Pensioni, Il Senato approva la dispensa dai 67 anni per i lavori gravosi

redazione Lunedì, 27 Novembre 2017
Esteso sino a sette anni l'assegno di esodo previsto dalla legge Fornero per incentivare le uscite nelle imprese del settore privato con più di 15 dipendenti. 
 Primo ok in Commissione Bilancio al Senato al pacchetto di modifiche proposte dal Governo in materia pensionistica. La Commissione di Palazzo Madama ha approvato l'emendamento governativo che recepisce l'accordo con i sindacati (Cisl e Uil, perchè la Cgil si è sfilata) dello scorso 21 novembre. La versione è stata approvata senza modifiche rispetto a quanto anticipato nei giorni scorsi da PensioniOggi.it (si vedano i servizi di Sabato 25 novembre 2017 e di Domenica 26 Novembre 2017) ed in settimana è atteso il via libera dell'Aula del Senato.

Lo stop riguarda 14.600 soggetti nel 2018 che crescono a oltre 20mila unità negli anni successivi. La modifica sospende il successivo adeguamento alla speranza di vita - per il biennio 2019-2020 - per il conseguimento della pensione di vecchiaia e della pensione anticipata con riferimento, però, alle sole categorie dei cd. lavori gravosi ed usuranti che soddisfino determinati requisiti. Costo dell’operazione quasi nullo il prossimo anno, poi si sale a 100 milioni nel 2019 fino ad arrivare a quota 300 milioni.

Alla misura si accompagna una revisione del meccanismo di adeguamento alla speranza di vita dal 2021 (in realtà poca roba rispetto alle aspettative dei sindacati perchè comunque il meccanismo resta confermato), l'istituzione di due commissioni che dovranno accertare l'incidenza delle professioni svolte sull'aspettativa di vita (con l'obiettivo, non fissato per iscritto, di ampliare nei prossimi anni le categorie degli esentati dagli adeguamenti) e la separazione della previdenza dall'assistenza. 

Previdenza integrativa

Il disco verde della Commissione Bilancio riguarda anche la detassazione della previdenza integrativa per i dipendenti pubblici sulla falsariga di quanto già previsto per i privati che dovrebbe consentire di raddoppiare le adesioni degli statali alle “forme complementari”. Bocciati invece la maggior parte degli emendamenti proposti dai partiti politici a cominciare dalla proroga dell'opzione donna al 2018 e all'ampliamento del perimetro dell'Ape sociale e la sua proroga al 2019. Questi temi, ha indicato il rappresente del Governo in Commissione Bilancio, saranno affrontati verso metà dicembre quando il provvedimento sarà vagliato dalla Camera. 

Le novità su APE e Precoci

Passano per ora solo le novità già proposte nella versione iniziale della legge di bilancio: lo sconto per le madri di sei mesi sui requisiti contributivi per l'ape sociale per ogni figlio entro un limite di due anni e l'apertura dell'ape sociale/beneficio precoci per i lavoratori la cui disoccupazione derivi dalla scadenza di un contratto a termine a condizione che l'interessato nei tre anni precedenti la cessazione del rapporto, abbia avuto periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi. Ok anche alla proroga dell'Ape volontario di un anno, sino al 31.12.2019, ai correttivi sulla RITA che viene resa più flessibile e all'ampliamento dei destinatari del reddito di inclusione.

L'assegno di esodo Fornero passa da 4 a 7 anni

Tra i pochi correttivi di iniziativa parlamentare che salgono sulla manovra c'è l'ampliamento dell'assegno di esodo previsto dall'articolo 4 della legge 92/2012. Nello specifico sale da 4 a 7 anni il periodo di accompagnamento alla pensione (la cd. isopensione) nei casi di eccedenza di personale in imprese con più di 15 dipendenti per ristrutturazione aziendale, fermo restando un accordo sindacale. Si tratta di una misura fotocopia a quella prevista per i bancari che con la scorsa manovra hanno ottenuto l'incremento dell'assegno straordinario di sostegno al reddito pagato dal fondo settoriale da cinque a sette anni. 

Il meccanismo introdotto dalla Commissione consentirà un anticipo dell'età pensionabile sino ad un massimo di 7 anni rispetto alla normativa Fornero a patto che l'azienda esodante corrisponda, con oneri interamente a suo carico, un assegno ai lavoratori di importo equivalente alla pensione per l'intero periodo di esodo, sino al perfezionamento dei requisiti per il pensionamento (sia di vecchiaia che dell'anticipata). La misura è a costo zero per lo Stato ed è per questo che si è trovata un'intesa in Commissione (è l'azienda che si assume tutti i costi per spedire a casa il personale). E peraltro si aggiunge all'ape aziendale, come ulteriore strumento a disposizione delle aziende, per incentivare l'uscita dei lavoratori "anziani". 

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