Riforma Pensioni, Salvini avverte: Quota 100 sarà senza paletti

Valerio Damiani Mercoledì, 05 Settembre 2018
Il Ministro dell'Interno sgombra il campo dall'ipotesi di una Riforma con paletti penalizzante per alcuni. La quota 100 sarà integrale e valida per tutti i lavoratori.
Il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, conferma il piano del Governo per abolire (o rivedere) la legge Fornero sulle pensioni. In una intervista rilasciata al Sole 24 Ore, il quotidiano della Confindustria, il Ministro che tanto si è speso in campagna elettorale contro la Riforma del Governo Monti annuncia che la quota 100 sarà integrale, senza paletti.

"Anche perché, confrontandomi con medie e grandi aziende, abbiamo calcolato che il diritto alla pensione di un 62enne, faccio una cifra a caso, vale un posto di lavoro e mezzo in più per un giovane. E molti imprenditori mi hanno garantito che se potessero alleggerirsi della manodopera più anziana tornerebbero subito a occupare più giovani. E quindi una parte dei costi verrebbe riassorbita rapidamente dai maggiori contributi versati" ha detto il Ministro.

Sui costi il Salvini tergiversa accusando che l'Inps non è un soggetto affidabile perchè le stime fornite in passato sono state spesso erronee. "Non facciamo grande affidamento sulle stime dell’Inps, che ultimamente più che di economia si occupa di politica. Secondo alcuni organismi varia dai 6 agli 8 miliardi". "Sarebbe una riforma equilibrata che soprattutto crea occupazione. Uno degli aspetti più deleteri della Fornero, al di là dell’iniquità, è stato aver ingessato il mercato del lavoro" ha detto il Ministro. 

Un progetto da chiarire

A parte gli slogan l'esecutivo pare aver messo da parte per ora l'altro binario del progetto annunciato in campagna elettorale, cioè l'abbinamento dell'uscita con 41 anni (e mezzo di contributi) a prescindere dall'età anagrafica. Una misura promessa soprattutto ai precoci che tuttavia appare troppo costosa da poter essere varata assieme alla quota 100. "Abbiamo tre anni per fare tutto" ha detto Salvini. Ma le dichiarazioni paiono pure in parziale contrasto con i paletti proposti dal consulente leghista, Alberto Brambilla, che sulla quota 100 aveva ipotizzato prima dell'estate un tetto alla contribuzione figurativa (2 anni in tutto) e una combinazione fissa con 64 di età e 36 di contributi (o al massimo 65 e 35).

Finchè la maggioranza non troverà una quadra sulle risorse a disposizione con la prossima legge di bilancio l'entità delle modifiche resterà, quindi, incerto. Sulla quota 100, ad esempio, si dovrà chiarire se si applicheranno i futuri adeguamenti alla speranza di vita nonchè se sarà possibile cumulare gratuitamente la contribuzione mista per i lavoratori con carriere discontinue e se, fatto non secondario, se ci sarà qualche forma di penalità nel calcolo dell'assegno. Dettagli che possono rendere meno stuzzicante la riforma per molti pensionandi. L'esecutivo dovrà spiegare anche il destino degli altri strumenti di flessibilità introdotti con la Riforma Renzi dal maggio 2017. L'ape sociale in primis che scadrà in assenza di un rinnovo il prossimo 31 dicembre 2018 e poi l'ape volontario che scadrà il 31 dicembre 2019. C'è poi il discorso delle Commissioni di studio sui lavori gravosi e sull'andamento della spesa assistenziale e previdenziale varate dallo scorso Governo con l'obiettivo di ampliare il novero delle mansioni gravose e iniziare un percorso per la separazione dell'assistenza dalla previdenza.

Di certo c'è solo che il Governo pare aver dato per scontato il prossimo scatto alla speranza di vita che dal 2019 porterà l'età per la vecchiaia a 67 anni e quella per la pensione anticipata a 43 anni e 3 mesi di contributi (42 anni e 3 mesi le donne) nonchè la riduzione dei coefficienti di trasformazione delle pensioni contributive. Silenzio per ora dagli ambienti governativi anche sulla possibilità di una nona salvaguardia per gli esodati e sulla proroga dell'opzione donna.

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