel nostro programma – ha detto il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi – c’è l’aumento delle pensioni, tutte le nostre pensioni, ad almeno 1000 euro al mese per 13 mensilità, c’è la pensione alle nostre mamme che sono le persone che hanno lavorato di più alla sera, al sabato, alla domenica, nei periodi delle ferie e che hanno diritto di avere una vecchiaia serena e dignitosa e poi c’è l’impegno a mettere a dimora, a piantare ogni anno almeno un milione di alberi su tutto il territorio nazionale».

Centro-Sinistra

Nel M5S è facile intuire quali saranno le parole d’ordine: quota 41, salario minimo, la difesa del reddito di cittadinanza ed il sostegno ai pensionati poveri. Il Pd riproporrà anch’esso il salario minimo e la riduzione della pressione fiscale ed una flessibilità in uscita moderata, a favore soprattutto delle categorie più svantaggiate.  

Centro

Posizioni più prudenti per i partiti di centro, sosterranno il programma che il Governo uscente ha provato ad avviare (senza successo) ad inizio anno con i sindacati. I contorni sono facilmente intuibili: equità e sostenibilità della previdenza soprattutto con un occhio alle future generazioni. Tradotto una flessibilità in uscita a patto di optare per il sistema contributivo (ad esempio estendendo l’opzione donna anche agli uomini oppure una pensione a due tappe: quella contributiva da 62-64 anni e quella retributiva a 67 anni) accompagnata da una riforma del sistema contributivo in grado di tutelare donne, caregivers e giovani con carriere discontinue (previsione di una pensione di garanzia, riconoscimento di contributi figurativi, rivisitazione del meccanismo di rivalutazione del montante contributivo che, ad esempio, potrebbe essere agganciato al Tfr, non più al Pil). Sostegno anche per rendere strutturale l’ape sociale e per una riduzione del prelievo fiscale.   

Rivalutazione

A prescindere da chi vincerà le prossime elezioni il prossimo governo dovrà affrontare la difficile questione della rivalutazione delle pensioni: il prossimo anno, con gli attuali tassi di inflazione, costerà un occhio della testa alle casse dello stato. Il rischio è che la legge di bilancio torni a «raffreddare» la rivalutazione degli assegni medio-alti. Si spera che la prossima legislatura possa essere l’occasione per mettere mano ad una ristrutturazione delle maggiorazioni sociali.

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