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La prima rata della Tasi, la tassa sui servizi indivisibili va pagata entro il 16 giugno 2014 se il Comune ha deliberato entro il 23 maggio 2014, con pubblicazione entro il 31 maggio 2014 sul sito del Dipartimento delle finanze.

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Se la delibera è stata adottata dal Comune entro il 10 settembre 2014, con pubblicazione entro il 18 settembre 2014, la prima rata va pagata il 16 ottobre 2014. La Tasi 2014, invece, andrà pagata in un'unica soluzione entro il 16 dicembre 2014 (utilizzando questa volta l'aliquota base dell'1 per mille) se il Comune non ha adottato la delibera entro il 10 settembre 2014. In tale ultimo caso, per gli immobili concessi in locazione, l'inquilino deve versare il 10% dell'intera imposta dovuta. Sono queste le nuove regole fissate dal decreto legge in materia di Tasi approvato lo scorso venerdì dal Consiglio dei Ministrin e che oggi, o al massimo domani, uscirà in Gazzetta Ufficiale.

Un meccanismo comunque non facile che sta mettendo in crisi milioni di contribuenti e migliaia di professionisti abilitati e Caf che saranno presi d'assalto in questa settimana. Il problema principale è rappresentato dal meccanismo di detrazioni fissato nelle delibere comunali in favore delle abitazioni principali: sulle circa 2.200 delibere comunali approvate sulla Tasi sino ad oggi ci sono decine di detrazioni diverse, variabili in ciascun comune.
Le opzioni contemplate sono molto eterogenee: presenza di invalidi, figli minori, figli a carico, numero componenti nucleo familiare, figli minori conviventi under 26 anni, per arrivare sino alle detrazioni per reddito differenziate a seconda dei risultati dell'Isee o della rendita catastale. Un vero rebus per chi è tenuto agli adempimenti. Ulteriori difficoltà si registrano, nel caso di contratti di locazione, nella ripartizione dell'onere del tributo fra proprietari e inquilini, dove specie in capo a questi ultimi vi è la difficoltà di risalire alla rendita catastale specie in assenza del relativo dato sul contratto.

Complessità anche per la Tari, la tassa sui rifiuti, che debutta anch'essa quest'anno. La norma consente di pagare in unica soluzione entro il 16 giugno di ciascun anno, ma il Comune può stabilire le scadenze di pagamento prevedendo, di norma, almeno due rate a scadenza semestrale e in modo anche differenziato. La Tari può essere pagata con il modello F24 o con le altre modalità di pagamento offerte dai servizi elettronici di incasso e di pagamento interbancari e postali, sistemi di pagamento, invece, non sono consentiti per la Tasi, che prevede solo l'F24 e il bollettino postale.

Il governo ha varato ieri il decreto legge sulla proroga della Tasi. Con il provvedimento il governo ha scritto la parola fine sul tormentato debutto della Tasi che per tutto il mese di maggio ha reso incandescenti i rapporti tra esecutivo e sindaci.
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Il testo conferma l'emendamento approvato nei giorni scorsi al decreto Irpef, che però entrerà in vigore con la sua conversione definitiva solo dopo la metà di giugno, e fissa il nuovo calendario di scadenze in questo modo: i proprietari di immobili nei Comuni che hanno deliberato entro il 23 maggio sono chiamati a pagare l'acconto entro il 16 giugno, per tutti gli altri l'appuntamento alla cassa slitta al 16 ottobre e potrà ulteriormente slittare al 16 dicembre, in contemporanea con il saldo, qualora il Comune non rispetti neanche la data del 10 Settembre per fissare le aliquote.

In quest'ultimo caso, la Tasi sarà calcolata sulla base dell'aliquota standard dell'1 per mille senza detrazioni, con la particolarità che sugli immobili diversi dall'abitazione principale non si dovrà superare il tetto massimo del 10,6 per mille. Nel decreto, che uscirà in Gazzetta Ufficiale all'inizio della prossima settimana, si precisa peraltro che per gli immobili concessi a locatari o ad altro titolo, l'occupante dovrà versare il 10% dell'importo della Tasi.

Con l'approvazione del decreto Tasi cadono quindi le speranze di chi auspicava uno slittamento dell'acconto di giugno anche nei comuni che hanno approvato in tempo le delibere.

Acconto Tasi, le scadenze
L'acconto della Tassa sui servizi indivisibili erogati dai comuni dovrà essere pagato entro il 16 giugno nei 2.181 municipi che entro il 23 maggio hanno approvato e inviato al dipartimento delle Finanze le delibere con aliquote (e detrazioni) per proprietari e inquilini.
Per tutti gli altri comuni, invece, l'appuntamento alla cassa scatterà il 16 ottobre. A condizione però che i sindaci degli enti ritardatari (i 2/3 del totale) siano in grado di rispettare la seconda finestra per inviare le delibere al Mef che scadrà il 10 settembre (le decisioni dei sindaci dovranno essere pubblicate sul Portale del federalismo fiscale entro il 18 settembre).


E' stato approvato in tarda mattinata dal consiglio dei ministri il decreto legge sulla Tasi. Il provvedimento stabilisce il rinvio al 16 ottobre della tassa nei comuni che non hanno pubblicato le delibere sulle aliquote entro il 23 maggio.

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La norma approva dal Cdm ricalca l'emendamento già approvato in senato nel corso della discussione sul decreto Irpef in modo da anticiparne l'entrata in vigore prima della scadenza del 16 Giugno. "Il testo approvato", si legge nella nota di Palazzo Chigi, "stabilisce che a decorrere dall'anno 2015 i Comuni assicurino la massima semplificazione degli adempimenti per i contribuenti, rendendo disponibili i modelli di pagamento  preventivamente compilati". Per effetto della modifica approvata le scadenze risulteranno così articolate:

Per i Comuni che hanno già assunto la deliberazione Tasi entro il 23 maggio 2014, viene confermato l'obbligo di pagamento entro il 16 giugno 2014 sulla base delle aliquote e detrazioni approvate dal Comune stesso. nei Comuni che non hanno assunto le deliberazioni sulla Tasi entro il 23 maggio, il versamento della prima rata Tasi viene posticipata al 16 ottobre 2014. A tal fine, i Comuni devono deliberare entro il 10 settembre le aliquote e le detrazioni che saranno pubblicate sul sito del dipartimento delle finanze entro il 18 Settembre. Nel caso in cui per il 10 settembre il Comune non avesse ancora deliberato le aliquote e le detrazioni Tasi, l'imposta sarà dovuta applicando l'aliquota di base pari all'1 per mille e sarà versata in un'unica soluzione il 16 dicembre 2014. Sempre nel caso della mancata determinazione, la Tasi dovuta dall'occupante sarà nella misura del 10 per cento dell'ammontare complessivo del tributo, determinato con riferimento alle condizioni del titolare del diritto reale.

E' stato ridefinito il calendario della Tasi 2014. La strada scelta dal governo che ha presentato un emendamento al decreto irpef, è quella di confermare l'acconto della Tasi entro il 16 giugno nei 2.181 Comuni che hanno deciso e inviato le delibere con le aliquote entro il 23 maggio al dipartimento Finanze; e di spostare, nei comuni ritardatari, l'appuntamento al 16 ottobre.

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La novità è che questa data sarà valida anche per le abitazioni principali, una notizia che fa discutere perchè per queste ultime si sarebbe dovuto pagare tutto in una soluzione unica entro il 16 dicembre nei casi in cui il Comune non avesse deliberato in tempo.

Le aliquote da applicare per l'appuntamento del 16 Ottobre saranno quelle deliberate dai comuni ed inviate al Dipartimento delle Finanze entro il 10 Settembre, delibere che saranno pubblicate sul sito del dipartimento entro il 18 Settembre. In altri termini i contribuenti dovranno verificare se sul sito del dipartimento delle finanze dopo il 18 settembre sono state pubblicate le aliquote della Tasi e quindi presentarsi alla cassa entro il 16 Ottobre. Se il Comune non avrà deciso nemmeno per settembre i contribuenti saranno chiamati a pagare l'acconto misurandolo sull'aliquota base dell'1 per mille, e nel caso di immobili concessi in locazione, l'inquilino dovrà versare il 10 per cento.

Per far fronte alle esigenze di cassa dei comuni ritardatari il governo ha peraltro previsto l'erogazione di un'anticipazione entro il 20 giugno dei fondi necessari per coprire il 50% del gettito che sarebbe arrivato dall'aliquota standard della Tasi al 1 per mille.

L'emendamento sarà confermato da un decreto legge che sarà approvato oggi dal Consiglio dei ministri.

Il fisco ha concesso più tempo ai contribuenti per la consegna e ai CAF e professionisti abilitati per la trasmissione telematica del modello 730/2014 all'Agenzia delle Entrate.

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È quanto ha stabilito il DPCM del 3 giugno 2014 pubblicato in Gazzetta Ufficiale numero 127 lo scorso 4 giugno. Le motivazioni che stanno alla base della proroga sono ben note e possono essere individuate nelle modalità telematiche adottate dall'INPS per il rilascio dei modelli CUD e dalle incertezze che ci sono state in questi ultimi giorni sulla compensazione del rimborso derivante dal modello 730 per il pagamento dei tributi comunali.

Il decreto proroga dal 31 maggio al 16 giugno la consegna della dichiarazione del modello 730 ai CAF e ai professionisti abilitati. Questi ultimi avranno poi tempo sino al 24 giugno per consegnare al contribuente la copia della dichiarazione elaborata con il relativo prospetto di liquidazione. Slitta quindi anche il termine per la trasmissione in via telematica all'Agenzia delle Entrate della dichiarazione per la comunicazione del risultato finale della liquidazione, ci sarà tempo sino al prossimo 8 luglio.

E' fissato per domani in Consiglio dei ministri l'approvazione del decreto legge che recherà lo slittamento del pagamento dell'acconto della Tasi ne comuni ritardatari.

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Il provvedimento, che ricalca l'emendamento al decreto Irpef approvato oggi in Senato, renderà efficace la proroga dei termini che altrimenti non riuscirebbe ad entrare in vigore entro il 16 Giugno.

Ricapitolando slitterà al 16 ottobre il pagamento della prima rata della Tasi nei i comuni dove non è ancora stata deliberata l'aliquota. Le delibere dovranno essere approvate dai comuni entro il 190 Settembre e pubblicate entro il 18 settembre sul sito del dipartimento delle Finanze. Nel caso non venga rispettato nemmeno questo termine la tassa sarà calcolata applicando l'aliquota minima dell'1 per mille e si pagherà in un'unica soluzione il 16 dicembre.  Previsto anche che entro il 20 giugno il Tesoro anticipi ai comuni ritardatari i fondi necessari per coprire il 50% del gettito Tasi stimato applicando l'aliquota base.

Decreto Irpef, via libera dal Senato. No estensione del bonus alle famiglie monoreddito
Intanto oggi c'è stato il primo sì alla conversione in legge del decreto Irpef, il provvedimento che assicura 80 Euro di bonus fiscale ai lavoratori che guadagnano fino a 1.500 Euro al mese. A Palazzo Madama i sì alla questione di fiducia - sul provvedimento posta per il governo dal ministro per le Riforme Maria Elena Boschi - sono stati 159, a fronte di 112 no. Ora, il decreto passa alla Camera.
L'impianto del provvedimento è restato sostanzialmente uguale a quello definito dal governo. Il Nuovo Centrodestra ha premuto per l'allargamento della platea dei beneficiari, in base al quoziente familiare (reddito e numero di figli a carico). In questo senso, ha ottenuto un'indicazione che rinvia alla legge di stabilità  per includere altri destinatari a partire dal prossimo anno. Si è discusso di un'estensione anche a favore dei pensionati, senza che però venissero aggiunti emendamenti in tal senso. Il Dl Irpef resta dunque un provvedimento di taglio al cuneo fiscale, e, cioè, al costo del lavoro, in favore dei dipendenti. A Montecitorio, ora, l'approvazione definitiva dovrà essere votata entro il 23 giugno.

Pensioni, via libera alla norma salva-casse
Con il decreto Irpef passa anche l'aumento dall'11 all' 11,5% della tassazione sulla previdenza complementare in maniera tale da poter escludere poi i fondi pensione dall'aumento dal 20 al 26% della tassazione sulle rendite finanziarie.




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