
Notizie
Articolo 18, passa il Jobs Act alla Camera con 316 sì
Quaranta deputati del Partito democratico (su un gruppo di 307 componenti) non hanno votato il Jobs act, due hanno detto no al testo, altri due si sono astenuti. Il Governo accelera per far partire le nuove regole sull'articolo 18 e sugli indennizzi dal 1° gennaio 2015.
Kamsin E' passato con 316 si' e 6 no il 'Jobs act' alla Camera. Il bassissimo numero di voti contro si completa con l'uscita dall'Aula di una larga fetta delle opposizioni, e una nutrita pattuglia di deputati Pd, che hanno manifestato cosi' il loro dissenso.
Segnalano che "l'impianto complessivo del provvedimento rimane non convincente" e mettono nero su bianco che "riteniamo non ci siano le condizioni per un nostro voto favorevole e non parteciperemo al voto finale sul provvedimento". A dirlo sono i 29 Pd firmatari del documento 'Perche' non votiamo il Jobs act'. Questi i nomi dei dissenzienti: Agostini, Albini, Argentin, Bindi, Bray, Boccia, Carra, Capodicasa, Cenni, Cimbro, Cuperlo, D'Attorre, Farina, Fassina, Fontanelli, Fossati, Galli, Gregori, Iacono, Laforgia, Malisani, Miotto, Marzano, Mognato, Pollastrini, Rocchi, Terrosi, Zappulla, Zoggia. "I diritti di chi lavora, i diritti di chi un lavoro lo cerca: alla fine di una discussione seria e che rispettiamo noi non possiamo votare a favore del jobs act", si legge nel testo dei 29.
Il provvedimento passa ora al Senato in terza lettura per il via libera definitivo. Il testo è stato infatti modificato dalla commissione Lavoro, dove sono stati approvati gli emendamenti frutto dell'accordo tra governo e minoranza Pd. L’approdo in Aula al Senato è previsto per il 3 o 4 dicembre. L'accordo raggiunto dalle forze della maggioranza (Pd e Ncd) è blindato, ecco perché non sono previste ulteriori modifiche al testo della legge delega.
I nuovi indennizzi in caso di licenziamento - A Palazzo Chigi ha tenuto comunque oggi banco il tema degli indennizzi in caso di licenziamento ingiustificato per le piccole imprese. Due le ipotesi in campo per evitare che le imprese che occupano fino a 15 dipendenti, esonerate dall'applicazione dell'articolo 18 della legge 300/1970, possano essere penalizzate dell'applicazione delle nuove regole che indicano, secondo le bozze che circolano, un risarcimento sino a 36 mensilità in relazione all'anzianità di servizio del lavoratore.
La prima ipotesi sul tavolo di Palazzo Chigi è quella di circoscrivere il campo di applicazione degli indennizzi previsti dalla Riforma solo alle imprese con oltre 15 dipendenti alle quali, attualmente, si applica l'articolo 18. Le piccole imprese sarebbero pertanto escluse. L'altra ipotesi è quella di prevedere indennizzi dimezzati e comunque di inserire un tetto massimo pari a sei mensilità a carico delle PMI che licenziano ingiustificatamente.
Zedde
Esodati, via libera alle domande online per la sesta salvaguardia
L’istituto di previdenza comunica la disponibilità delle nuove applicazioni per l’acquisizione delle richieste di verifica del diritto a pensione e delle domande di pensione di anzianità o di vecchiaia per la salvaguardia prevista dalla legge 147/2014.
Kamsin "Per anticipare la fase di accertamento dei requisiti di accesso alla pensione ai sensi della sesta salvaguardia, la domanda di verifica del diritto a pensione può essere inoltrata anche dai lavoratori tenuti alla presentazione dell’istanza alle Direzioni territoriali del lavoro". E' quanto ha precisato l'Inps con il messaggio Inps 8838/2014 dello scorso 18 Novembre con il quale l'Istituto sottolinea che tale istanza si aggiunge, e non si sostituisce a quella da presentare alla Direzione territoriale del lavoro.
I lavoratori che per accedere alla sesta salvaguardia devono inviare la domanda alle direzioni territoriali del Lavoro, al fine di accelerare i tempi potranno, pertanto, inoltrare una richiesta anche all’Inps.
Con il messaggio citato l’istituto di previdenza comunica, quindi, in attesa della pubblicazione delle disposizioni operative, la disponibilità delle nuove applicazioni per l’acquisizione delle richieste di verifica del diritto a pensione e delle domande di pensione di anzianità o di vecchiaia per la salvaguardia prevista dalla legge 147/2014. Il nuovo strumento è disponibile online sia per i patronati che direttamente per i cittadini.
La procedura online può essere utilizzata anche per i potenziali salvaguardati che devono essere gestiti solo dall’Inps, cioè quelli in mobilità e gli autorizzati alla contribuzione volontaria - lettere a) e b) dell'articolo 2, comma 1 della legge 147/2014. Nello specifico i lavoratori autorizzati ai versamenti volontari senza versamenti (accreditati o accreditabili) al 6 dicembre 2011, dovranno compilare il pannello “dichiarazioni”, attestante il fatto di non aver, o aver, svolto, alla data del 30 novembre 2013, attività lavorativa riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato. Per le altre categorie valgono le indicazioni già fornite dalla circolare 27/2014.
Le domande inviate saranno visualizzabili nel “fascicolo previdenziale del cittadino” del sito internet dell’Inps, all’interno del menù “prestazioni”, “richieste presentate”.
Zedde
Riforma Pensioni, Furlan: Parlamento ci rimetta le mani prima del Referendum
La leader della Cisl, Annammaria Furlan, riaccende l'idea di un confronto con il Parlamento per risolvere i problemi della Riforma Fornero del 2011. La Riforma "è stata la paggiore di tutti i tempi".
Kamsin Il governo dovrebbe mettere mano alla riforma Fornero sulle pensioni convocando le parti sociali. La legge Fornero sulle pensioni e' stata la "peggiore" di sempre perché "ha creato gli esodati", ma ora "il Parlamento ci rimetta le mani il prima possibile senza aspettare l'esito del referendum" proposto dalla Lega Nord. Affidare a un referendum la questione sarebbe troppo semplice. Lo ha affermato il leader della Cisl, Annamaria Furlan, a Repubblica Tv rispondendo a una domanda sulla posizione della Cisl rispetto al referendum per abrogare la legge Fornero proposto dalla Lega nord.
"Rifare una legge pensionistica - ha detto Furlan - e' qualcosa di un po' piu' complesso di dire si' o no a un referendum. Qualora ci fosse un referendum, comunque, ogni iscritto e' libero di decidere se votare o no". La Cisl si aspetta che "prima del referendum, il governo, invece di dare giudizi negativi sulla riforma Fornero, si decida a rimetterci le mani. Cosa aspetta il governo a riunire le parti sociali e vedere come va corretta quella legge?", ha concluso.
La proposta della Lega di abrogare la legge Fornero con un referendum trova invece d'accordo Massimo Battaglia, segretario generale della Confsal-Unsa, sindacato autonomo dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni centrali: Per noi, è un atto conseguente a quanto già fatto un anno fa, quando abbiamo provato in tutte le piazze d’Italia - ricorda - a raccogliere le firme per un referendum. Allora, ne abbiamo raccolte circa 70mila, poche ovviamente rispetto alle 500mila. E siccome c’è un partito politico, che oggi è la Lega, che ha raggiunto le 500mila firme, ha mandato gli atti alla Corte costituzionale, e ci auguriamo che questa decida che il referendum è legittimo, noi chiederemo ai nostri di aderire. Ce lo consente la nostra autonomia sindacale, la nostra distanza da qualsiasi ideologia politica e da qualsiasi partito".
"Un'adesione contro una riforma - avverte - che riteniamo vergognosa e in controtendenza rispetto a quello che dice il governo, cioè di dare spazio ai giovani: le modifiche fatte dalla Fornero, invece, ti fanno stare a lavoro finché non muori sul campo".
Zedde
Proroga Opzione Donna, il Comitato attende una risposta dall'Inps
Il Comitato esprime amarezza per la bocciatura dell'emendamento presentato da Sel al ddl di stabilità che avrebbe risolto per via legislativa il problema.
Kamsin Sono quasi 1500 le lavoratrici che hanno aderito al Comitato Opzione Donna per chiedere la rimozione dell'interpretazione Inps che ha accorciato di un anno, nei fatti, la possibilità di accedere alla pensione con 57 anni e 3 mesi di età e 35 anni di contributi. Come già anticipato da pensionioggi.it il Comitato ha ricevuto l'appoggio dell'Onorevole MariaLuisa Gnecchi (Pd) e dell'Onorevole Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, lo scorso 31 Ottobre a Montecitorio, all'avvio del ricorso collettivo per ampliare la fruizione del regime sperimentale donna per tutte le lavoratrici che maturano i requisiti nel corso del 2015.
L'iniziativa era stata presentata dalla stessa presidente del Comitato, Daniella Maroni.
Com'è noto, l'Inps ha chiesto, con le Circolari 35 e 37 del 2012, ai fini dell'accesso al regime di cui all'articolo 1, comma 9 della legge 243/04, che le lavoratrici devono conseguire, al 31 Dicembre 2015, l'apertura della finestra mobile anticipando, di fatto, di oltre un anno i requisiti anagrafici e contributi utili per l'esercizio dell'opzione in parola.
L'indicazione dell'Inps, ricordano dal Comitato, è inaccettabile perchè ha l'effetto di restringere occultamente, dato che la legge 243/04 non prevedeva tale condizione, il regime sperimentale donna, unica possibilità lasciata dopo la Riforma Fornero dall'ordinamento per anticipare l'uscita (a caro prezzo dato che chi sceglie questa strada ottiene un assegno calcolato con il sistema contributivo e dunque piu' basso).
Il Comitato ricorda come il Parlamento abbia approvato, invano, due risoluzioni per chiedere al Governo la soluzione della vicenda ma che la Ragioneria dello Stato ha chiesto adeguate coperture per l'allargamento della platea delle beneficiarie, richiesta anch'essa inaccettabile in quanto le coperture per la misura erano state già previste nella legge istitutiva del regime sperimentale, la legge 243/04. E intanto non è passato neanche la scorsa settimana in Commissione Bilancio l'emendamento presentato da Sel al ddl stabilità che chiedeva la soluzione della vicenda.
La Diffida Formale all'Inps - Il Comitato lo scorso 22 Ottobre ha presentato una diffida formale all'Inps a riformare, entro 90 giorni dalla ricezione della stessa, le Circolari 35 e 37 del 2012. Dopo i 90 giorni, ricordano, se non ci sarà un esito positivo della vicenda, il Comitato avrà un anno di tempo per presentare un ricorso collettivo al Tar del Lazio per ottenere la rimozione in via giurisdizionale delle Circolari. L'azione, precisano, sarà aperta a chiunque abbia un interesse con le stesse caratteristiche di quello delle ricorrenti (c'è un bacino di 6mila lavoratrici potenziali aderenti, stimano dal Comitato) che dunque potranno unirsi all'azione collettiva sino a 20 giorni prima della fissazione dell'udizienza preliminare al Tar del Lazio.
Oltre all'azione collettiva, precisano dal Comitato, le lavoratrici potranno comunque perseguire la strada individuale presentando ricorso individuale presso il Giudice del lavoro (per le lavoratrici del settore privato) o alla Corte dei conti (per le lavoratrici del pubblico impiego) nei confronti del diniego all'accesso alla prestazione che sarà comunicato dall'Inps.
La speranza del Comitato è tuttavia che l'Inps (o il Ministero del Lavoro), con un atto di autotutela amministrativa, revochino le predette circolari prima dell'avvio del ricorso giurisdizionale al fine di evitare un lungo e complesso contenzioso.
Zedde
Articolo 18, pronto il disco verde della Camera
Potrebbe arrivare già oggi il via libera della Camera dei Deputati. L'obiettivo è far partire le nuove regole sull'articolo 18 e sugli indennizzi dal 1° gennaio 2015. Primo decreto attuativo atteso entro la prima decade di Dicembre.
Kamsin Potrebbe arrivare oggi il disco verde al Jobs Act, il disegno di legge delega sulla Riforma del Mercato del Lavoro. Al massimo domani. Il Governo pare intenzionato a non porre la questione di fiducia per evitare fratture all'interno della maggioranza ma una parte della minoranza Dem, è ormai chiaro, voterà contro nonostante i tentativi di mediazione portati avanti ieri dall'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano. «Se va avanti così, niente fiducia, sono soddisfatto» ha confermato ieri il ministro Giuliano Poletti.
Ieri, del resto, la maggioranza ha retto piuttosto bene quando in 17 del gruppo Pd, tutti della minoranza, hanno votato a favore di un emendamento di Giorgio Airaudo. Il testo prevedeva che l’articolo 18 si applicasse ai neo assunti «trascorso un anno dalla data di assunzione», ma è stato bocciato dalla maggioranza, che ha superato la prova. Una sorta di ripristino della formulazione Fornero, come ha spiegato Cuperlo uscito dall’aula per dare conto del voto: «Non siamo contro il governo, cerchiamo solo di migliorare il provvedimento».
A Palazzo Chigi tiene poi banco il tema degli indennizzi in caso di licenziamento ingiustificato per le piccole imprese. Due le ipotesi in campo per evitare che le imprese che occupano fino a 15 dipendenti, esonerate dall'applicazione dell'articolo 18 della legge 300/1970, possano essere penalizzate dell'applicazione delle nuove regole che indicano, secondo le bozze che circolano, un risarcimento sino a 36 mensilità in relazione all'anzianità di servizio del lavoratore.
La prima ipotesi sul tavolo di Palazzo Chigi è quella di circoscrivere il campo di applicazione degli indennizzi previsti dalla Riforma solo alle imprese con oltre 15 dipendenti alle quali, attualmente, si applica l'articolo 18. Le piccole imprese sarebbero pertanto escluse. L'altra ipotesi è quella di prevedere indennizzi dimezzati e comunque di inserire un tetto massimo pari a sei mensilità a carico delle PMI che licenziano ingiustificatamente.
Zedde
Altro...
Riforma Pensioni, il Governo apre a modifiche con il ddl stabilità
Ultimi giorni in Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati per modificare alcune criticità della legge Fornero. Atteso l'emendamento del Governo per bloccare le pensioni d'oro dei "grand commis" di Stato.
Kamsin La Commissione Bilancio di Montecitorio riprende questa mattina i lavori per concludere l'esame delle proposte emendative al ddl stabilità, una partita che si chiuderà al massimo nella giornata di domani perchè dal 27 il ddl sarà all'esame dell'Aula. Tra le novità dell'ultima ora che saranno messe al voto tra oggi e domani per poi consegnare la legge di stabilità 2015 all'esame dell'Aula spiccano soprattutto la riduzione da 150 a 75 milioni di euro del taglio ai patronati così come una possibile correzione del Governo sulle pensioni degli alti funzionari dello Stato i cd. grand commis.
In particolare la proposta di modifica dovrebbe impedire la possibilità di maturare una pensione superiore all'80% dell'ultima busta paga, limite previsto originariamente dalla Riforma Dini (legge 335/1995), per coloro che erano nel sistema retributivo ed hanno scelto di proseguire l'attività lavorativa anche dopo l'introduzione della Legge Fornero. Secondo le stime si tratta di circa 160 mila lavoratori che, grazie a stipendi particolarmente elevati e a coefficienti di trasformazione alti dovuti all'età avanzata, con il sistema contributivo possono ora accedere a prestazioni anche complessivamente superiori al 110-115% dell’ultimo stipendio.
Il Governo, secondo quanto si apprende da fonti di stampa, sarebbe, inoltre, pronto ad accogliere possibili modifiche per il riconoscimento ai lavoratori dell'amianto, e soprattutto ai parenti, del diritto alla pensione ai superstiti. Arriveranno invece al Senato le proposte dell'esecutivo sulla revisione della tassazione per i fondi pensione. All'esame della Bilancio ci sono poi le proposte di Sel e M5S sui quota 96 della scuola, le richieste per bloccare la penalizzazione sino al 2017 per i lavoratori precoci ed altre misure di favore per i macchinisti ferroviari e gli esodati (misure sulle quali non c'è il giudizio positivo del Governo e che, quindi, a meno di un colpo scena del Viceministro all'Economia Enrico Morando rischiano di essere respinte). Fonti vicine a Palazzo Chigi fanno tuttavia notare che proprio l'intervento sulle pensioni dei "grand commis" - con il quale Governo punterebbe ad assicurare una minore spesa previdenziale per quasi 8-900 milioni entro il 2020 - potrebbe portare denari utilizzabili a copertura strutturale per altri interventi di carattere previdenziale.
Sempre sul tema sociale il Governo potrebbe introdurre una norma che indichi in 25mila euro il limite Isee (50/60mila euro di reddito complessivo patrimonio incluso) per l'utilizzo di tutte le prestazioni del fondo famiglia, e dunque oltre quella già prevista dal ddl del bonus bebè.
Zedde
Riforma Pensioni, Esodati e Quota 96 manifesteranno a Roma il 27 Novembre
La manifestazione indetta per chiedere l'approvazione di una soluzione strutturale al fenomeno riguardante i lavoratori che hanno perso il lavoro ed hanno un'età troppo bassa per accedere alla pensione.
Kamsin I Comitati degli esodati tornano in piazza il prossimo 27 novembre a Montecitorio. E' quanto si legge in un comunicato stampa diffuso dalla "Rete dei Comitati degli Esodati" che dichiara di aver programmato la mobilitazione per denunciare l'inottemperanza del Governo agli impegni presi da suoi rappresentanti per l'inserimento nella legge di stabilità della soluzione definitiva e previdenziale al dramma, del quale il prossimo 6 dicembre ricorrerà il terzo triste anniversario della sua insorgenza.
La Rete dei Comitati degli "Esodati" scende in piazza - si legge nel comunicato - anche per protestare, con il massimo sdegno e la più forte risolutezza, contro i tentativi in atto nelle ultime settimane, da parte dei dirigenti INPS e di esponenti politici, di negare il drammatico perdurare dell'"affaire esodati" e l'esistenza di decine di migliaia di ancora non salvaguardati, (almeno 49.500 secondo gli ultimi dati diffusi dal Governo) nonostante i 6 provvedimenti di salvaguardia emanati.
Alla manifestazione, ci segnalano diversi lettori, si unirà anche un gruppo di lavoratori che si riconoscono nel movimento dei quota 96 della scuola per chiedere che la Camera approvi, in occasione della legge di stabilità, l'emendamento che risolva la loro vicenda.
Zedde
Jobs Act, indennizzo sino a 24 mensilità per chi viene licenziato
L'indennizzo economico per chi sarà licenziato aumenterà con l'anzianità di servizio del lavoratore e dovrebbe essere pari ad una somma compresa tra le 12 e le 24 mensilità.
Kamsin Mentre proseguono oggi in Aula alla Camera le votazioni sugli emendamenti al Jobs act - il provvedimento deve essere licenziato entro dopodomani per consentire di passare all'esame della legge di Stabilita' il giorno successivo, giovedi' 27 novembre - ieri sono emerse le prime ipotesi sugli indennizzi legati ai licenziamenti nel nuovo contratto a tutele crescenti.
Secondo quanto anticipato dalla stampa il Governo sarebbe intenzionato a concedere un trattamento di maggiore favore rispetto a quello offerto oggi a tutti i contratti dalla legge Fornero: un’indennità compresa tra un minimo di 12 e un massimo di 24 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto, determinata dal giudice in relazione all’anzianità del lavoratore, al numero dei dipendenti, alle dimensioni dell’attività economica ed al comportamento e alle condizioni delle parti, con onere di specifica motivazione a riguardo.
L’indennizzo sarà sempre commisurato all’anzianità del lavoratore, ma comunque più oneroso: 1,5 mensilità anziché una per ogni anno di anzianità. Oppure un mix tra questi due metodi di calcolo al crescere dell’anzianità. Per non rendere eccessivamente oneroso l’indennizzo per le piccole e medie imprese, quelle sopra i 15 dipendenti ma sotto i 100, potrebbe essere applicato, peraltro, un decalage.
Ad ogni modo le regole saranno chiare entro fine anno in quanto il Governo appare intenzionato a farle entrare in vigore dal prossimo 1° gennaio 2015. Il primo decreto attuativo dovrà essere dunque pronto entro natale considerando anche deve passare un esame, non vincolante, del Parlamento prima che sia pubblicato in Gazzetta. Le nuove regole si applicheranno, tuttavia, solo per i licenziamenti individuali senza giusta causa per i neo-assunti con contratto a tempo indeterminato.
Cambierà, poi, anche l'Aspi e scomparirà l'attuale mini-Aspi. L'ammortizzatore sociale sarà prima di tutto esteso ai circa 350 mila collaboratori a progetto con un solo committente - sono dunque esclusi gli amministratori e i sindaci - che di fatto sono dei lavoratori subordinati. Il trattamento, per tutti, sarà commisurato alla storia contributiva del lavoratore.
Zedde
Pensioni, Dopo le Regionali il Governo riaprirà un progetto di Riforma?
L'unico partito che ha fatto un vero passo avanti nelle regionali è la Lega Nord. Il partito di Salvini si è fatto promotore di diverse iniziative sul tema delle pensioni a cominciare dal referendum sulla Riforma Fornero.
Kamsin "Da oggi ci sentiamo parte di un progetto che non guarda solo al Nord ma a tutta Italia". E' quanto ha detto Matteo Salvini in conferenza stampa in via Bellerio a Milano. Il partito di Salvini ha registrato un forte passo avanti sfondando in una regione, l'Emilia Romagna, in cui i leghisti, seppur geograficamente vicino alla roccaforte del Veneto, non hanno mai portato a casa risultati "significativi". Merito certo del crollo di Forza Italia e del ridimensionamento del M5S che paga il fatto di non esser stato in grado di comunicare in modo efficace le proprie battaglie, ma anche delle iniziative portate avanti da via Bellerio.
Scommettiamo che tra le varie cause che hanno portato alla ribalta il buon risultato della Lega Nord ci sia anche l'aver promosso il Referendum contro la Riforma pensionistica Fornero. Il partito guidato da Matteo Salvini ha, infatti, ottenuto la certificazione dalla Cassazione ad inizio Novembre di aver raccolto le 500 mila firme necessarie per chiedere l'abolizione tout court della Riforma delle pensioni. Sul referendum, tuttavia, deve ora esprimersi la Corte Costituzionale. L'esito del giudizio della Consulta è tutt'altro che scontato ma comunque vada la netta affermazione della Lega Nord dovrebbe suggerire al Governo di riservare maggiore attenzione ad un capitolo, quello previdenziale, per troppi anni dimenticato e tirato fuori solo al momento piu' opportuno ma che interessa, direttamente o indirettamente milioni, di cittadini nonchè potenziali elettori.
Ci sono tante questioni da cui si potrebbe partire con costi molto contenuti senza stravolgere necessariamente l'impianto della Riforma Fornero. Ad iniziare dalla pubblicazione per tempo dei decreti di sostegno al reddito per i lavoratori esodati ante 2010, con migliaia di lavoratori che subiscono diversi mesi di vuoto economico nonostante lo strumento e le risorse sono già state stanziate, alla proroga del regime sperimentale donna, un altro dei grandi temi su cui si è infiammato il dibattito politico alla Camera.
Serve poi uno strumento di flessibilità in uscita e la completa abolizione delle penalizzazioni per i lavoratori che hanno beneficiato della maggiorazione da amianto e da invalidità, oggi ingiustamente costretti a restare sul lavoro per non incorrere in serie decurtazioni dell'assegno previdenziale. La crescita della Lega mostra che mettere all'ordine del giorno il capitolo pensioni può pagare, anche politicamente.
Zedde
Local Tax 2015, così la nuova imposta che riunirà Imu e Tasi
Sull'abitazione principale, secondo il progetto governativo, ci sarà una detrazione standard di 100 euro e l'aliquota base sarà fissata al 2,5 per mille. Baretta: "non è scontato che sarà introdotta con la legge di stabilità".
Kamsin Palazzo Chigi accelera nel tentativo di introdurre nella legge di stabilità, nel suo passaggio al Senato, la nuova tassa unica sugli immobili, la cd. local tax. Questa settimana riprenderanno i tavoli tecnici con Anci, Mef e Ragioneria dello Stato per studiare gli effetti finanziari della nuova imposta che vedrà la luce dal 2015.
Secondo il progetto la nuova tassa reintrodurrà la detrazione standard di 100 euro per le abitazioni principali e fisserà l'asticella del prelievo all'aliquota base del 2,5 per mille ma permetterà ai Comuni di alzare l'aliquota sino al 5 per mille. Il tetto massimo sugli altri immobili sarà invece del 12 per mille.
Il Sottosegretario all'Economia Pierpaolo Baretta, nell'intervista pubblicata questa mattina sul Quotidiano Il Messaggero, ha comunque ricordato che il meccanismo che si vuole introdurre non è semplice da attuare e che, pertanto, potrebbe slittare. "Il presupposto della local tax è che l'addizionale Irpef torni allo Stato, mentre l'Imu sui capannoni industriali passi ai Comuni. Il problema è che l'addizionale Irpef non è uguale per tutti. E' molto differeziata tra Comune e Comune con il rischio che l'introduzione di un prelievo standard penalizzi i comuni maggiormente virtuosi" ha indicato Baretta. "Valuteremo nei prossimi giorni come procedere. Non è escluso che la Riforma sarà introdotta nel passaggio al Senato della legge di stabilità. Ma non è scontato" ha concluso Baretta.
In attesa che il provvedimento venga messo nero su bianco, vediamo quali saranno i punti cardine della nuova imposta.
Abitazioni Principali - Per le abitazioni principali l'aliquota standard ipotizzata è del 2,5 per mille, ma i Comuni potranno incrementarla fino al 5 per mille, ed è affiancata da una detrazione fissa di 100 euro (non 200 come era circolato nelle prime bozze) e con la possibilità per i Comuni di poter introdurre sconti ulteriori per i figli.
Grazie allo sconto fisso di 100 euro la nuova local tax consentirà di reintrodurre un criterio di progressività perso con la Tasi. Infatti con lo sconto fissa la tassa locale al 2,5 per mille azzererà l'imposta per circa 3 milioni di abitazioni di basso valore catastale già esenti, da tempo da Ici ed Imu. Mentre saranno chiamati a pagare di piu' le abitazioni con valori catastali piu' elevati.
Gli altri immobili - Per le abitazioni diverse dall'imposta principale l'ipotesi rilanciata dal governo è di un prelievo standard dell'8,6 per mille ma il massimo può raggiungere il 12 per mille (contro l'11,4 per mille previsto dalla normativa attuale). Per tali abitazioni, ovviamente, non sarà riconosciuta la detrazione standard di 100 euro. Nel caso degli immobili strumentali, poi, la deducibilità dalle imposte sul reddito dovrebbe essere pari al 30%, piu' alto della vecchia Imu (asticella al 20%) ma minore della Tasi (che prevedeva la deducibilità integrale del tributo).
Nella nuova tassa, a differenza di quanto ipotizzato dal Governo nelle scorse settimane, non saranno inclusi altri balzelli comunali, come la tassa sulle insegne pubblicitarie e l'occupazione di suolo pubblico. Almeno per ora. Fuori dal perimetro di intervento anche la Tari, la tassa sui rifiuti.
Zedde