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Slittano i tempi per la votazione degli emendamenti al ddl di stabilità segnalati in Commissione Bilancio al Senato. Incerto il destino dei dipendenti in esubero delle province, così come la vicenda dei quota 96.

Kamsin Si allungano i tempi per l'approvazione al Senato del ddl di stabilità. Ieri la conferenza dei capigruppo ha indicato che i lavori in Commissione Bilancio proseguiranno almeno sino a mercoledì (massimo giovedì mattina); slitterà quindi anche l'approvazione dell'Aula del Senato a venerdì 19 Dicembre (o Sabato 20 Dicembre). Il testo poi tornerà alla Camera per l'approvazione definitiva entro il 23 Dicembre.

Ieri, intanto, il Governo ha presentato un primo pacchetto di misure in materia fiscale che prevedono la cessione della rete elettrica FS a Terna, la destinazione alle poste di 535 milioni di euro in attuazione di una sentenza europea sugli aiuti di Stato e sulle tariffe postali flessibili. Viene poi previsto lo slittamento a fine 2015 del nuovo dispositivo di verifica sulle armi da scena, con il risultato di salvare i set di film e fiction d'azione, come il nuovo 007. Viene poi fissato a fine febbraio 2015 il termine per definire in modo chiaro e trasparente le modalità di rendiconto circa la destinazione del 5 per mille. Arriva poi una misura che consentirà alle forze di polizia e agli uffici giudiziari che ne facciano richiesta di utilizzare il carburante sotto sequestro. Altre norme riguardano una velocizzazione dell'iter degli appalti.

Il nodo pensioni verrà invece sciolto nei prossimi giorni. Il Governo dovrà infatti presentare le proposte di modifica in materia di gestione e ricollocazione del personale in esubero delle province (dove prende l'ipotesi di garantire il prepensionamento con i requisiti ante-fornero sino, almeno al 2016), la revisione della tassazione dei fondi pensione e dei rendimenti della Casse professionali. A prescindere dalle proposte governative ci sono però le decine di emendamenti presentati dai gruppi politici e segnalate dalla Commissione Bilancio per la votazione finale.

La Commissione dovrà pronunciarsi, in particolare, sui ritocchi alle pensioni anticipate (c'è la proposta di togliere la penalizzazione oltre il 2017; quella di depenalizzare anche gli assegni già decurtati prima del 2015; quella di reintrodurla solo per coloro che hanno ratei superiori a 3500 euro lordi al mese), le modifiche al tetto sulle cd. pensioni d'oro introdotto alla Camera, la deroga sui quota 96 della scuola, alcune misure sugli esodati e diverse altre modifiche minori. Emendamenti che passeranno solo se l'esecutivo non si metterà di traverso. La partita non è in discesa perchè si tratta di ritocchi che necessitano di adeguata copertura ma in ogni caso non saranno messe in discussione le modifiche già passate in prima lettura alla Camera e cioè lo stop alla penalizzazione sugli assegni anticipati sino al 2017 e il tetto sulle cd. pensioni d'oro.

Da risolvere anche la questione sulle partecipate, sugli sconti Irap per gli autonomi, i minimi dei professionisti, il capitolo dei giochi.

Zedde

Presidio dei Quota 96 davanti al Senato per ottenere i benefici previdenziali. La Senatrice De Petris (Sel): "la vicenda deve essere risolta con il ddl di stabilità".

Kamsin La presidente dei senatori di Sel, Loredana De Petris, ha incontrato oggi pomeriggio il gruppo di docenti della cosiddetta “Quota 96″ in presidio davanti al Senato, che da alcuni giorni sono in sciopero della fame per chiedere una deroga alla Riforma Fornero. La senatrice De Petris ha ribadito la fermezza del gruppo parlamentare di Sel, “e l’impegno, peraltro già concretizzato non solo con la presentazione di specifici emendamenti alla legge di stabilità sulla quota 96, a porre in commissione bilancio al Senato la risoluzione del problema come uno dei punti prioritari per Sinistra ecologia e Libertà”.

La vicenda – ricorda il senatore Luciano Uras, capogruppo di Sel in Commissione Bilancio – riguarda poco piu' di 2mila lavoratori, tra docenti e personale Ata, che nonostante avessero già maturato i requisiti per la pensione all’entrata in vigore della legge Fornero, si trovano da tre anni in una situazione di assoluta ingiustizia”.

“Si tratta di far rispettare un diritto maturato – proseguono i senatori di Sel – che è riconosciuto da tutti, scippato con la Legge Fornero e mai ripristinato dai governi che si sono succeduti dopo quella nefasta riforma. Peraltro tale questione si è cercata di risolverla con un emendamento inserito nel Decreto 90 sulla Pubblica Ammistrazione , che la Camera aveva approvato, e che qui in Senato è stato poi tolto”. “Per noi – conclude la senatrice De Petris – la vertenza dei lavoratori della Quota96 Scuola è una questione fondamentale che deve essere risolta all’interno di questa legge di stabilità”. Condividono la battaglia di Sel anche una folta pattuglia di senatori M5S che hanno presentato un altro emendamento in tal senso.

Il verdetto finale arriverà la settimana prossima quando la Commissione Bilancio di Palazzo Madama inizierà a votare le circa 500 proposte emendative segnalate al ddl di stabilità.

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Zedde

Se il lavoratore è assente per parte del mese, ad esempio, per congedo facoltativo per maternità, malattia, infortunio, congedo straordinario invalidi, permessi sindacali, il Ministero del Lavoro ha stabilito che i giorni di permesso non si riducono.

Kamsin Per assistere un familiare disabile grave il lavoratore ha diritto, tra le altre prestazioni, a tre giorni di permesso al mese. Ma restano sempre tre i giorni nel caso in cui il lavoratore sia assente e quindi non lavori per parte del mese? Sul punto il Ministero del lavoro ha preso, di recente, posizione favorevole agli interessati. Ma per capire bene il problema è utile ricordare come e strutturato il sistema dei permessi.

Premettendo che i tre giorni al mese possono essere presi anche in modo frazionato. In altri termini non è detto che debbano essere consumati tutti insieme. È possibile ai contrario prendere i permessi nei giorni in cui se ne ha bisogno, avendo cura ovviamente di presentare in azienda la preventiva programmazione delle assenze per evitare disguidi organizzativi nelle metodologie di lavoro applicate sul posto. Vediamo dunque di ricapitolare il tutto.

Familiari di primo e secondo grado
Possono avere i permessi per assistere il coniuge e i parenti e affini di primo e secondo grado i seguenti lavoratori: a) coniuge; b) parenti e affini di primo grado: figli, genitori, suoceri, generi, nuore; c) parenti e affini di secondo grado: nonni, nipoti, fratelli, sorelle, cognati.

Familiari di Terzo grado
Ad alcune condizioni il permesso è riconosciuto anche per l'assistenza a familiari di terzo grado. Gli assistibili sono: zii, nipoti (figli di fratelli e sorelle), bisnonni, pronipoti, zii e nipoti acquisiti, ma solo quando i genitori e il coniuge dell'assistito: 1) hanno più di 65 anni; 2) sono a loro volta inabili;  3) sono deceduti; 4) mancano (nel senso di celibi, figlio naturale non riconosciuto, divorziati, separati legalmente, ecc.).

L'assenza: l'apertura del Ministero 
Nel caso in cui i lavoratori siano assenti per qualche giorno del mese, il Ministero ha preso una decisione che va incontro agli interessati delle persone nel senso che, se durante il mese si sono assentati dal lavoro per determinate cause, questo fatto non comporta una parallela riduzione dei tre giorni di permesso.

La situazione è la seguente: Se il lavoratore è assente per parte del mese, ad esempio, per congedo facoltativo per maternità, malattia, infortunio, congedo straordinario invalidi, permessi sindacali, i giorni di permesso restano sempre tre. E questo vale anche per le assenze dovute per ferie. Se invece il diritto ai permessi nasce per la prima volta nel corso del mese (assunzione del lavoratore, riconoscimento lnps del diritto, ecc.), si riducono i tre giorni in proporzione ai periodo mancante. Su questo punto l'Inps precisa che è riconosciuto un giorno di permesso ogni dieci giorni di lavoro.

Il diritto alla fruizione dei permessi in parola non può, però, essere riconosciuto a più di un lavoratore dipendente per l'assistenza allo stesso familiare disabile in condizione di gravità. L'unica possibilità di fruizione alternativa sorge tra i genitori di un figlio disabile, i quali, nell'arco dello stesso mese, possono fruire alternativamente e non cumulativamente dei permessi mensili, delle due ore di permesso giornaliero o del prolungamento del congedo parentale. 

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Si esaurisce con la decorrenza del 1° gennaio 2015 il plafond di posizioni disponibili per gli esodati bancari. Chi uscirà successivamente a tale data rischia di non poter mantenere le vecchie regole di pensionamento.

Kamsin L'ultimo lavoratore, appartenente al profilo di tutela destinato ai lavoratori nei fondi di solidarietà di settore di cui all'articolo 24, comma 14, lettera c) del Dl 201/2011 come integrato dal Dl 95/2012, che potrà beneficiare del mantenimento delle previgenti regole pensionistiche è colui che entrerà nei Fondi entro il 1° Gennaio 2015 e che, dunque, cesserà il rapporto di lavoro entro e non oltre il 31 Dicembre 2014. E' quanto ha comunicato oggi l'istituto di previdenza con il messaggio inps 9611/2014.

Si è, pertanto, esaurito il contingente di 19.310 posizioni salvaguardabili destinate ai lavoratori le cui imprese avevano stipulato, entro il 4 dicembre 2011, accordi sindacali che prevedevano il ricorso ai fondi di solidarietà di settore. Il plafond in questione era stato dapprima individuato in 17.710 unità con il Dm 1° Giugno 2012 e poi allargato di altre 1600 unità con il Dl 95/2012 (cd. seconda salvaguardia). Quest'ultimo intervento era riservato, in particolare, a quei lavoratori che, alla data del 31 dicembre 2011 non erano ancora cessati dal rapporto di lavoro ma che lo sarebbero stati, sempre in forza di accordi siglati entro il 4.12.2011 a decorrere dal 1° gennaio 2012 con la precisazione di rimanere a carico dei fondi, comunque, sino al 62° anno di età.

Con il messaggio odierno l'Inps, dunque, comunica che la disponibilità del plafond è sufficiente a garantire il mantenimento della disciplina ante fornero solo ai lavoratori del suddetto profilo che, ancora in servizio, cesseranno il rapporto entro quest'anno.  L'istituto tuttavia ricorda che in considerazione della natura dinamica del monitoraggio, la Direzione centrale pensioni continuerà ad effettuare il monitoraggio con cadenza mensile al fine di tenere conto delle eventuali disponibilità che si dovessero verificare nei plafond assegnati, aggiornando i dati relativi.

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Zedde

L'Inps ha aggiornato il report delle procedure di monitoraggio dei lavoratori cd. salvaguardati. Sono circa 100mila le pensioni certificate su un totale di oltre 170 mila posizioni disponibili.

Kamsin Salgono a 3.120 le pensioni certificate nell'ambito della quinta salvaguardia di cui 2.397 già liquidate. Sono 5.870 invece quelle certificate nella quarta salvaguardia di cui 1.256 già liquidate. Sono i dati che emergono dal nuovo report pubblicato dall'Inps sulle procedure di salvaguardia al 28 Novembre 2014.

Dal report emerge che con riferimento alla prima salvaguardia sono state certificate 64.374 posizioni (a fronte di una capienza di 65mila posti) e che sono state liquidate 42.459 prestazioni.

Numeri ancora relativamente bassi permangono riguardano la seconda salvaguardia: le pensioni certificate sono state solo 16.959 e sono state liquidate 8.556 posizioni su una capienza complessiva di ben 35mila posti (effetto della riduzione disposta con la recente legge 147/2014 che ha tagliato di 20mila posti il contingente originariamente previsto per questa salvaguardia). Si tratta, com'è noto, di lavoratori coinvolti in accordi per la gestione di eccedenze occupazionali con l'utilizzo di ammortizzatori sociali sulla base di accordi stipulati in sede governativa entro il 2011.

Crescono anche le pensioni certificate nell'ambito della terza salvaguardia che conta un numero complessivo di 16.130 soggetti salvaguardabili. L'Inps ha certificato 7.344 pensioni e ne ha liquidate 5.531. Si è in pratica poco sotto la metà, ma in questo caso si deve tener conto che con la legge di Stabilità 2014, il plafond è stato aumentato di 6mila unità a favore dei prosecutori volontari.

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